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lunedì 22 ottobre 2012

Animal Man vol. 1


Buddy Baker, l'uomo conosciuto come Animal Man, in grado di mimare le capacità di qualunque animale del pianeta, ha abbandonato già da un po' l'attività di supereroe. I suoi poteri hanno fatto di lui il portavoce ideale per la causa animalista, attivo in battaglie per la protezione dell'ambiente e persino attore in una pellicola underground dove veste ancora una volta, ma per pura finzione scenica, una tuta sgargiante. Buddy è anche un marito e padre devoto, la cui famiglia è più importante di qualsiasi successo personale. Ma l'occasionale ritorno di Animal Man nel ruolo di vigilante coincide con eventi inquietanti e incontrollabili. Una spirale di mistero e morte che travolgerà l'intera famiglia Baker senza escludere nessuno. Sarà l'inizio di un viaggio alle radici stesse dell'esistenza, dove tutto è possibile e niente è scontato...

In principio era Alan Moore.

Alan Moore riplasmò Swamp Thing, la Cosa della Palude creata anni prima da Len Wein e Berni Wrightson, costruendo intorno al protagonista un complesso labirinto magico e mitologico che gettò le basi, insieme al Sandman di Neil Gaiman, per la neonata etichetta Vertigo della DC Comics.
Quindi venne Grant Morrison, e anche Animal Man, eroe minore nato nel 1965 e mai veramente decollato, visse la sua sospirata palingenesi. L'autore scozzese introdusse temi sociali come l'animalismo, affine per definizione al personaggio, nonché elementi surreali per l'epoca provocatori, e il suo ciclo dedicato a Buddy Baker è tuttora ricordato per le numerose innovazioni e i suggestivi spunti metafumettistici. Di autori e di eventi, da allora, nell'esistenza di Animal Man se ne sono avvicendati parecchi, ma è oggi che assistiamo a un nuovo sviluppo degno di nota. Il generale reboot dell'universo DC, con l'evento editoriale chiamato New 52, riassesta ulteriormente il personaggio ideato da Dave Wood e Carmine Infantino negli anni sessanta dello scorso secolo, e nel farlo attinge parecchio agli esperimenti più riusciti della fase intermedia. Felicemente, integrando più che citando, ed espandendo ulteriormente il cosmo esoterico-ecologico ideato da Moore.


Lo sceneggiatore canadese Jeff Lemire (Sweet Tooth) allontana Buddy Baker dal contesto più dichiaratamente supereroistico nel quale il personaggio era finora rimasto a stagnare, e ambienta il suo racconto nel medesimo contesto dello Swamp Thing ridefinito dal bardo di Northampton. L'atmosfera non è più quella canonica delle storie degli eroi in tuta, ma vira decisamente sull'horror, nella declinazione panica e mistica che attraversa già da anni tante serie targate Vertigo. Se nelle avventure della Cosa della Palude avevamo imparato a conoscere il parlamento degli alberi e sopratutto il Verde (una dimensione metafisica da dove ha origine e da cui trae forza ogni entità vegetale del pianeta), il nuovo Animal Man ci condurrà a conoscere il Rosso. Una dimensione sovrannaturale speculare al Verde, ma interfacciata con la vita animale, con tutto ciò che è organico, pulsante e in movimento. In altre parole, la carne viva, che si relazione con la parte verde della terra sul filo di un delicato equilibrio.



