martedì 29 settembre 2020

Seoul Station

 


Finalmente ho trovato il tempo per recuperare la visione di "Seoul Station", lungometraggio animato diretto da Yeon Sang Ho. Per chi non lo sapesse, si tratta del prequel animato di "Train to Busan", film coreano in live action del 2016 diretto dallo stesso regista, e decisamente uno dei migliori zombi-movie degli ultimi vent'anni. "Seoul Station" uscì a distanza di un mese dal film precedente e in seguito fu allegato all'edizione in home video. Possiamo definirlo un prequel, ma anche un altro episodio ambientato nello stesso universo narrativo, in quanto ci narra lo scoppio dell'epidemia zombesca da un'altro punto di vista. "Train to Busan" ci mostra il dilagare degli zombi, famelici e centometristi, sul treno diretto a Busan, e gli sforzi per sopravvivere dei passeggeri in viaggio su un convoglio infestato da mostri carnivori. "Seoul Station" si svolge in città, partendo dalla stazione e da quanti vivono nei suoi paraggi. Lo sviluppo è quello classico del survival horror. Un pugno di personaggi, le dinamiche tra loro, e l'incertezza su chi sopravviverà e come. Ma a differenza di "Train to Busan", focalizzato sui protagonisti e le loro caratterizzazioni, "Seoul Station" punta di più su un contesto generale, in questo caso decisamente degradato e pessimista. L'assenza di empatia, il pregiudizio, l'individualismo. Una corsa a perdifiato per la sopravvivenza in un mondo che era già cupo e ostile prima ancora dell'arrivo della piaga zombi. Un gioiello di animazione che conferma la capacità di Yeong Sang Ho di creare situazioni tese come corde di violino e fare partecipare lo spettatore al destino dei personaggi. A questo punto, i dubbi su "Peninsula", il seguito appena uscito in Corea di "Train to Busian" non sussistono. Sarà una corsa a perdifiato, con le viscere annodate, e quando penseremo di sapere cosa ci aspetta, ci troveremo davanti all'inatteso.



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