martedì 7 agosto 2012

Di edicole e distributori locali


"Si rinuncia per sempre al demonio, alle sue opere, e alle sue pompe..." 

 Da oltre vent'anni gestisco un'edicola, che nel tempo si è andata trasformando in libreria specializzata in fumetti. Con tutto ciò mi sento parte integrante della categoria dei giornalai. Condividendo con la categoria le malversazioni dei distributori locali. Non soddisfatto dei due sindacati esistenti ho, insieme ad altri due colleghi, dato la spinta affinché nascesse un sindacato che facesse realmente i nostri interessi. Che fosse più aggressivo. E' finita che io sono stato messo ai margini, escluso dalle cariche direttive. Forse perché uso la testa e non vedo i distributore locale come un mostro di cui aver paura. Penso che in questi anni ci siamo fatti abbindolare per restare legati ad un vecchio mondo che non esiste più. Per me la liberalizzazione era una battaglia da cavalcare, e con qualche avvocato di mezzo l'avremmo vinta. La liberalizzazione era una contraddizione in termini. Se noi abbiamo lo sconto che abbiamo è grazie all'esclusiva. Perdere questa mi autorizza a chiedere uno sconto più alto. Invece ci siamo chiusi nel difendere una fortezza che non c'era più. Ho lasciato il distributore Ania anni fa. Quando aveva ancora la Bonelli. Mi sono arrangiato, ci ho perso soldi, ma mollai Ania. Distributore che non si fece mai più vivo, pur avendo io ancora della merce da rendere (che ancora a distanza di anni conservo). Ora che la D-press è ritornata da Ania, ho chiesto informazioni su come fare per essere di nuovo fra i loro clienti. Richiesta: cinquecento euro a garanzia più il pagamento di un vecchio residuo. Questa, dalle mie parti, si chiama richiesta di pizzo. Primo: non so quanto possa essere corretto chiedere una garanzia in soldii. Secondo: se il distributore Ania avesse potuto giustificare la richiesta di soldi, me li avrebbe chiesti e fatti uscire anni fa. Ora, sotto ricatto della fornitura, io dovrei saldare un conto se non inesistente quanto meno controverso. Dai colleghi vedo che la richiesta di soldi per avere la fornitura sembra essere normale. Per me no. Si accettano a pagamento forniture che dovrebbero essere in conto deposito. Si accetta tutto quanto. Io non ce la faccio. Cercherò di nuovo di arrangiarmi come prima per la fornitura dei prodotti Bonelli. Perdendoci, certo, ma restando a testa alta. Quindi rinuncio ad Ania, alle sue opere, e alle sue pompe.

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