Se lo scenario, come concetto, sa inevitabilmente di già visto, la conduzione e le suggestioni sono ottimamente gestite, presentando un Buddy Baker che pur non negando le proprie evoluzioni passate, è ormai maturo per cambiare ruolo e trasformarsi una volta per tutte in un personaggio magico, pronto a essere traghettato in un territorio narrativo imprevedibile. Ponte emblematico tra il suo ruolo umano (quello di padre) e di paladino di una causa ben più cruciale di quanto possa sembrare. Non a caso la famiglia di Buddy, già rilevante nella memorabile gestione di Morrison, svolge un ruolo di primo piano nella saga appena iniziata. Maxine, l'innocente figlioletta di quattro anni, i cui poteri sul mondo materiale si manifestano nel peggiore dei modi possibili. L'amore incondizionato e l'energia di Ellen, madre e moglie fuori dal comune. L'irruenza giovanile di Cliff, testimone entusiasta di eventi la cui gravità sembra non percepire del tutto. Si direbbe che Animal Man, l'Uomo Animale, capace di assorbire la forza di un orso, la capacità rigenerante di un verme, le qualità anfibie dei pesci, sia un personaggio corale, risultato della somma di più elementi tra i quali ci sono i suoi stessi familiari. Lungi dall'essere dei meri comprimari, Ellen, Cliff e Maxine sono descritti come parte integrante di ciò che rende Buddy Baker un essere speciale e non un banale vigilante in costume. Era già così per Grant Morrison, e in Jeff Lemire la simbiosi metaforica della famiglia Baker si accentua ancora di più. Buddy è chiamato a svolgere un ruolo fatale nel destino del mondo, in quanto padre, in quanto eroe, in quanta sintesi del mondo animale (essere umano compreso, con tutte le sue sfaccettature e contraddizioni). 


I disegni di Travel Foreman, a suo agio nel descrivere scenari onirici e grottesche metamorfosi, si sposano perfettamente con il ritmo insinuante di Lemire, dove l'inizio da classica storia di supereroi cede presto il passo a un vortice di invenzioni metafisiche e lampi splatter. Un viaggio psichedelico che con criminali dai bizzarri poteri e minacce dallo spazio non ha niente a che spartire. Tutto nasce dalla terra, anzi dalla carne, e prospetta un conflitto dalle sorti incerte in cui il personaggio di Alec Holland non potrà che fare, presto o tardi, la sua apparizione trionfale.
Il nuovo Animal Man, nel panorama caotico delle testate legate a New 52, si dimostra dunque uno dei titoli più interessanti e particolari. Uno dei pochi che realmente rifonda in larga parte la materia di partenza, e merita una lettura attenta.

Questa recensione è stata pubblicata anche su Fantasymagazine.

[Articolo di Filippo Messina]




giovedì 1 dicembre 2011

DC Comics Reboot: Osservazioni - Parte 5


Ed ecco un'altra infornata di numeri uno attinti dal faraonico reboot messo in atto dalla DC Comics già da qualche mese. In America, l'evento chiamato The New 52 sta prevedibilmente tenendo banco. Noi leggiamo i titoli che ci incuriosiscono di più, e forniamo concise impressioni senza nessuna pretesa di completezza. Al nuovo editore italiano detentore dei diritti DC, la RW-Lion, spetterà il compito, l'anno prossimo, di tenere a battesimo questo evento, facendoci finalmente scoprire quali e quante di queste serie vedremo approdare nel nostro paese.


Batman - The Dark Knight nr. 1 - 

Potremmo dire che il Cavaliere Oscuro (che dà il titolo a questa ulteriore testata dedicata all'Uomo Pipistrello) è assistito più che discretamente nell'attuale rilancio DC. Infatti un po' tutte le nuove serie a lui dedicate sono generalmente godibili. Lo sceneggiatore Paul Jenkins e il disegnatore David Finch, pur senza particolari guizzi creativi, dimostrano di saper attingere al mito di Batman in modo diligente, fornendoci una lettura magari non memorabile (almeno in questo primo albo), ma che ha il sapore di una qualità una spanna sopra la media. 



Red Hood and the Outlaws nr. 1 –  

La storia di Jason Todd, ex Robin (che sono una trafila nonostante i soli cinque anni di attività dell’Uomo Pipistrello) che ha intrapreso una sua personale crociata contro il crimine, inizia a essere riscritta. Come? Si spera che nel caos testosteronico, magari negli albi seguenti, diventi più chiaro. Quel che emerge da questo primo numero è la lettura maschilista e stucchevole del personaggio di Starfire (in precedenza membro dei Titans e compagna di Dick Grayson), qui trasformata in una pin up volante che pratica il free love con chiunque le aggrada. Sembra un prodotto pensato per adolescenti in piena esplosione ormonale.


