XVII secolo, Costa d'Avorio. Una
nave negriera, caricato il suo bottino di carne umana, salpa verso
l'America dove uomini e donne in catene saranno venduti al mercato
degli schiavi in cambio di denaro sonante. Tra questi c'è
Fulù, fanciulla albina dalle forme sinuose e con occhi color
smeraldo che sembrano squarciare l'anima. Il corpo da pantera della
ragazza fa ardere di desiderio qualunque uomo incroci il suo sguardo
e saranno in tanti a volerla possedere prima ancora di giungere a
destinazione. Ma Fulù non è una schiava come tutte le
altre. Il suo passato nasconde origini misteriose, e Fulù
stessa è una potente sciamana, capace di manipolare le
passioni degli altri come creta e comunicare con gli spiriti guida
della sua gente. Facoltosi bianchi si contendono la sua proprietà
e il suo corpo mentre l'arcana trama intessuta da Fulù semina
caos e morte, avvicinandola un passo alla volta al suo destino e
all'agognata libertà...
Fulù, giunto finalmente
in Italia in edizione integrale, a poco più di un anno
dall'improvvisa scomparsa di Carlos Trillo, è forse il modo
più congruo per ricordare (o per scoprire, da parte dei più
giovani) quello che è stato e continuerà a essere un
indiscusso maestro del romanzo grafico argentino. Iniziata in
collaborazione con il disegnatore Eduardo Risso più di
vent'nni fa, la saga di Fulù aveva fatto nel nostro paese
qualche fugace apparizione nella collana Euracomix per poi fare
perdere le sue tracce. Oggi, la 001 Edizioni ci propone la versione
absolute, come già fatto con altre opere di Trillo, in
modo che il lettore italiano possa gustare la magica avventura della
schiava incantatrice e dei suoi picareschi comprimari in un'unica
soluzione narrativa, in uno splendido bianco e nero che esalta le
affascinanti matite di Risso e la loro ineffabile duttilità. E
che strana, complessa e deliziosa opera è quella firmata da
Carlos Trillo. Un racconto formativo e avventuroso che nello stesso
tempo diletta il lettore con fosche atmosfere noir. Lo spiazza con i
suoi elementi soprannaturali ed etnici. Lo cattura e lo tiene
prigioniero fino all'ultima pagina, grazie a caratterizzazioni
vivaci, spesso grottesche, presentando una galleria di personaggi mai
scontati e una protagonista imprevedibile dal carisma sconfinato.
Chi si accosterà alla lettura di
Fulù aspettandosi la consueta storia, tragica e
avventurosa, di crudeli negrieri e schiavi in fuga, resterà
piacevolmente sorpreso. L'inizio convenzionale della trama rivela
presto la sua impronta fantastica, che ibrida archetipi e situazioni
del romanzo d'appendice con elementi narrativi maturi, dove i
machiavellici piani della bella schiava si ammantano sempre più
di stregoneria tribale e visioni oniriche, fino al dichiarato
deflagrare della magia, raccontata con la sfrontata naturalezza dei
grandi romanzieri sudamericani. Fulù è la storia
di una donna il cui scopo è tornare libera alla sua terra, ma
anche una storia di miserie umane le cui strade si sono
disgraziatamente incrociate con l'incarnazione di una forza
primordiale incontenibile, protetta da arti ignote all'uomo bianco e
destinata a compiere un cammino che dispenserà a quanti la
sfiorano disgrazia o fortuna, mentre l'esistenza stessa di Fulù
si rivela il tassello di un mosaico mistico ben più articolato
di quanto sembrasse in principio. Con una scelta narrativa da
maestro, per oltre metà dell'opera, Trillo nega al lettore
l'accesso ai pensieri della protagonista, di cui vediamo solo
l'ambiguo sguardo o cogliamo poche, essenziali parole. I suoi
intrighi spregiudicati sono palesati dall'esplodere degli eventi, e
la conturbante sagoma della Venere nera diventa un'icona senza tempo
dell'eterno femminino. Divinità da adorare, strega da temere,
forza della natura in cui perdersi. La sfinge di colore, da tutti
bramata, da tanti odiata per la sola colpa di esistere, è
simbolo del mistero stesso dell'esistenza, della sua crudele
bellezza, e dei suoi rari, preziosi istanti di tenerezza.
«I loro dei sono padroni... I
nostri sono amici... » mormora Fulù quando Trillo,
dopo averla immersa a lungo in un enigmatico silenzio, le dona infine
un linguaggio più sofisticato. Fulù è un'eroina
profondamente ambigua, implacabile con quanti ostacolano il suo
ritorno alla terra natìa, ma anche benevola fata rivelatrice
di caratteri e dispensatrice di inattese grazie. La circonda un
affollato circo di avversari bizzarri e inattesi alleati non privi di
macchia. Su tutti si segnala, per dirompenza, la perversa Aldaba,
sorella del falso alchimista e tra i principali nemici di Fulù,
disegnata da Eduardo Risso come un omaggio alla monumentale sagoma
di Divine, celebre drag queen e feticcio del cinema indipendente di
John Waters (cui fecero ricorso anche gli animatori della Walt Disney
Pictures per dare corpo alla strega del mare ne La sirenetta
del 1989). E proprio in relazione ad Aldaba che avviene il tanto
atteso stravolgimento dei ruoli che fa di Fulù un'opera
surreale, che non lesina sull'humor nero e il grottesco, ma
soprattutto un'avventura morale intrisa di magia e misticismo, oltre
che di elegante sensualità.
Fulù è una storia
epica e romantica, drammatica e divertente. Un gioiello scaturito
dalla collaborazione di due giganti del fumetto argentino che merita
più letture, capace com'è di affascinare e colpire al
cuore chi tiene in mano il volume con numerosi dardi intinti in
veleni differenti e dagli effetti variegati. Allucinogeni, dolci e
amari nello stesso tempo. Così com'è complessa e
misteriosa Fulù. Schiava di nome, in realtà maliarda
venuta al mondo per diventare leggenda, tra la sua gente come tra gli
ottusi bianchi che osano pensare di poterla possedere. Un
appassionato elogio della libertà, ma anche della vita e e
delle forze che la guidano. Si vogliano chiamare magia o coraggio.
Spiriti guida o determinazione. Fulù è una
lettura che incanta. E nello stesso tempo... libera, lasciando un po'
più ricco chi ha conosciuto e amato l'affascinante strega
africana e la poesia del grande Carlos Trillo.
Questa recensione è stata pubblicata anche su FantasyMagazine.