sabato 15 novembre 2014
Buongiorno, Palermo
«Amore... sei pronta a divertirti come una pazza?»
E' la frase che da pochi minuti ho sentito mormorare da una mamma alla propria bambina nel passeggino. Non so dove la stesse portando, ma in quel momento, nella mia mente, m'è sembrato di sentire pronunciare quella frase da un maniaco di qualche filmaccio "rape and revenge" che sta per violentare la sua vittima. Segno di una giornata non iniziata proprio nel migliore dei modi. Appena metto piede fuori del portone per andare a fare la spesa mi imbatto nella (ormai consueta) pozza di vomito. Souvenir della movida in Vucciria della notte appena trascorsa. Si riconosce persino la cena. Aveva mangiato funghi, qualcuno di quelli più piccoli è ancora tutto intero. La scavalco come posso e vado al discount. Al ritorno, l'inferno è peggiorato. In piedi davanti alla pozza di vomito adesso c'è la padrona di casa, intenzionata a dar prova di teatro popolare, mi chiede di soffermarmi per solidarietà. Iniziano urla assordanti. «Chiamo la polizia! Non ne posso più! Ormai pazza sono!» E li chiama, e i poliziotti vengono. Le grida si alzano e si entra nella scena madre della quale, ormai a mio discapito, sono interprete di supporto. «Attento! Non metta i piedi sul vomito... me la prendo anche con lei, oggi. Perché sono fuori di meeeee!» Intanto si avvicinano altri abitanti del vicolo inizia l'abituale commedia con le forze dell'ordine. Non è nostra competenza, dovete fare esposto al comune... in questo momento il disturbo alla quiete pubblica, con queste urla, lo state facendo voi. Dopo un quarto d'ora di discussione, guardo l'orologio e saluto dicendo che devo andare via per causa di forza maggiore. La signora mi manda affanculo, strillando che tanto sa che non ne frega niente a nessuno. Colgo una smorfia che significa "è solo per fare teatro... per farmi sentire... non te la prendere". Eppure vado via chiedendomi perché il vaffanculo sia toccato giusto a me e non al signore che è andato via prima. Mi sento un muro un po' vascio.
Insomma, buongiorno Palermo.
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