Blue Beetle nr. 1 - Lo sceneggiatore Tony Bedard riscrive l'origine dele terzo Blue Beetle, Jaime Reyes, marcando la relazione tra lo scarabeo e l'attività secolare del corpo delle lanterne verdi. Un reboot vuoto, dove i personaggi proprio non riescono a bucare la pagina e il ritmo del racconto risulta troppo fiacco per interessare veramente. Inoltre, riavvio a parte, sulla caratterizzazione dell'eroe protagonista pesa un opprimente senso di già visto. Evitabile.


Frankenstein - Agent of SHADE  nr. 1 – Dalla rivisitazione del mostro di Frankenstein operata da Grant Morrison nel 2005 sulla miniserie Sette Soldati della Vittoria, arriva questa nuova testata con protagonista il mostruoso Frank. Una versione più sofisticata e militarmente addestrata della celebre creatura uscita dalla penna di Mary Shelley. Scienza impazzita, agenzie segrete che si occupano di misteri occulti, mostri, mostri e ancora mostri. Il risultato è un’imitazione sbiadita di Hellboy (c’è persino un compagno di squadra anfibio), lontana anni luce dal carisma della serie firmata da Mike Mignola.  Una menzione d'onore per la versatilità del nostrano Alberto Ponticelli. Ma detto questo, ogni altro commento è inutile.


Justice League International nr. 1 - In un mondo dove la gente diffida dei supereroi, i governi della terra decidono di fondare una propria squadra governativa, sotto il proprio diretto controllo, affidata alla discutibile leadership di Booster Gold.  Una carrellata di personaggi noti e meno noti, ma poco mordente e poco interesse. Noiosetto.


 Continuando a leggere...


Justice League nr. 3 – Questa nuova JLA continua a ispirarci una certa simpatia. E’ ormai chiaro che la DC ha scelto questa serie per introdurre e definire i nuovi caratteri di alcuni personaggi di punta. Entra in scena Wonder Woman disegnata da Jim Lee, e la folla impazzisce. L’amazzone eredita qualcosa della caratterizzazione della Zarda del Supreme Power di Strackzinski (ma senza la feroce follia). La lettura è sempre piacevole e stimola a seguire la testata.

Teen Titans nr. 2 – 

Si respira ancora aria “Ultimate”. La riscrittura dei titani a opera di Lobdell potrà fare storcere il naso ai puristi, ma tutto sommato, in questo nuovo universo dove i superumani hanno uno status vicino a quello dei mutanti Marvel, le figure di Tim Drake, Wonder Girl e di Superboy (che trova in questa testata la sua personale origine rinnovata) non mancano di simpatia. Teniamolo d’occhio e vediamo come evolve. 

In definitiva...


Possiamo concludere che, a nostro modesto parere, il temuto (e atteso) reboot della DC Comics non è quell'abominio che alcuni paventavano, né uno sfavillante rinascimento, e neppure un male necessario. Alcune serie (e relative innovazioni) sembrano destinate a far discutere più di altre (come il nuovo Superman, per look e caratterizzazione, e probabilmente anche i Titans), ma il loro successo è praticamente certo. I pezzi da novanta della Distinta Concorrenza (leggi: Superman, Batman, Lanterna Verde e compagnia) sono trattati piuttosto bene, ed è scontato che in Italia li vedremo tutti. La stessa cosa è incerta per quei personaggi che nel nostro paese hanno fatto solo sporadiche e limitate apparizioni. Non conoscendo nel dettaglio i programmi del nuovo editore, ci sentiremmo di suggerire attenzione per la bella serie contemporanea di Animal Man, per Resurrection Man, e di dare una chance anche all'attuale Swamp Thing, magari sotto un'etichetta comune. Tutto il resto è mera speculazione. Ma è stato divertente, e qualcuna di queste serie continueremo a leggerla ancora per un po'. Sia tradotta in italiano che in lingua originale.



