venerdì 10 giugno 2016

Rebirth: una prima occhiata alle singole serie...


Lo so. Da qualche parte, sui social, avevo detto che non ne avrei più parlato. Ma sono un risaputo brunello. Quindi...

Insomma, Rebirth, il crossover che rilancerà il DC Universe e che vede come grande architetto lo sceneggiatore Geoff Jhones, procede... lentamente sulle singole serie, ma si fa sentire un po' di più su Flash (come si poteva immaginare dal prologo) e Wonder Woman.

Se Green Arrow inizia a recuperare qualcosa del suo rapporto sentimentale (azzerato dagli eventi di Flashpoint e dai New 52) con Black Canary, il vecchio Superman (quello che ha avuto un figlio da Lois Lane) inizia a fare i conti con una realtà che non sembra seguire le regole che credeva di aver riconosciuto. Dal canto suo, sulla sua serie personale, Batman ha ben altre gatte da pelare, e la vicenda lasciata in sospeso al termine del prologo è ancora in alto mare. O meglio, si collega direttamente alla storyline di Flash, probabilmente una delle sorprese più riuscite di questa ennesima (e sicuramente non ultima) revisione di uno dei cosmi supereroistici più famosi al mondo. Carmine di Giandomenico è in ottima forma, e ci regala un velocista scarlatto carismatico, scattante e umanissimo. Il suo tratto non realistico, libero, ma lontano da facili derive grottesche, si presta molto a interpretare il mondo ipercinetico di Barry Allen, e mostra un biglietto da visita che è una festa per gli occhi nella storia sceneggiata da Joshua Williamson. Una trama densa di riferimenti iconici che ripercorrono l'origine di Barry e i suoi principali traumi. Quindi Wally ora è tornato. Un altro Wally seguirà il suo destino, e il passato ritornerà a mordere (o accarezzare) le chiappe di tutti i personaggi. E' sulle pagine di Flash che s'infittisce il mistero della spilla smiley ritrovata da Batman nella Bat-Caverna (in realtà è stata “sputata” dallo stesso fulmine in cui era apparso per pochi istanti Wally West). Per il resto, dovremo aspettare le prossime uscite.


Così per Wonder Woman (nuovamente affidata allo sceneggiatore Greg Rucka), che ci appare in crisi. E sappiamo che questa non è una parola da prendere alla leggera in casa DC. Confusa, spaesata, tormentata da ricordi che non comprende, e dalla frase che continua a ripetersi ossessivamente, e cioè che “il passato continua a cambiare”. Wonder Woman, forse più di altri personaggi DC, ha subito modifiche retrospettive, e il rimaneggiamento dei New 52 non è stato esattamente da poco. La sua prima avventura sotto l'ombrello di Rebirth è fortemente onirica, non può non esserlo. Diana è una creatura mitologica la cui origine è stata più volte riscritta. Bizzarro vederle fare qualcosa che forse non ha mai fatto prima... o che almeno, io non le avevo mai visto fare: legare se stessa con il suo lazo che induce a dire solo la verità. Le risposte sono tante. Sono tutte vere. Ma qualcuna forse è più vera delle altre. Chissà.


Insomma, a piccoli passi, inizia a svilupparsi questo “raddrizzamento” della continuity. Pare che molto riguarderà la memoria dei personaggi, che riacquisteranno gradualmente i ricordi di cosa è successo prima degli eventi che hanno modificato il corso della loro storia, ma senza riplasmare il loro mondo come avvenuto alla fine di Flashpoint. Non per ora, almeno. La direzione sembra questa. L'idea non è da buttare se funzionale a ripristinare concetti cestinati con troppa leggerezza (e tuttora rimpianti da molti lettori di vecchia data). Ma i risultati a lungo termine restano ancora tutti da scoprire.  


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