giovedì 14 agosto 2008

(Who) WANTED?!

Wanted.

Cioè, “Ricercato”, “Voluto”.

Ok, ma da chi?

Visto, infine, "Wanted", il film di Timur Bekmambetov ispirato (?!) alla miniserie a fumetti di Mark Millar.
Un film abbastanza costernante nella sua inutilità, nelle sue premesse fuorvianti e nella sua definitiva inconsistenza. Talmente impalpabile da rendere arduo persino parlarne. Pare che l’industria dell’intrattenimento cinematografico, nel nuovo millennio, vada assomigliando sempre più alla logica del vecchio flipper. La pallina salta qua e là. A volte cade, a volte fa centro. Fa “bzzz” e le lucette sfarfallano. Oggi non è neppure necessario sforzarsi per mantenerla in gioco. Basta seguirla con gli occhi. E questo è tutto.

E’ nota la mia opinione sul “Wanted” fumettistico, opera celebrata e abbondantemente sopravvalutata sia in patria che nel nostro paese.

Sono convinto che poche cose risultino più infantili di un bambino che gonfia il petto per apparire grande. Una di queste è proprio “Wanted” di Mark Millar. Un’opera a fumetti che vorrebbe essere trasgressiva, che si presenta come un’occhiata al lato oscuro dell’universo dei supereroi, e invece si rivela come la fantasia masturbatoria di un adolescente con pulsioni sadomaso neanche troppo originali. Quel che nel fumetto è spacciato per moderno e disincantato è in realtà lo standard di un prodotto commerciale cucinato con la stessa logica dei dubbi hamburger di un qualsiasi McDonald’s. Gli ingredienti tanto amati dai lettori di Millar sono la volgarità (nei concetti più che nel linguaggio) e il cinismo d’accatto tipico del diciottenne che pensa di aver capito il mondo anche se non sa un cazzo di storia contemporanea.

Ma qui dovremmo parlare del film...

Già, del film.
Misteri dell’industria hollywoodiana: perché questa pellicola d’azione si intitola proprio “Wanted”?
E perché viene presentata come tratta dal fumetto di Mark Millar?
Vedere il film non fornisce risposta a nessuna di questa domande.
Il titolo era già fuorviante nel caso della miniserie (nessuno andava a caccia di criminali, dal momento che dominavano il mondo) e la scelta (presuntuosissima) dell’autore, pare fosse caduta su questa parola solo perché faceva assonanza con “Watchmen”. Il film racconta una storia totalmente diversa, e i punti di contatto con il fumetto sono talmente labili da non contare minimamente. La scelta del titolo, dunque, così come l’accostamento al lavoro di Millar, danno l’impressione di una spudorata mistificazione commerciale, volta a catturare fumettomani di bocca buona, e niente più.

Il film, così diverso dal fumetto, è di un’inconsistenza disarmante. Di base, ci viene presentata una setta di superassassini al servizio di un mistico marchingegno, il Telaio del Fato, che secondo complessi calcoli binari ispirati da metodologie arcane, fornisce i nomi dei bersagli da eliminare. Persone che secondo il mistico macchinario rappresenteranno in futuro un disturbo per gli equilibri del mondo, e vanno pertanto eliminate. Senza domande, senza esitazioni, senza troppi problemi.

E’ un’idea di partenza che avrebbe potuto essere elaborata dagli sceneggiatori de “Gli Occhi del Cuore”, la demenziale fiction cui lavora il cast di “Boris”, il telefilm prodotto da Fox che mette alla berlina gli orrori della moderna televisione italiana. Il Telaio è l’uovo di Colombo. Non occorre davvero altro. Basta che esca un nome, o che qualcuno dica che è uscito. E tanto è sufficiente per sparare, saltare, rincorrersi, salvarsi o morire per tutta la durata del film. Aggiungiamo il riciclaggio di un colpo di scena abusato e prevedibilissimo, alcune sequenze d’azione cugine di “Matrix” (film che ha imposto uno standard estetico che non vuole proprio saperne di essere superato) e il minestrone è fatto.
Wanted” si fa guardare, ma ti lascia con un senso di vuoto totale. James McAvoy è bravo, ma preferiamo ricordarlo come protagonista di “Shameless”, serie britannica che forse non vedremo mai sulla tv in chiaro. Angelina Jolie in questo film corre con il motore al minimo. Praticamente non si prende neanche il disturbo di recitare. Salta, spara, sculetta, ammicca, ma soprattutto si mostra e porta a casa la pagnotta come se avesse posato per un servizio di Playboy. Morgan Freeman passa le battute, e Terence Stamp mostra appena la faccia lasciando una tristissima sensazione di spreco. E sia ben chiaro che la colpa non è degli interpreti.

Wanted” non è nemmeno un film brutto. Non più di altri. Forse non è neanche un film. Ma potrebbe candidarsi a diventare l’icona dell’attuale trend del cinema d’azione. Impostura, nomi noti, sceneggiatura zombi, riciclaggio di scene e situazioni. Insomma, uno spreco immenso di denaro e di tempo.
Se proprio si desidera spegnere il cervello e vedere una pellicola d’azione senza nessuna pretesa, fatta di acrobazie, violenza fumettistica e avventura elementare, consiglio a questo punto “Shoot'Em Up”. Film ben più divertente di “Wanted” ma snobbatissimo da critica e pubblico. Forse solo perché colpevole di non pretendere di essere tratto da un fumetto di Mark (star del momento) Millar.

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