Una nuova sindrome misteriosa serpeggia in fumetteria, falciando lettori come spighe mature in Agosto. Già in passato, il nostro piccolo grande mondo è stato teatro del manifestarsi di morbi bizzarri. Esplosioni di follia più o meno temporanee. Compulsioni alla ricerca di titoli che non si riesce in nessun modo a ricordare. Ostilità feroci tra coniugi innescate solo dall'apparizione di un albo a fumetti. AltroQuando, al pari del marvelliano Osservatore, ha assistito nei suoi non pochi anni di attività al sorgere e al tramontare di epidemie subculturali tra le più bizzarre, trend alieni e sindromi psichedeliche spettacolari (forse più per chi vi assiste che per chi le vive).

Mah!
Che sia questa l'origine della sindrome del Comic a Tergo? Il bubbone rivelatore di un morbo extraterrestre che colpisce i lettori di fumetti? Non riusciamo, ahimé, a trovare nessun altra spiegazione. Eppure, non è un sogno. Non è fantasia. E' realtà. Realtà quotidiana. Rigorosamente attesa, osservata e immortalata su supporto digitale.
Perché? Perché? Perché?
Perché con ritmo regolare, tre avventori su quattro, dopo aver consultato un fumetto esposto sullo scaffale (se non lo acquistano... e succede spesso), cedono alla compulsione inspiegabile di... riporlo capovolto?
Sì, cioè... Vogliamo dire... Ma sì, capovolto! GIRATO. Con la quarta di copertina bene in vista. Con il lato B offerto ai venti, insomma. DI SPALLE. Di culo. Con la quarta di copertina, solitamente anonima, promossa a prima. Il dietro davanti, va'! Eccola, la Sindrome del Comic a Tergo. Né è possibile tranquillizzarsi dicendo che la cosa riguarda per lo più i manga (i più sfogliati, in effetti) nei quali, spesso, lato A e B sono confondibili per ragioni tipografiche. Nossignori, succede a tutti i fumetti, compresi quelli dove una confusione del genere è risolvibile con una semplice occhiata. La conseguenza immediata, per chi lavora in fumetteria, è la necessità di raddrizzare i prodotti in vendita in modo che tornino a essere riconoscibili, magari per clienti più interessati all'acquisto di un prodotto che messo “a tergo” potrebbero non notare. Un fastidio da poco, d'accordo. Ma è il sinistro mistero dietro a una compulsione così precisa e largamente condivisa che suscita una discreta inquietudine.
Fateci caso, ragazzi. Pensateci mentre sfogliate un fumetto che non pensate seriamente di acquistare. E se notate che una forza aliena dentro di voi vi sta inducendo a posizionarlo “a tergo”, interrogatevi sul perché e su quali interconnessioni questo potrebbe avere con la vostra personalità. Se non trovate una ragione apprezzabile, forse è il momento di organizzare un gruppo di sostegno e scavare nell'enigma della sindrome dilagante. Forse una qualche forza conquistatrice venuta dallo spazio profondo vuole indurci poco per volta a voltare le spalle e a non guardare. A non osservare le asperità del mondo, a ignorare quel che potremmo fare andare meglio con il minimo sforzo. E' solo un sintomo, ma potrebbe essere l'inizio di qualcosa di peggio. Forse siamo davvero schiavi degli invisibili. Soggetti a condizionamenti che ci rendono sempre meno ordinati, sempre più superficiali e sempre meno attenti alla realtà intorno a noi.
Meditate gente. La Sindrome del Comic a Tergo potrebbe essere solo uno dei segni che urlano a un mondo sempre più superficiale quanto siamo ormai anestetizzati rispetto le nostre responsabilità, piccole e grandi... e pronti a mostrare automaticamente le terga davanti alla complessità del mondo.
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