mercoledì 6 maggio 2020
All the Boys Love Mandy Lane
"All the Boys Love Mandy Lane" è uno slasher. Partiamo da questo assunto. Un film di genere thriller-horror di cui oggi anche i sassi conoscono le regole. Il film di esordio di Jonathan Levine (finito di girare nel 2006, ma rimasto congelato a lungo a causa di beghe produttive, uscito addirittura nel 2013, apparso soltanto in qualche festival e presto riciclato per il mercato home video) non è un capolavoro. Anzi, forse non è neppure un prodotto del tutto riuscito, e in parte, per una buona parte di minutaggio, può risultare persino irritante. Per me, almeno è stato così. Un film davvero breve (dura un'ora e venti minuti) che si presenta con tutti gli stereotipi incastrati al posto giusto, per poi disattenderli uno dopo l'altro e farci chiedere che cavolo stiamo guardando e perché. "All the Boys Love Mandy Lane" è anche Amber Heard. La Mandy Lane del titolo. E' la sua presenza, il suo incedere, il suo essere tra noi (e nel film) pur dando la sensazione di non appartenere a questa terra. Mandy Lane è una final girl. No. Mandy Lane è LA final girl. Un archetipo del genere che lo attraversa, lo calpesta e fa suo un ruolo assegnatole dal destino. "All the Boys Love Mandy Lane" è un altro di quei cazzo di film dei quali non puoi parlare veramente senza ammazzare tutte le ragioni per vederlo. E questo sì che è frustrante. Perché sebbene la lampadina sulla mia testa si sia accesa 30 secondi esatti prima del twist in cui il film svolta e mostra la sua vera identità, l'anima di questa fiaba nera (ah, ricordiamoci! E' uno slasher!) risiede tutta lì. "All the Boys Love Mandy Lane" non è "Scream". La trilogia di Wes Craven che aveva elencato, decostruito e disinnescato i cliché del genere, si basava molto su una componente metafilmica e un tocco abbondante di humor nero. Il film di Levine si prende sul serio da morire. Ha un'aura sporca, da pellicola anni 70. Sembra quasi un film fuori dal tempo, per certi versi. Si rischia di non riuscire a guardarlo fino alla fine, tanto può sembrare scontato. Eppure... Possibilmente, per cogliere certi aspetti e notare tutte le libertà e le sovversioni giocate sul genere, sarebbe necessario vedere il film una seconda volta, ma la sensazione morbosa che lascia addosso quando iniziano i titoli di coda sulle note della romanticissima "Sealed With a Kiss", non incoraggia a farlo tanto presto. E' difficile anche dire se il film mi sia piaciuto o meno. Diciamo che mi sono piaciute le sue intenzioni e lo sforzo per rappresentarle. E in fondo, non è poco, considerato che parliamo di un piccolo film che si dimostra malatissimo. Spiazzando lo spettatore a metà film, facendogli cadere le braccia (e le difese) per poi assestargli un calcio da mulo. "All the Boys Love Mandy Lane" è un film tuttora inedito in Italia. Difficile da reperire, e questo forse ha contribuito ad accrescere la sua nomea underground di opera horror "diversa" e spiazzante. Amber Heard, oggi, forse non è in cima alle simpatie di molti, ma in questo film è davvero splendida sotto tutti i punti di vista. Del resto "Tutti i ragazzi amano Mandy Lane", e l'unica certezza è che questo non porterà a niente di buono.
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