venerdì 26 aprile 2013

Edificio 17A - Gioia e burocrazia


Pino, mio fratello, mi ha portato in giro tutta la giornata. Siamo andati a trovare Ciccio, ancora ricoverato in Chirurgia Oncologica, felicissimo di vedermi. Ci siamo abbracciati. Lui, così magro, mi faceva ancora più tenerezza. Abbiamo parlato tenendoci per mano. I suoi grandi occhi erano sorridenti e alle volte si inumidivano per la commozione. Mi ha fatto trovare una caciotta di caciocavallo fresco prodotta a Godrano. Ho incontrato anche Caterina con la quale ci siamo abbracciati a lungo, come vecchi amici che si rivedono dopo molti anni. Ho incontrato anche la caposala Rosi. Ha gradito molto i miei ringraziamenti.
Poi, Pino mi ha detto “Andiamo dalla zia Nunzia”. Io pensavo a una nostra vecchia zia. Invece era Da zia Nunzia, una trattoria. Per la prima volta ho mangiato da solo con mio fratello. Abbiamo chiacchierato e mangiato una pasta con vongole e cozze molto buona, accompagnata da un vinello bianco e fresco. Guardo Pino con uno sguardo diverso. Uno dei tanti cambiamenti. Lo guardo e invidio la sua forza.
Il giro è continuato alla Asl. Per esenzione ticket e altre pratiche che si fanno di solito nei casi come il mio. Mi sono messo a parlare con una signora che era lì per il padre: rottura del femore. La cosa strana è che mentre prima erano gli altri a rivolgermi la parola, adesso sono io a rompere il ghiaccio. Ho bevuto due bottigliette di acqua da mezzo litro. E' vero che in questo periodo bevo molto più del solito, ma penso abbia aiutato anche la pasta. Sbrigato tutto, ci siamo diretti verso il mio medico di base.
Ritirate diverse ricette e moduli. Infine, Pino mi ha riportato indietro. Arrivato a casa mi sentivo un rottame. Tutta una giornata passata fuori. Mi ha stancato moltissimo. Ma la rifarei tutta.

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