giovedì 17 novembre 2011

DC Comics Reboot: Osservazioni - Parte 4


Bentornati nel nostro spazio dedicato a The New 52, l'evento che dallo scorso Settembre sta ridefinendo il cosmo DC Comics, facendo ripartire daccapo tutte le 52 testate della "distinta concorrenza" nel segno di un auspicabile svecchiamento, non sempre riuscito, ma sicuramente curioso per noi appassionati di fumetto. Ecco, quindi, una nuova infornata di titoli e osservazioni a caldo.

 
 
DC Universe Presents: Deadman nr. 1Numero uno di una rivista “ombrello” che parte ospitando un nuovissima miniseria dedicata a Deadman. Lo sceneggiatore Paul Jenkins elabora un lungo monologo interiore per riavviare la vicenda del fantasma Boston Brand e del suo rapporto con l'ambigua divinità Rama Kushna. Il personaggio che ricordavamo non cambia, né muta sostanzialmente l'approccio alle sue avventure. Convenzionale e anche un po' piatto.

Voodoo nr. 1 – Ovvero come riciclare i Wildcats, una volta assimilato l'universo Wildstorm al cosmo DC ufficiale. Atmosfera da spy story scollacciata. Belle pupe con più curve di una strada di montagna, alieni che saltano fuori come babau e una certa superficialità di fondo. Prevedibile e lezioso.

Omac nr. 1 – Un omaggio a Jack Kirby talmente esplicito e compiaciuto da risultare fastidioso. Manierismi grafici riprodotti senza l'inventiva ironica di Leo Ortolani, ma con una pedissequità stucchevole. Un nuovo Omac che per sotto certi aspetti ricorda il marvelliano Hulk, e ammiccamenti a mitologie DC passate che forse sarebbe stato meglio non riesumare. Vagamente antipatico.

Legion of Super-Heroes nr. 1 – La simpatia per personaggi riconoscibili e bizzarri, quali sono molti legionari, si arresta presto davanti alla sostanziale assenza di aria nuova. Non si rileva nessun particolare aggiornamento per quanto riguarda stile e direzioni della serie. Una lettura coerente con il passato che lascia piuttosto indifferenti.


Batman and Robin nr. 1 – Tra le tante testate dedicate all'Uomo Pipistrello, questa, incentrata sul rapporto di Bruce Wayne con suo figlio Damian (nuovo, gelido Robin) e le ambigue dinamiche padre-figlio-mentore-allievo, promette di essere una delle più interessanti. Niente di eccezionale, ma comunque nel solco della tradizione migliore.


Teen Titans nr. 1 – Un vero numero uno. Un vero reboot, che riavvia totalmente la storia dei giovani titani del cosmo DC ridefinendo origini, caratteri e rapporti. Lo sceneggiatore Scott Lobdell sembra ricordare i propri inizi sulle pagine degli X-Men, e il suo approccio ai titani – in questa nuova continuity dove i superumani sono un fenomeno recente e temuto – risulta nostalgico e sovversivo nel medesimo tempo. Piacevole, nella sua freschezza, e meritevole di attenzione.

All Star Western nr. 1 - Un sorprendente ritorno in scena per il pistolero sfigurato Jonah Hex. Una Gotham City ottocentesca, un serial killer misterioso, e un intreccio giallo che coinvolge nell'indagine un medico chiamato Amadeus Arkham, antenato di colui che fonderà il famigerato manicomio criminale. Il western DC ammicca ad altri tasselli della sua popolare mitologia e riesce a suscitare non poca curiosità.


Continuando a leggere...

Supergirl nr. 2 – Le premesse sono confermate. Questa nuova caratterizzazione di Kara Zor-El, più aliena e algida del suo più popolare cugino, è abbastanza accattivante. Kara è giunta sulla terra già adulta, in stato di animazione sospesa, e sarebbe biologicamente più matura di Superman, cresciuto secondo la cultura terrestre. Lo spunto continua a intrigare, e seppure sia difficile che l'effetto novità possa reggere sul lungo termine, la lettura rimane piacevole.

