lunedì 29 dicembre 2014

Vime, Altroquando e l'anno che è trascorso...



Dobbiamo proprio fare il punto dell'anno che si sta concludendo? Per forza? Magari qualcuno pensa sia meglio dar per scontato che per tutti sia stato "un anno eccezionale", e propone applicazioni invasive e ottuse. E' il trend del momento su Facebook, la raccolta delle foto (anche quelle più tristi, le più truculenti, le più amare), assemblate in automatico per imporre una visione festiva forzosa, omologante, dall'encefalogramma piatto.

Beh, alle volte qualcosa di simpatico viene fuori lo stesso. Uno stato di Facebook a commento di questa irritante applicazione ha colpito la fantasia del nostro amico Vime, fumettista amatoriale attivo contro l'omofobia con il fumetto satirico Supergay, che sbeffeggia l'italietta arretrata e tuttora fanalino di coda in Europa sul versante dei diritti delle coppie di fatto. Lo stato Facebook del sottoscritto (ridotto e sfrondato da qualche parolaccia di troppo) è diventato quindi il testo di una tavola che ha per protagonista il superpaladino dei diritti LGBT (ma anche occhio critico delle derive culturali italiane). Che dire al riguardo? Grazie per l'attenzione, grazie per il lavoro e per esserci. E per il nuovo anno, tra le altre cose, auguriamoci che Supergay trovi l'editore che sta cercando.






«...ecco come è stato il tuo anno!»
Ma che cavolo vuoi saperne TU, stupido, ottuso, invadente software?! Per quattro foto del menga, molte delle quali sono immagini di estranei, illustrazioni scaricate dalla rete e cazzate varie? Ma si può sapere come ti permetti di fare le pulci all'anno che ho passato? Nel bene come nel male. E' vero che c'è gente che si scatta selfie pure al cesso. E' vero che c'è gente che ormai vive sul social più che per la strada. E' vero che tanti si nutrono della disinformazione bufalica (con indignazioni annesse) più che con i buoni, vecchi quotidiani. Come hai passato il tuo anno significherebbe "lo hai passato tutto su Facebook, coglionazzo!". Più che un invito a festeggiare mi sembra uno sberleffo, un marameo. Un urlo alla Tarzan del social che celebra la sua vittoria su di noi. E forse, in fondo in fondo, tanto lontano non ci va.



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