giovedì 13 febbraio 2025

Captain America Brave New World: Bene, ma non benissimo



 Captain America: Brave New World...

Allora, che dire?
Mettiamola così. Un film non brutto. Non noioso. Anche perché misericordiosamente breve rispetto a certi suoi predecessori. Un compito svolto con diligenza che merita una sufficienza. Sì, perché a mio avviso i problemi sono altri.
Il film di Julius Onah non è un dito in un occhio. Non è quell'agonia di "Quantomania" e neppure il brodino annacquato di "The Marvels". Il guaio è che se non disturba, neppure appassiona. O almeno non è riuscito a farlo con il sottoscritto.
C'è da dire che dopo anni e anni di film Marvel, sorprendere, emozionare, è diventato difficilissimo. Inoltre, ormai tutto è telefonato. Quelli che dovrebbero essere colpi di scena, li abbiamo tutti visti nei trailer. O peggio ancora, sono stati annunciati con mesi di anticipo. L'effetto finale, dunque, è come vedere un film giallo in cui i personaggi non conoscono l'identità dell'assassino, ma il pubblico sì. Non c'è il piacere della scoperta, ma soltanto l'attesa di vedere entrare in scena l'annunciato divo di turno.
Come può quindi un film d'avventura intrattenere davvero e funzionare alla luce di questi elementi. In un meccanismo produttivo in cui il film finito è solo il punto d'arrivo di un crescendo onanistico che alla fine ottunde l'orgasmo e conclude con una sensazione di liberazione più che di appagamento.
Non pollice verso (pare non sia vero che i romani lo facessero al Colosseo), ma neppure applausi. E la scena post credits, tanto attesa, non dice niente che non ci fosse già stato annunciato a gran voce un sacco di tempo fa.
Bisogna cambiare il meccanismo. Ma questa, diciamocelo, è un'utopia. Il giocattolo ha funzionato, ma siamo noi che siamo cambiato. Perché dopo una tempesta di stimoli arriva l'abitudine.
E addio.
Non escludo, comunque, che mantenendo le pretese basse possa intrattenere. Io stesso non l'ho odiato. Però...
Lo ammetto. Ora ho bisogno di altro.

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