giovedì 16 ottobre 2014

Colla e caucciù... per salutare Giorgio Rebuffi

 

Solo poche parole... giusto per salutare Giorgio Rebuffi (1928-2014), scomparso a pochi giorni di distanza da Lorenzo Bartoli, stimato autore di John Doe


Non ho nessuna particolare antipatia per i coccodrilli. Mi limito a non nuotare nelle loro stesse acque. Ma odio doverli scrivere, quando il loro nome acquista una valenza sarcastica, riferita al commento giornalistico alla dipartita di un personaggio noto. Eppure ci sta, si deve. Ci tocca. Se Bartoli (scomparso troppo presto) aveva infuso una ventata d'ossigeno al fumetto popolare italiano contribuendo a creare John Doe, Rebuffi è stato una figura storica soprattutto per chi non è più giovanissimo, ma ricorda con piacere i suoi primi anni di appassionato di fumetti.
 

A quanti lettori sui vent'anni di età dice qualcosa il nome Tiramolla? E' possibile che i più avvertiti lo conoscano, almeno per sentito dire, ma è altrettanto probabile di no, e che siano costretti a una ricerca più approfondita per scoprirlo.

Allora ricorderò Rebuffi così: da decenni, ormai, quando vorremmo acchiappare un oggetto distante, fuori dalla nostra portata, passare sotto una porta chiusa a chiave, o semplicemente quando scopriamo che in bagno è finita la carta igienica... a molti di noi capita di pensare «Se solo fossi Mr Fantastic, Reed Richards dei Fantastici Quattro!» (ciao ciao, Tim Story. Noi ci pensavamo già da piccoli).

Ebbene, giovani... ci fu un tempo eroico in cui i ragazzi, nelle medesime circostanze sopra descritte, dicevano «Se solo potessi allungarmi... Se solo fossi Tiramolla!»
E sì, perché il misterioso, buffissimo mutante, figlio della colla e del caucciù, aveva le stesse medesime caratteristiche del supereroe marvelliano (comunque già debitore a personaggi di altri marchi editoriali statunitensi). Erano altri tempi, il fumetto d'importazione era meno pervasivo, e i miti di casa nostra (anche quelli a fumetti) impregnavano anche il nostro modo di parlare, i nostri paradossi e i nostri sogni.

Graficamente, Rebuffi ideò Tiramolla (su testi di Roberto Renzi) nel 1952, e lo rese immediatamente iconico. Un esserino filiforme, con un faccione da pupazzo fregiato con tuba e papillon rossi. Questo supereroe per i più piccoli nasceva sulle pagine di un'altra fatica di Renzi e Rebuffi: Cucciolo, dichiarata controparte umanizzata del Topolino disneyano. Ed è accanto a Cucciolo e Beppe (controparte umana di Pippo) che Tiramolla mosse i primi passi, bucando letteralmente la pagina con i suoi poteri elastici e conquistando uno spazio (e un giornalino) tutto suo.

Ma Rebuffi è da ricordare per l'intera mitologia per ragazzi legata al microcosmo di Cucciolo, affollata di personaggi fortemente caratterizzati e in grado di gareggiare in simpatia con le creature di Walt Disney che hanno segnato l'infanzia di tutti noi. Il lupo Pugacioff, altro antieroe indimenticabile, la cui strada si incrociava spesso con il cammino degli altri, soprattutto con l'oggetto principale della sua fame lupesca, il grassoccio Bombarda, clone del Gambadilegno avversario di Topolino, che con il lupaccio della steppa aveva un rapporto-tormentone molto simile a quello esistente tra Capitan Uncino e il famelico Coccodrillo (sempre questi rettili piagnoni, accidenti!).



Soprattutto per chi è nato e cresciuto tra gli anni 60 e i primi 70, i fumetti di Giorgio Rebuffi sono stati sicuramente i principali concorrenti del classico Topolino. Ma si andava al di là della semplice imitazione. La verve delle storie era brillante, le caratterizzazioni vincenti, i personaggi indimenticabili.

Rebuffi non c'è più, e nello stesso tempo c'è ancora, ci sarà sempre. Al di là di quanto possa suonare retorico. Perché è questo quel che significa lasciare un'impronta nell'immaginario. Entrare a far parte del linguaggio e del bagaglio di memorie di così tanta gente. Impresa certo non da poco.



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