Wonder Woman nr. 2 - Brian Azzarello inizia a riscrivere le origini della principessa amazzone proprio da questo secondo numero, scegliendo di aderire a un tormentone fondamentale della mitologia greca che potrebbe cambiare profondamente lo status quo della protagonista. Una Wonder Woman in chiave dark, che pur non suscitando particolari entusiasmi, continua ad avvincere.
 

Green Lantern nr. 2 - Un numero di transizione che definisce le premesse per una saga dal buon potenziale. Geoff Jhns e Doug Mahnke sono sempre a loro agio nell'universo delle lanterne verdi, e un'inedita versione del villain Sinestro conferisce ulteriore carisma al racconto. I fans di Hal Jordan non resteranno delusi. La qualità si mantiene alta.

 

Swamp Thing nr. 2 – Gli enigmi iniziali sembrano prendere una piega volta a un generale reboot della serie, e per quanto si percepisca una farraginosità di fondo, alcune intuizioni narrative piuttosto efficaci conservano la presa sul lettore. La Cosa della Palude conserva un fascino che non rende mai le sue storie del tutto insignificanti. Induce a continuare la lettura.


E per ora è tutto, gente. Nel frattempo, in America le nuove serie vanno avanti, e si prospettano ulteriori serie e miniserie. Restiamo sintonizzati, mentre l'esordio italiano della nuova DC, sotto il marchio delle nuove edizioni RW-Lion, si avvicina sempre di più. Alla prossima.


venerdì 4 novembre 2011

DC Comics Reboot: Osservazioni - Parte 3


Stiamo continuando a leggere l'ondata di nuovi numeri 1 targati DC Comics, in uscita in queste settimane in occasione del tanto pubblicizzato reboot che ormai è noto con il nome di The New 52. Ancora una volta, solo piccole osservazioni, espresse a caldo subito dopo la lettura.


Catwoman nr. 1 – La gatta non perde il vizio, ma rinuncia a una buona parte di pelo e mostra la ciccia. In questo primo episodio della sua nuova serie, Selina Kyle entra in scena per seconda. E' preceduta da una panoramica ravvicinata delle sue tette che aprono il racconto per rivelarsi, pagina dopo pagina, le vere protagoniste dell'avventura, insieme a tutte le altre curve della famosa ladra. Catwoman salta nel vuoto, fa spaccate come qualcuno che tra le gambe ha spazio da vendere, si esibisce in spogliarelli e strappa letteralmente la tuta di dosso a Batman per farci sesso furioso. Più che un fumetto supereroistico, sembra un prodotto per i fans di Playboy. Stucchevole, per galletti arrapati.

Swamp Thing nr. 1 – Albo introduttivo, ma dall'atmosfera niente male. Quel che lascia perplessi è l'apparente riciclaggio, da parte dello sceneggiatore Scott Snyder, di una trovata narrativa già sfruttata in qualche modo da Morrison e Millar all'inizio della loro gestione del personaggio. Nondimeno la lettura intriga. Inizia a farsi tangibile la compattazione tra l'universo Vertigo (nato proprio dal classico Swamp Thing di Alan Moore) e il cosmo ufficiale DC popolato dai supereroi più popolari.


The Fury of Firestorm - The Nuclear Men nr. 1 – Il nuovo corso dell'Uomo Nucleare di casa DC esordisce con un ritmo discontinuo che intreccia toni noir e la cruda violenza andata tanto di moda nell'ultimo decennio con farragini fantascientifiche pasticciate quanto prevedibili. Un numero uno più autentico di altri, giacché presenta un nuovo corso e nuove declinazioni del personaggio. Ma anche un albo che annoia. Inoltre, infastidisce l'inevitabile associazione con super-sayan resi celebri da Dragon Ball. Prescindibile.

