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martedì 3 marzo 2015

Capoeira al booq di Vicolo della Neve


L'arte marziale come strumento educativo. La lotta e le sue regole, i principi di onore e rispetto per il recupero dal degrado... la Capoeira: uno sport ispirato da una pagina nera della Storia che ci parla di riscatto, voglia di libertà, indipendenza e... rispetto. Senza la velocità, senza l'agilità... la forza non conta nulla. E per essere agili, per essere veloci, bisogna essere vigili, attenti, ricettivi.


Dopo esperienze positive svolte in altri quartieri difficili di Palermo (Falsomiele, Guadagna), gli insegnanti dell'istruttore C'è Roda (il gruppo Capoeira da Bahia) intervengono e si inseriscono nell'avventura sociale del booq, la bibliofficina occupata di quartiere, in prima linea dallo scorso Giugno 2014 nella resistenza culturale della nostra città. Ieri, in Vicolo della Neve, la prima lezione. Un'esperienza ancora all'inizio per poterne parlare in modo concreto, ma sicuramente incoraggiante, visto il coinvolgimento della gioventù del quartiere che ha mostrato un notevole interesse e una sensibilità insospettabile davanti al linguaggio fisico (e occultamente intellettuale) dell'arte della Capoeira.

La Capoeira è un'arte marziale creata dai discendenti degli schiavi africani vissuti in Brasile, e consiste nella somma di rituali di varie forme di lotta di comunità africane (che contenevano anche elementi di danza) già nati in colonie portoghesi prima della deportazione in schiavitù. Una voce storica non confermata afferma che la Capoeira fosse un sistema ideato dai neri in cattività per allenarsi e affinare l'arte del combattimento (coltivando il loro sogno di libertà) ma dissimulando il tutto con quella che a occhi non avvertiti poteva apparire come una semplice danza. Pare anche che la Capoeira fosse stata, a un certo punto, vietata agli schiavi, così come altre pratiche che ne avrebbero favorito l'aggregazione e il nascere di iniziative pericolose per i loro carcerieri. Dopo il 1888, anno di abolizione della schiavitù, la Capoeira fu praticata da molti ex schiavi per difesa personale, e spesso per sopravvivere in una realtà sociale che ancora non li accettava benché liberi cittadini. Questo e altro, in quegli anni, resero la Capoeira nota principalmente come un combattimento associato alla vita da strada, e sarebbe dovuto passare un po' di tempo perché venisse definitivamente sdoganata come sport onorevole. Nel 1932 nasce a Bahia la prima accademia di Capoeira, dove l'arte marziale viene associata a un ordine di regole d'onore e stile di vita volte a riscattarne l'immagine, fino a quel momento negativa. Nel 1974 la Capoeira è stata riconosciuta come sport nazionale brasiliano, e nei decenni successivi ha preso a diffondersi anche in Europa.


Questa, molto in breve, l'origine di un'arte marziale che oggi è usata anche come strumento educativo, di aggregazione e di crescita. Non è un caso che di frequente essa sia praticata presso i centri sociali e si associ al lavoro di educatori di strada. Il corso di Capoeira al booq di Vicolo della Neve continuerà ogni Lunedì alle 17,30. E ci auguriamo che questo scambio culturale possa farci crescere tutti, almeno un poco, al di là delle utopie e del sempre comodo disincanto.

[L'illustrazione in alto, "Capoeira Bending" è dell'artista Jo-yumegari]