"Il fabbro e il diavolo" (in originale "Errementari") è un film diretto da Paul Urkijo Alijo e prodotta da Alex de la Iglesia nel 2017. Il film, una produzione basco-francese, è una fiaba nera che riprende motivi popolari presenti in molte culture e le colloca nel XIX secolo, dopo la prima guerra civile carlista. I protagonisti sono archetipi senza tempo. Il diavolo e la sua ricerca di anime da assoggettare tramite un patto, e una figura di popolano che in qualche modo gli resiste, con l'astuzia, la forza o magari entrambe. Questo piccolo, simpatico film, presenta una struttura in fondo molto semplice e per l'appunto archetipica. Ma vive soprattutto di forma, di tempi narrativi e delle caratterizzazioni dei personaggi, sia centrali che di contorno. La pellicola di Alijo non ha un budget altissimo, ed è possibile (anzi, è successo) che alcuni sentano il bisogno di criticare gli effetti speciali (in realtà didascalici) presenti nell'ultimo segmento del racconto. Cosa a mio parere abbastanza inutile, perché "Errementari" è un'opera che si regge sulle atmosfere e funzionerebbe anche su un palcoscenico teatrale, con le assi di legno che scricchiolano sotto i piedi degli attori, e con fiamme di carta mosse da ventilatori. Dimentichiamoci, dunque, gli effetti contemporanei, che ci hanno mangiato occhi e cervello, e concentriamoci su una novella semplice ma dalle passioni forti, che non racconta niente di nuovo, ma che lo fa con uno stile davvero accattivante.
"Il fabbro e il diavolo" è un film fantastico, in una cornice storica ricostruita piuttosto bene. E' un film horror sotto diversi aspetti, e a sorpresa è anche una commedia grottesca. Il suo tema centrale è la diversità e l'incomprensione che condanna questa alla solitudine. E' una parabola morale sul senso della colpa e della punizione. L'inferno, diceva Thomas Mann in un suo romanzo, è una condizione dell'anima. Soltanto chi aspira a essere giusto comprende i propri difetti, le proprie colpe e ne soffre, condannandosi all'inferno. Ed è per questo che all'inferno, praticamente, ci finiscono solo le brave persone.
"Errementari" in qualche modo sfiora questo pensiero etico e confeziona una favola sull'ambiguità di bene e male. Siamo il nostro inferno, e le circostanze possono renderci non troppo diversi dallo stesso diavolo venuto a reclamare la nostra anima. Visivamente, il film ha una sua potenza, e la figura centrale, quella del fabbro, figura temibile, ma anche mitica, acquista una simbologia non scontata, che parla di colpa attraverso un percorso di redenzione disseminato comunque di violenza e crudeltà.
Piacevoli i rimandi (sicuramente volontari) a feticci del cinema e della televisione di genere. Qualcuno ravviserà il seminale "Ululati nella notte", celebre episodio di "Ai confini della realtà", già omaggiato dal film "I trapped the devil" (ma qui si va oltre e si supera il limite). Al genere slasher, echeggiato dalle location, dalla narrazioni che circondano il misterioso protagonista e la sua prima, spettacolare apparizione (che prende comunque una direzione ben diversa). In definitiva, "Il fabbro e il diavolo" pur non essendo un film particolarmente originale o riuscito, è un divertentissimo esercizio di stile a cui è facile voler bene. E se i serpenti vi fanno paura, se li odiate... stavolta potreste ricredervi, e piangere persino.
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