giovedì 27 ottobre 2011
DC Comics Reboot: Osservazioni - Parte 2
Continuamo la nostra carrellata di impressioni su The New 52, ovvero la schiera di numeri uno che la DC Comics, in occasione del suo attual reboot, sta lanciando in questi mesi. Come già nella prima parte, si tratta solo di brevi commenti, impressioni immediate di lettura, e non vere e proprie recensioni. Seguiteremo a leggere, senza nessun impegno di completezza, altri di questi nuovi 52 albi, e a esprimere un veloce parere. Giusto per avere un sentore di cosa sta accadendo negli Stati Uniti ai nostri cari supereroi e farci un'idea di cosa ci aspetta per il prossimo anno.
The Savage Hawkman nr. 1 –
Scritto da Tony Daniel (già sceneggiatore sul nuovo Detective Comics) e disegnato da Philip Tan, questo numero uno ci presenta un Carter Hall deciso a liquidare per sempre il suo rapporto con il metallo alieno NTH e il suo alter ego alato. Ovviamente fallisce, e stringe un rinnovato e ancor più ambiguo legame con la misteriosa energia extraterrestre che lo rende Hawkman. Questo il nucleo della saga appena iniziata. Lento e un po’ confuso. I disegni di Philip Tan non ci sembrano ideali per il personaggio, solitamente caratterizzato con stili grafici più realistici. Si basa su un’idea che aggancia, ma il suo iniziale sviluppo appare prevedibile e insipido.
Batwoman nr. 1 –
La principale ragione per provare a leggere questa serie dedicata a Kate Kane, è il suo illustre disegnatore (qui anche in veste di autore, coadiuvato da W. H. Haden Blackman). Parliamo di J.H. Williams III, noto per il suo lavoro su Promethea di Alan Moore. Le tavole spettacolari e coraggiose nel loro sbrigliato onirismo, sviluppano una trama altrettanto gotica e labirintica, dove la protagonista, Batwoman, è avvolta da una luce spettrale che le conferisce un carisma grafico notevole. Affascinante dal punto di vista visivo, questo primo numero invoglia a continuare la lettura, ma potrebbe nel tempo rivelarsi “dopato” dalle collaudate illustrazioni psichedeliche di Williams. Da tenere d’occhio.
Resurrection Man nr. 1 – Personaggio giovanissimo di casa DC (nasce editorialmente nel 1997), Resurrection Man aveva lasciato aperti tanti misteri nella sua serie precedente, da poter considerare questo nuovo numero uno come un valido punto di partenza. Un inizio in medias res, in carattere con la sua precedente versione. Mitchell Shelley non può morire. O meglio, non può restare morto senza tornare in vita di lì a poco. E a ogni resurrezione possiede un potere diverso, in genere influenzato dalle modalità della sua ultima dipartita. Lo incontriamo mentre torna in vita in un obitorio, ossessionato da una misteriosa compulsione che lo induce a prendere un volo per Portland. Lo attendono nuovi enigmi e nuove morti. Gli autori Andy Lanning e Dan Abnett, creatori del personaggio alla fine degli anni novanta, riportano – letteralmente – in vita la loro creatura con una sarabanda di eventi misteriosi, creature demoniache, spietate assassine professioniste. Un fumetto supereroistico-horror che si discosta un po’ dalla tradizione classica della DC, e riesce a intrigare soprattutto chi ancora non conosceva l’eroe protagonista. Strano e interessante.
Green Lantern nr. 1 – Geoff Johns, ormai grande architetto di casa DC, continua a dimostrare una mano felice nel raccontare le vicende del buon vecchio Lanterna. Il punto di partenza è molto interessante. I Guardiani hanno deciso di dare a Sinestro la possibilità di redimersi, e questi ora possiede l’anello che fu di Hal Jordan. Questi, dal canto suo, sta tentando di tornare a un’esistenza fatta di scadenze, debiti e difficili rapporti umani. Ma è improbabile che chi è stato la più grande delle Lanterne Verdi possa tornare a una vita normale. I disegni di Doug Mahnke, sempre spettacolari, contribuiscono a fare di questo numero uno un prodotto che aggancia il lettore, instillandogli pagina dopo pagina la voglia di proseguire la lettura. Promettente.
Wonder Woman nr. 1 – Dopo la parentesi della revisione operata da J.M. J.M. Straczynski, la principessa amazzone affronta l'ennesimo restyling, stavolta a opera di Brian Azzarello e Cliff Chiang. Nessuna storia di origini, almeno per ora. Cupe versioni delle divinità olimpiche, echi in stile "tardo Vertigo", e una Wonder Woman giunonica e selvaggia. Se qualcuno avesse ancora questa curiosità, Diana ha di nuovo perso i pantaloni. Leggibile, ma senza particolari guizzi creativi.
Green Arrow nr. 1 – Azione per quasi tutto l'albo. Un pizzico di vita privata e... poco vero interesse. Questo nuovo inizio per Freccia Verde parte con l'acceleratore a tavoletta per quanto riguarda gli scontri, ma inciampa nel già visto, e il ritmo sostenuto non basta a migliorare le cose. Un po' deludente.
Continuando a leggere...
Justice League nr. 2 -
Il reboot della JLA orchestrato da Geoff Jhons per le matite ispirate di Jim Lee inizia a farsi più convincente. Johns conferma di avere mano felice nelle caratterizzazioni e nella descrizione delle dinamiche tra i personaggi. Entra in scena uno scattante Flash, mentre Superman, quello nuovo, si scatena, apparendo molto più alieno e minaccioso di quanto ricordavamo dalle precedenti versioni. Come sottotrama di supporto continua la storia delle origini del Cyborg, mentre si allarga l’ombra di Darkseid e Wonder Woman rimanda la sua apparizione al terzo numero. Simpatico, e potremmo dire che l'appetito aumenta mangiando.
Batgirl nr. 2 - Si confermano le impressioni modeste del primo episodio. Barbara è un personaggio interessante, ma la risoluzione della sua infermità rimane ancora vaga. Troppo. Inoltre, la noia incombe, e pagina dopo pagina la curiosità inizia a scemare.
Hawk and Dove nr. 2 - Ebbene sì. Abbiamo continuato a leggere anche la serie firmata da Sterling Gates e disegnata dal famigerato Rob Liefeld. Dobbiamo commentare? Il grido di battaglia è... Rob Liefeld Forever! Scazzottate, grugni torvi e muscolazzi anche dove non dovrebbero esistere. Portate il salvagente o affogherete nel testosterone.
Alla prossima.
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