"Da troppo tempo facciamo le manifestazioni in piazza, adesso basta. Portiamo le nostre manifestazioni all'interno del nostro corpo. Facciamoci un corteo interno dentro il nostro cervello. Scopriremo così che anche dentro noi stessi esiste un capitalista da distruggere e da mangiare. La fame di potere è stata inculcata nei nostri gesti e pensieri, e per comprendere il suo non-valore reale bisogna individuare dov'è situato il NOSTRO capitalista per farlo fuori insieme a tutti gli altri."
Salvatore Rizzuto Adelfio - Frammenti
Salvatore Rizzuto Adelfio - Frammenti
5 Dicembre. Oggi, Salvatore Rizzuto
Adelfio, fondatore di Altroquando Palermo, avrebbe compiuto gli anni
(era nato nel 1951).
Un personaggio eclettico, pieno di idee
e talenti, sia pure praticati in modo discontinuo, ma soprattutto un
catalizzatore importante per la creatività altrui. Di chi gli stava
vicino, di chi lo praticava, di chi si lasciava contagiare dal suo
entusiasmo per tutto ciò che è bellezza, condivisione, e ricerca. A
discapito della ricerca di popolarità a tutti i costi, della
professionalità incravattata, e dell'omologazione, Salvatore tracciò
(forse senza rendersene del tutto conto) un percorso che ancora oggi,
nella sua Palermo e non solo, è ricordato. E per questo festeggiamo
la sua data di nascita. Perché, senza retorica, è ancora tra noi e
ci influenza. Nel bene, con la sua volontà irriducibile a credere
negli altri e a sostenere, se non suscitare, bizzarre forme di arte e
di impegno civile, contro ogni convenzione. Nel male, per via di
quella leggerezza da fanciullo che non lo abbandonò mai, e lo portò
a volte ad aprirsi a realtà instabili, con il candore di chi non
riconosce ciò che è guasto se non dopo averlo assaggiato e averne
patito in prima persona le conseguenze. Si rialzava sempre, ma non
ammetteva mai gli errori. Non era un santo, né un angelo. Non era un
eroe nel senso tradizionale del termine. Era un anarchico
irriducibile, e un personaggio dall'estro caotico in perenne
evoluzione. Allegro, irascibile, fedele alle sue idee ma anche capace
di cambiare silenziosamente parere e aggiustare il tiro. A volte in
tempo, altre no.
Ma stiamo parlando di un essere umano,
e non di una creatura leggendaria. Umano è forse l'aggettivo più
nobile con cui potremmo ricordarlo. Pur con tutte le sue
contraddizioni, Salvatore restava umano più della maggior parte
della gente che lo circondava.
Nessuno è perfetto, ma è
nell'imperfezione che si annida la grandezza. E Salvatore Rizzuto
Adelfio grande lo è stato. Pur con tutti i piccoli peccati che lo rendevano fallace, e per questo tanto più grande. E ancora lo è. Ampia è la memoria
storica che ha lasciato, e che oggi continua a ispirarci. Un archivio
immenso di ricordi, di progetti realizzati e altri, mai conclusi ma
ancora oggi validi. Salvatore amava il suo Altroquando più di ogni
altra cosa al mondo. Affermava spesso di averci trasfuso tutto se
stesso e non esagerava. Quello che desiderava di più era che la sua
creazione gli sopravvivesse. Quello che desideriamo noi è onorare il
suo desiderio che è anche il nostro. Altroquando, per lui, non era
una libreria, ma una nave-casa con cui viaggiare e scoprire mondi nei
mondi. Pensare che restasse immobile solo perché identificata da un
numero civico è da miopi o da professionisti del cinismo più
ignorante.
Per questo continuamo a dirgli «Buon
compleanno» anche se non può sentirci (non crediamo nell'edicole
votive virtuali o reali, e nelle melensaggini ossessive di cui la
rete è ipocritamente prodiga). Ci siamo sentiti dire, di recente:
«Non gliene frega un cazzo a nessuno di portare avanti l'idea
culturale di Salvatore!»
...non frega un cazzo neppure a me.
Non m'importa cosa la gente voglia o pensi, e non capisco cosa si aspetta di ottenere chi mi riferisce certe cose. Me ne strafotto
abbondantemente di chi ricorda Salvatore “solo” come un libraio,
o come il proprio rassicurante compagno di bevute. Come un talebano ottuso, o come una delle figure retoriche sbandierate dall'estrema destra. Quando una personalità è tale da emergere sul generale anonimato, è comprensibile che tante differenti mentalità provino a metterci sopra il proprio cappello. A costo di provare, stolidamente, a insegnarlo a chi più gli è stato vicino. Tutto questo è solo ciarpame. Conta il lavoro
che c'è da fare, qualcosa d'importante che ci è stato affidato
affinché questa fiammella non si spenga. E nel quale, personalmente, credo. Come
Salvatore ci credeva ormai più di vent'anni fa. Per questo lo ripeto
senza stancarmi. Ci sarà sempre un Altroquando. Quello di Salvatore
Rizzuto Adelfio.
Buon compleanno, Salvatore. E non ci avrete MAI
come volete voi.
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