Red Lanterns nr. 1 – E' poco... ma si vorrebbe averne di più. E questo può essere considerato già un risultato positivo. Peter Milligan (Shade, Enigma) prende in mano il neonato Corpo delle Lanterne Rosse, animate dall'emozione della rabbia e dalla sete di vendetta, e inizia a tessere una trama che potrebbe rivelarsi epica. Atrocitus è un personaggio con qualcosa di shakespeariano, e l'idea della setta di “punitori” intergalattici ha indubbio carisma. Il disegnatore Ed Benes è a suo agio tra alieni dalle sembianze zoomorfe e pirotecnici scontri spaziali. Particolare e promettente.


Continuando a leggere...

Action Comics nr. 2 – L'attenzione del lettore conquistata da Grant Morrison con il primo numero è confermata. Il nuovo giovane Superman è diverso dalla maggior parte delle sue precedenti caratterizzazioni. Più vulnerabile, più terreno. Si definiscono la malvagità del villain Lex Luthor e il suo modo di operare. E' sempre Superman... eppur si muove.


Animal Man nr. 2 – Un nuovo corso decisamente dark, che appare riuscito sin dai primi numeri. Lo scrittore Jeff Lemire fa tesoro delle migliori lezioni Vertigo del decennio passato, e presenta un Animal Man inquietante e intenso. Da leggere.



Alla prossima, con nuove letture e nuove impressioni.


giovedì 27 ottobre 2011

DC Comics Reboot: Osservazioni - Parte 2


Continuamo la nostra carrellata di impressioni su The New 52, ovvero la schiera di numeri uno che la DC Comics, in occasione del suo attual reboot, sta lanciando in questi mesi. Come già nella prima parte, si tratta solo di brevi commenti, impressioni immediate di lettura, e non vere e proprie recensioni. Seguiteremo a leggere, senza nessun impegno di completezza, altri di questi nuovi 52 albi, e a esprimere un veloce parere. Giusto per avere un sentore di cosa sta accadendo negli Stati Uniti ai nostri cari supereroi e farci un'idea di cosa ci aspetta per il prossimo anno.

 
The Savage Hawkman nr. 1 –
Scritto da Tony Daniel (già sceneggiatore sul nuovo Detective Comics) e disegnato da Philip Tan, questo numero uno ci presenta un Carter Hall deciso a liquidare per sempre il suo rapporto con il metallo alieno NTH e il suo alter ego alato. Ovviamente fallisce, e stringe un rinnovato e ancor più ambiguo legame con la misteriosa energia extraterrestre che lo rende Hawkman. Questo il nucleo della saga appena iniziata. Lento e un po’ confuso. I disegni di Philip Tan non ci sembrano ideali per il personaggio, solitamente caratterizzato con stili grafici più realistici. Si basa su un’idea che aggancia, ma il suo iniziale sviluppo appare prevedibile e insipido.




Batwoman nr. 1 –
La principale ragione per provare a leggere questa serie dedicata a Kate Kane, è il suo illustre disegnatore (qui anche in veste di autore, coadiuvato da W. H. Haden Blackman). Parliamo di J.H. Williams III, noto per il suo lavoro su Promethea di Alan Moore. Le tavole spettacolari e coraggiose nel loro sbrigliato onirismo, sviluppano una trama altrettanto gotica e labirintica, dove la protagonista, Batwoman, è avvolta da una luce spettrale che le conferisce un carisma grafico notevole. Affascinante dal punto di vista visivo, questo primo numero invoglia a continuare la lettura, ma potrebbe nel tempo rivelarsi “dopato” dalle collaudate illustrazioni psichedeliche di Williams. Da tenere d’occhio.

