Anche "The Bridge" (la serie originale scandinava, andata avanti lasciando indietro ben due pallidi remake) è infine giunta al traguardo con una quarta stagione che raccoglie e intreccia tutti i fili lasciati in sospeso. E si dimostra una delle serie TV più sorprendenti e riuscite degli ultimi anni, distaccando di molte misure tanti gettonatissimi prodotti statunitensi. Un crime torbido, con una protagonista femminile indimenticabile e una schiera di comprimari (e partners) caratterizzati benissimo. I remake (uno americano, l'altro anglo-francese) non potevano realmente rendere le atmosfere di "Bron | Broen" (questo il titolo originale, sia in svedese che in danese, con le due parole separate da una linea verticale. Anzi un confine).
Infatti, in "The Bridge" c'è molto più di un intrigo poliziesco che coinvolge per ragioni diplomatiche le autorità di Svezia e Danimarca, costringendo le due forze di polizia a collaborare. Il ponte che unisce i due paesi è il simbolo di una difficile convivenza. Di una sofferta comunicazione tra due popoli gemelli, che hanno avuto un cammino storico parallelo e parlano due lingue derivate dalla stessa radice, ma che hanno compiuto scelte culturali e politiche a volte diverse, e tuttora vivono un rapporto quasi competitivo su determinate questioni etiche e amministrative. Peccato che il doppiaggio faccia perdere la particolarità delle due lingue e le loro sfumature ("Bron | Broen" è recitato sia in svedese che in danese, e nei due paesi i dialoghi sono sottotitolati in base al luogo in cui la serie è trasmessa). "The Bridge" è anche il simbolo della difficoltà a collaborare tra individui, a volte a dispetto degli obiettivi comuni. E la "diversità" della protagonista femminile, quella generica "patologia", mai nominata, ma soltanto accennata (mentre nel remake americano si fa esplicito riferimento alla sindrome di Asperger) è l'ulteriore metafora di un'umanità cui difetta l'empatia, ma che ha un disperato bisogno di avvicinare i suoi simili. "The Bridge" è un noir cupo, crudelissimo e machiavellico. Ordito e recitato benissimo. Una delle serie che conserverò per sempre nel cuore assieme alla canzone che le fa da colona sonora: "Hollow Talk".
Nessun commento:
Posta un commento