martedì 14 luglio 2020
Muori, papà, muori!
Un padre poliziotto grande e grosso. Una figlia con dei segreti. Un fidanzato innamorato. Un duello lungo un film.
Violenza e sangue a profusione. Divertimento a mille.
La cosa buffa di "Muori, papà, muori" (opera prima del giovane regista russo Kirill Sokolov) e quella di essere stato distribuito con l'azzeccato titolo internazionale "Why Don't You Just die!" ("Perché non muori e basta!"), suscitando la consueta mitraglia di insulti (in genere meritati) contro i titolisti nostrani. Buffo, perché in questo caso ci si è limitati ad aggiungere una reiterazione al titolo originale russo, cioè "Papa, sdokhni" ("Muori, papà!").
E' ormai un rito quello di definire "tarantiniano" un film in cui violenza, l'elemento pulp, l'umorismo nero e le pennellate di surrealtà la fanno da padroni. E forse c'è qualcosa di vero anche qui. Ma in verità, più che allo zio Quentin, guardando il film di Sokolov, mi sono scoperto a pensare a un Pedro Almodovar sotto acido e assetato di sangue. Non è semplice definire il genere di "Papa, sdokhni". Commedia nera? Sicuramente. Horror? Forse, dipende a chi chiedi. Thriller? In qualche modo anche. Cartone animato girato con attori in carne e ossa. Sì, assolutamente. Grattachecca e Fighetto ringraziano. E il pubblico anche. Non è nemmeno il caso di perdere tempo a riassumere la trama. Un ragazzo decide di eliminare il padre tiranno della fidanzata che pare l'abbia molestata nell'infanzia e che forse continua a farlo. Uno spunto sufficiente a far partire una lotta senza fine tra due personaggi fisicamente indistruttibili, con buona pace dell'anatomia, delle scienze balistiche, del realismo (chi se ne frega quando un film è così divertente?). Una faida che innescherà una spirale di violenza e distruzione, ma anche di rivelazioni inaspettate. Un divertissement dal ritmo impeccabile, che non lesina neppure citazioni ai western di Sergio Leone, in alcune scelte di regia e nell'uso, studiato e ironico della colonna sonora. Pochi attori, una recitazione che definire sopra le righe sarebbe un eufemismo. E tanto, tantissimo splatter.
Meglio non aggiungere altro, e scoprire il film, uscito da poco in dvd in Italia e visibile su Chili. Un film di situazione e di forma che riesce a divertire. Speriamo che Sokolov, che prima di questo film (uscito in patria nel 2018) aveva realizzato solo alcuni cortometraggi, si dimostri all'altezza delle promesse di questo esordio. E di avere la possibilità di metterlo alla prova anche sugli schermi italiani.
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