A
pochi giorni dalla scomparsa di Farrah Fawcett e di Michael Jackson, il
mondo dello spettacolo è di nuovo a lutto. Karl Malden aveva 97 anni
(viva Dio!) e una carriera attoriale di tutto rispetto. Non bello, con
una faccia che era una maschera tra il buffo e il grottesco, con un
prominente naso bitorzoluto e un enorme carisma recitativo. Anche se non
è mai diventato popolare al pari delle tante star di cui è stato
comprimario, Malden lascia un'impronta profonda nella memoria dei
cinefili. In Italia, probabilmente, lo ricorderemo soprattutto per la
sua partecipazione a "Il gatto a nove code" di Dario Argento,
dove interpretava "Biscottino", il detective cieco che indagava su una
misteriosa catena di delitti con l'aiuto della piccolissima Cinzia De
Carolis e del giornalista James Franciscus. Altro veicolo di popolarità è
stato il telefilm anni 70 "Le strade di San Francisco",
al fianco di un giovane Michael Douglas. Ma Karl Malden ha dato
moltissimo a Hollywood ed è ricordato per la sua presenza accanto a
Marlon Brando e Vivien Leigh in "Un tram che si chiama Desiderio", di Elia Kazan dal dramma di Tennessee Williams. Ruolo che gli valse un premio Oscar. "Fronte del porto", sempre accanto a Brando, con cui girò anche "I due volti della vendetta", "Io confesso" di Alfred Hitchcock, e il pastore del disneyano "Il segreto di Pollyanna", solo per citare una manciata di titoli.
Karl Malden era specializzato in ruoli da burbero benefico, senza lesinare ruoli scomodi ("Baby Doll, la bambola viva") e perversi come in "Pazza" al fianco di Barbra Streisand.
Karl
Malden può essere considerato l'icona dell'attore statunitense duttile e
refrattario alla facile popolarità presso il vasto pubblico. Un volto a
cui ci si poteva affezionare, scoprendo nelle sue performance
personaggi sempre umani e credibili.
Un altro frammento di cinema che mancherà a quanti amano veramente la settima arte.
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