 

Resurrection Man nr. 1 – Personaggio giovanissimo di casa DC (nasce editorialmente nel 1997), Resurrection Man aveva lasciato aperti tanti misteri nella sua serie precedente, da poter considerare questo nuovo numero uno come un valido punto di partenza. Un inizio in medias res, in carattere con la sua precedente versione. Mitchell Shelley non può morire. O meglio, non può restare morto senza tornare in vita di lì a poco. E a ogni resurrezione possiede un potere diverso, in genere influenzato dalle modalità della sua ultima dipartita. Lo incontriamo mentre torna in vita in un obitorio, ossessionato da una misteriosa compulsione che lo induce a prendere un volo per Portland. Lo attendono nuovi enigmi e nuove morti. Gli autori Andy Lanning e Dan Abnett, creatori del personaggio alla fine degli anni novanta, riportano – letteralmente – in vita la loro creatura con una sarabanda di eventi misteriosi, creature demoniache, spietate assassine professioniste. Un fumetto supereroistico-horror che si discosta un po’ dalla tradizione classica della DC, e riesce a intrigare soprattutto chi ancora non conosceva l’eroe protagonista. Strano e interessante.

Green Lantern nr. 1 – Geoff Johns, ormai grande architetto di casa DC, continua a dimostrare una mano felice nel raccontare le vicende del buon vecchio Lanterna. Il punto di partenza è molto interessante. I Guardiani hanno deciso di dare a Sinestro la possibilità di redimersi, e questi ora possiede l’anello che fu di Hal Jordan. Questi, dal canto suo, sta tentando di tornare a un’esistenza fatta di scadenze, debiti e difficili rapporti umani. Ma è improbabile che chi è stato la più grande delle Lanterne Verdi possa tornare a una vita normale. I disegni di Doug Mahnke, sempre spettacolari, contribuiscono a fare di questo numero uno un prodotto che aggancia il lettore, instillandogli pagina dopo pagina la voglia di proseguire la lettura. Promettente.


Wonder Woman nr. 1 – Dopo la parentesi della revisione operata da J.M.  J.M. Straczynski, la principessa amazzone affronta l'ennesimo restyling, stavolta a opera di Brian Azzarello e Cliff Chiang. Nessuna storia di origini, almeno per ora. Cupe versioni delle divinità olimpiche, echi in stile "tardo Vertigo", e una Wonder Woman giunonica e selvaggia. Se qualcuno avesse ancora questa curiosità, Diana ha di nuovo perso i pantaloni. Leggibile, ma senza particolari guizzi creativi.

Green Arrow nr. 1 – Azione per quasi tutto l'albo. Un pizzico di vita privata e... poco vero interesse. Questo nuovo inizio per Freccia Verde parte con l'acceleratore a tavoletta per quanto riguarda gli scontri, ma inciampa nel già visto, e il ritmo sostenuto non basta a migliorare le cose. Un po' deludente.



Continuando a leggere...

Justice League nr. 2 -
Il reboot della JLA orchestrato da Geoff Jhons per le matite ispirate di Jim Lee inizia a farsi più convincente. Johns conferma di avere mano felice nelle caratterizzazioni e nella descrizione delle dinamiche tra i personaggi. Entra in scena uno scattante Flash, mentre Superman, quello nuovo, si scatena, apparendo molto più alieno e minaccioso di quanto ricordavamo dalle precedenti versioni. Come sottotrama di supporto continua la storia delle origini del Cyborg, mentre si allarga l’ombra di Darkseid e Wonder Woman rimanda la sua apparizione al terzo numero. Simpatico, e potremmo dire che l'appetito aumenta mangiando.


Batgirl nr. 2 - Si confermano le impressioni modeste del primo episodio. Barbara è un personaggio interessante, ma la risoluzione della sua infermità rimane ancora vaga. Troppo. Inoltre, la noia incombe, e pagina dopo pagina la curiosità inizia a scemare.

Hawk and Dove nr. 2 - Ebbene sì. Abbiamo continuato a leggere anche la serie firmata da Sterling Gates e disegnata dal famigerato Rob Liefeld. Dobbiamo commentare? Il grido di battaglia è... Rob Liefeld Forever! Scazzottate, grugni torvi e muscolazzi anche dove non dovrebbero esistere. Portate il salvagente o affogherete nel testosterone.

 Alla prossima.