Assistere
a uno scippo, purtroppo, non è un’esperienza rara. Da nessuna parte. In
nessuna città di Italia. Frequente, dunque, vederlo capitare per le
strade del centro storico di Palermo, ai danni - indifferentemente - di
abitanti e turisti. E non solo per le vie più nascoste e solitarie, ma
anche sul corso più trafficato e luminoso.
Niente di nuovo o
sorprendente, quindi. La microcriminalità è una realtà pesante con la
quale conviviamo ogni giorno. Dov’è la notizia, allora? Quale dettaglio
rende un evento così ordinario degno di nota?
E’ presto detto.
L’evento scippo è promosso a fatto emblematico quando questo avviene
sotto gli occhi impotenti della ronda composta, secondo le recenti
disposizioni dell’attuale governo, da due militari (bersaglieri) e un
carabiniere. Non starò a ripetere quanto sviscerato altrove
sull’opinabile uso dell’esercito in città per far fronte all’emergenza
sicurezza. Mi limiterò a registrare che, ieri, 19 Agosto 2008, la ronda
camminava sul marciapiede di fronte a quello in cui una donna di mezza
età è stata raggiunta dal giovane che le ha strappato la collana
sparendo subito dopo, come di consueto, nel dedalo dei vicoli.
Carabiniere e militari hanno successivamente svolto le operazioni di
routine. Vale a dire raccogliere la denuncia e tutta la burocrazia di
rito. Niente di nuovo sotto il sole, né prima né dopo che il reato era
stato compiuto. E anche qui, temo, non c’è stata nessuna sorpresa. Solo
un po’ di passerella in più, oltretutto limitata alle strade meno a
rischio. L'apparizione della pattuglia nel cuore del centro storico - e
lo sanno anche le forze dell’ordine chiamate in causa - susciterebbe
ostilità e irrisione. Non a caso è difficile incontrare una divisa
nell’intrico delle stradine, dove i bambini di tre anni già sputano
masticando la parola “sbirro”.
Quasi
contemporaneamente allo scippo, una famiglia di evidenti origini arabe,
padre, madre con lo shador sul volto e il loro bambino, incrociavano
un’anziana coppia di siciliani. Il commento, bisbigliato (ma udibile)
dal marito della coppia autoctona alla consorte è stato: “Questi sono
pericolosi... Bisogna stare attenti”.
Ognuno riceve la protezione
che cerca, che ritiene gli serva... forse che si merita. Abbiamo
digerito l’ennesimo spot pubblicitario. Ora stiamo fruendo il prodotto. E
ci sentiamo tutti molto, molto più sicuri.
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