"L'isola degli Uomini Pesce" è un film horror/fantasy italiano del 1978 diretto da Sergio Martino e interpretato, oltre che da Claudio Cassinelli, dal rottamato in terra italica Joseph Cotten, ormai alla fine della carriera, e da Barbara Bach, ancora fresca del successo di pubblico di "La spia che mi amava".
La pellicola è palesemente girata sull'onda del coevo (e fallimentare) "L'isola del dottor Moreau" di Don Taylor, remake poco ispirato del film del 1962 "Island of Lost Souls" diretto da Erle K. Kenton. Qui abbiamo una nave che sta trasportando dei detenuti alla Cayenna che affonda nei pressi di un'isola che non appare sulle mappe. I naufraghi sopravvissuti scoprono un misterioso maneggio che coinvolge un genetista scomparso, un avventuriero cacciatore di tesori nascosti, una macumba che pratica il voodoo, un'affascinante dark lady... e uomini pesce in stile "Il mostro della laguna nera" di Jack Arnold, ma forniti di affilatissimi artigli.
Sorpresa! I pesciuomini sono quel che resta della perduta civiltà di Atlantide mutati e coinvolti loro malgrado in un complotto volto a recuperare i tesori della leggendaria città sprofondata. Niente di nuovo sotto il sole. Praticamente sotto nessun punto di vista. Ma noi ragazzi degli anni 70 ce lo bevemmo al cinema senza troppi perché. Succede. Succedeva. Succede ancora.
Una cosa è sicura. Quentin Tarantino si farebbe la pipì addosso.
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