giovedì 7 febbraio 2013

The Puzzle e The Sweet Hand of the White Rose, due corti di Davide Melini


Breve, semplice... girato nell'arco di una notte e basato sostanzialmente sulla presenza e l'espressività di una sola attrice... è The Puzzle, corto firmato dal regista e sceneggiatore italiano Davide Melini.
Il cortometraggio, breve storia di spavento basato su paure ancestrali da tutti condivise, è il racconto di una lite furiosa, della paziente composizione di un puzzle nel silenzio della notte e... di un salto sulla sedia che nessuno vorrebbe mai fare. Un tuffo al cuore regalato dall'incedere dell'attrice Cachito Noguera e dal regista Melini, qui alla sua terza fatica nel campo dei cortometraggi. Girato con mestiere (Melini, residente in Spagna, ha un curriculum di tutto rispetto, come assistente alla regia di Dario Argento in La Terza Madre e per la serie televisiva anglo-statunitense Roma) The Puzzle (2008) è un esercizio di stile, in grado di dire benissimo ciò che è essenziale per suscitare brividi nello spettatore. Il buio, l'attesa, l'attenzione e poi l'angoscia crescente della protagonista, sono fotografate in modo scrupoloso, infondendo ai cinque minuti di spettacolo tutta la tensione necessaria per imprimersi nella memoria dello spettatore. The Puzzle ha conquistato uno spazio nella finale del diciassettesimo Festival Internazionale di Roma con la qualifica di terzo Miglior Film Italiano ed è stato trasmesso, in Italia, su Coming Soon Television e Channel 24, in Spagna su Màlaga Antena e su Monster Channel negli Stati Uniti (e successivamente incluso anche nella serie TV horror Dark Cinema). 


Nel frattempo, Melini non è rimasto con le mani in mano, e ha diretto nel 2010 TheSweet Hand of the White Rose (La dolce mano della Rosa Bianca). Sempre un corto dalle tematiche horror, ma venato di metafisica e molto più elaborato del precedente lavoro, sia pure in un'ottica di spesa contenuta. Stavolta Melini porta in scena il dramma umano di un giovane affettivamente insoddisfatto, intrappolato in un meccanismo di cicliche liti con la sua compagna e di fughe alcoliche in mezzo al rumore di un pub. Fuga che troverà infine compimento quando nella sua vita apparirà una sconosciuta, misteriosa fanciulla...
Anche qui, il corto non conta tanto per ciò che dice, quanto per il modo in cui lo porta in scena. I topoi narrativi potranno apparire ormai “basici” allo spettatore horror smaliziato, ma il mestiere e la voglia di stupire sono ben presenti e consolidati, dimostrando che da The Puzzle a The Sweet Hand of the White Rose, acqua sotto i ponti ne è passata, e la materia registica prende sempre più forma.


Inquadrature armoniche, fotografia pulita e incantevole, colori caldi e un senso di malessere inquietante che contrasta con la luminosità delle belle location spagnole. Un ritmo trasognato che non cede il passo neppure per un istante. Un tocco maturo che lascia presagire ulteriori evoluzioni nello stile di Melini, già premiato anche per questo corto dal festival Indie Horror come Secondo Miglior Film Indipendente dell'anno. Un premio anche per la Miglior Fotografia in Spagna, al festival Cesur en Corto, e la conquista di una menzione speciale agli statunitensi Tabloid Witch Awards. Anche The Sweet Hand of the White Rose, in Italia, è stato trasmesso da Coming Soon Television e Channel 24. Buone notizie, dunque, dal fronte del cinema di genere italiano, se non altro (finora, almeno) dal mondo dei corti. I talenti, vediamo, non mancano, né i riconoscimenti di prestigio. Ci auguriamo (e auguriamo a Davide Melini) il sorgere di ulteriori sbocchi che consentano una diffusione maggiore allo strumento mediatico del cortometraggio. Vero laboratorio di formazione per artisti emergenti.
Buona visione e buoni brividi.







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