Buddy Baker, l'uomo conosciuto come
Animal Man, in grado di mimare le capacità di qualunque
animale del pianeta, ha abbandonato già da un po' l'attività
di supereroe. I suoi poteri hanno fatto di lui il portavoce ideale
per la causa animalista, attivo in battaglie per la protezione
dell'ambiente e persino attore in una pellicola underground dove
veste ancora una volta, ma per pura finzione scenica, una tuta
sgargiante. Buddy è anche un marito e padre devoto, la cui
famiglia è più importante di qualsiasi successo
personale. Ma l'occasionale ritorno di Animal Man nel ruolo di
vigilante coincide con eventi inquietanti e incontrollabili. Una
spirale di mistero e morte che travolgerà l'intera famiglia
Baker senza escludere nessuno. Sarà l'inizio di un viaggio
alle radici stesse dell'esistenza, dove tutto è possibile e
niente è scontato...
In principio era Alan Moore.
Alan Moore riplasmò Swamp
Thing, la Cosa della Palude creata anni prima da Len Wein e Berni
Wrightson, costruendo intorno al protagonista un complesso labirinto
magico e mitologico che gettò le basi, insieme al Sandman
di Neil Gaiman, per la neonata etichetta Vertigo della DC
Comics.
Quindi venne Grant Morrison, e anche
Animal Man, eroe minore nato nel 1965 e mai veramente
decollato, visse la sua sospirata palingenesi. L'autore scozzese
introdusse temi sociali come l'animalismo, affine per definizione al
personaggio, nonché elementi surreali per l'epoca provocatori,
e il suo ciclo dedicato a Buddy Baker è tuttora ricordato per
le numerose innovazioni e i suggestivi spunti metafumettistici. Di
autori e di eventi, da allora, nell'esistenza di Animal Man se
ne sono avvicendati parecchi, ma è oggi che assistiamo a un
nuovo sviluppo degno di nota. Il generale reboot dell'universo DC,
con l'evento editoriale chiamato New 52, riassesta
ulteriormente il personaggio ideato da Dave Wood e Carmine Infantino
negli anni sessanta dello scorso secolo, e nel farlo attinge
parecchio agli esperimenti più riusciti della fase intermedia.
Felicemente, integrando più che citando, ed espandendo
ulteriormente il cosmo esoterico-ecologico ideato da Moore.
Lo sceneggiatore canadese Jeff Lemire
(Sweet Tooth) allontana Buddy Baker dal contesto più
dichiaratamente supereroistico nel quale il personaggio era finora
rimasto a stagnare, e ambienta il suo racconto nel medesimo contesto
dello Swamp Thing ridefinito dal bardo di Northampton.
L'atmosfera non è più quella canonica delle storie
degli eroi in tuta, ma vira decisamente sull'horror, nella
declinazione panica e mistica che attraversa già da anni tante
serie targate Vertigo. Se nelle avventure della Cosa della
Palude avevamo imparato a conoscere il parlamento degli alberi
e sopratutto il Verde (una dimensione metafisica da dove ha
origine e da cui trae forza ogni entità vegetale del pianeta),
il nuovo Animal Man ci condurrà a conoscere il Rosso.
Una dimensione sovrannaturale speculare al Verde, ma
interfacciata con la vita animale, con tutto ciò che è
organico, pulsante e in movimento. In altre parole, la carne viva,
che si relazione con la parte verde della terra sul filo di un
delicato equilibrio.
Se lo scenario, come concetto, sa
inevitabilmente di già visto, la conduzione e le suggestioni
sono ottimamente gestite, presentando un Buddy Baker che pur non
negando le proprie evoluzioni passate, è ormai maturo per
cambiare ruolo e trasformarsi una volta per tutte in un personaggio
magico, pronto a essere traghettato in un territorio narrativo
imprevedibile. Ponte emblematico tra il suo ruolo umano (quello di
padre) e di paladino di una causa ben più cruciale di quanto
possa sembrare. Non a caso la famiglia di Buddy, già rilevante
nella memorabile gestione di Morrison, svolge un ruolo di primo
piano nella saga appena iniziata. Maxine, l'innocente figlioletta di
quattro anni, i cui poteri sul mondo materiale si manifestano nel
peggiore dei modi possibili. L'amore incondizionato e l'energia di
Ellen, madre e moglie fuori dal comune. L'irruenza giovanile di
Cliff, testimone entusiasta di eventi la cui gravità sembra
non percepire del tutto. Si direbbe che Animal Man, l'Uomo Animale,
capace di assorbire la forza di un orso, la capacità
rigenerante di un verme, le qualità anfibie dei pesci, sia un
personaggio corale, risultato della somma di più elementi tra
i quali ci sono i suoi stessi familiari. Lungi dall'essere dei meri
comprimari, Ellen, Cliff e Maxine sono descritti come parte
integrante di ciò che rende Buddy Baker un essere speciale e
non un banale vigilante in costume. Era già così per
Grant Morrison, e in Jeff Lemire la simbiosi metaforica della
famiglia Baker si accentua ancora di più. Buddy è
chiamato a svolgere un ruolo fatale nel destino del mondo, in quanto
padre, in quanto eroe, in quanta sintesi del mondo animale (essere
umano compreso, con tutte le sue sfaccettature e contraddizioni).
I
disegni di Travel Foreman, a suo agio nel descrivere scenari onirici
e grottesche metamorfosi, si sposano perfettamente con il ritmo
insinuante di Lemire, dove l'inizio da classica storia di supereroi
cede presto il passo a un vortice di invenzioni metafisiche e lampi
splatter. Un viaggio psichedelico che con criminali dai bizzarri
poteri e minacce dallo spazio non ha niente a che spartire. Tutto
nasce dalla terra, anzi dalla carne, e prospetta un conflitto dalle
sorti incerte in cui il personaggio di Alec Holland non potrà
che fare, presto o tardi, la sua apparizione trionfale.
Il nuovo Animal Man, nel
panorama caotico delle testate legate a New 52, si dimostra
dunque uno dei titoli più interessanti e particolari. Uno dei
pochi che realmente rifonda in larga parte la materia di partenza, e
merita una lettura attenta.
Questa recensione è stata pubblicata anche su Fantasymagazine.
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