lunedì 8 luglio 2019

Alla fine John muore



John Dies at the end” (“Alla fine John muore”) è un film di Don Coscarelli uscito nel 2013 e inedito da noi. Don Coscarelli è noto agli appassionati per la sua filmografia ridotta e le uscite molto dilazionate nel tempo. Il suo nome è ricordato soprattutto per la saga “Fantasmi” (iniziata nel 1979) e il delizioso “Bubba Ho-Tep” del 2002, tratto dal racconto di Joe R. Landsdale e interpretato da Bruce Campbell.

All'origine di “Alla fine John muore” c'è il fenomeno letterario firmato da David Wong (pseudonimo di Jason Pargin), un blog novel realizzato a puntate quasi per gioco, divenuto un caso grazie al passaparola e infine arrivato su carta nel 2009 (in Italia è pubblicato da Fanucci).



Il genere non è facilmente classificabile. Horror? Grottesco? Fantascienza? Se rammentiamo il tono fortemente onirico del film “Fantasmi”, sarà facile capire perché Coscarelli è stato attratto dal romanzo di Wong come uno spillo da una calamita. E questo nonostante la versione cinematografica adatti una minima parte dei tanti eventi folli che formano il libro. Ed è tutto dire, perché il film di Coscarelli non dà tregua, e realizza un beffardo incubo sulle montagne russe in cui splatter, assurdità e comicità, si susseguono per la durata (in fondo contenuta) di un'ora e mezza.


Leggere il romanzo di Wong è un'esperienza psichedelica che il film riesce a condensare con un ottimo ritmo, grazie anche alle performance di attori di spicco tra cui si segnalano Paul Giamatti e Clancy Brown in due ruoli di supporto ma fondamentali. Dialoghi deliranti, strane droghe che conferiscono bizzarri poteri, mostri, metamorfosi, minacce lovecraftiane, armi improbabili, stati alterati della percezione e un vortice di situazioni di una comicità crudelissima. Una sarabanda in cui l'eroismo non esiste, ma l'unica vera arma contro l'apocalisse sembra essere l'irriducibile capacità di riderle in faccia.

Sì, ridere in faccia all'apocalisse. Si può fare.


Un piccolo grande film bizzarro, tratto da un altrettanto bizzarro romanzo, che ovviamente in Italia non è stato distribuito. Se potete, e vi va, recuperatelo. Anzi, leggete anche il libro (quello lo trovate più facilmente). L'effetto è quello di una scarica di adrenalina e di un'esplosione di fantasia a briglia sciolta che in certi tratti provoca pure il mal di mare. Ma ubriaca, al punto che ne vorremmo ancora. Una piccola gemma che conferma Don Coscarelli un artigiano artistoide di grande caratura che fa solo quello che gli va. E forse proprio per questo è così poco prolifico.


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