Una grande partecipazione, sabato 11 Agosto, per il Flash mob organizzato presso la Vucciria di Palermo, piazza Caracciolo, dove qualche giorno prima il giovane Fulvio Boatta aveva subito un’aggressione omofoba, venendo insultato e schiaffeggiato, all’interno della Taverna Azzurra, locale del quartiere storico molto frequentato anche da un pubblico omosessuale. La Palermo LGBT ed eterosolidale ha invaso la piazza della movida palermitana e, al suono delle sirene, si è accovacciata a terra per qualche minuto per poi scattare in piedi al grido di «Palermo libera tutta!»
La disavventura di Fulvio ha del surreale. Trascorrendo una normale serata con gli amici, si era recato nel bagno della taverna e, uscendone, si è trovato di fronte un uomo sulla sessantina che gli ha chiesto perché non avesse risposto al suo bussare. La risposta del giovane che, scusandosi, ha affermato semplicemente di non aver sentito a causa dell’alto volume della musica, non è servita a evitare quella che sembrava essere una rissa già programmata. L’uomo lo ha infatti strattonato, accusandolo di non aver risposto nella speranza che lui lo raggiungesse all’interno del bagno, in quanto… frocio. Alla risposta ironica, ma pacifica del giovane, è seguito un violento schiaffo e altri insulti. La confusione successiva ha permesso all’aggressore di sparire, e tuttora si sta cercando di risalire alle sue generalità in modo da non far partire la solita, inutile denuncia contro ignoti.
Ciò che più ci fa più indignare, però, non è tanto l’atto violento di un ignorante, la cui logica – ci piace pensare – risulta incomprensibile alla maggior parte di noi. Ma la frase chiodo (in quanto parte di un sentire superficiale troppo diffuso) di chi, una volta fuori del locale, ha cercato di placare Fulvio dicendo che “se la stava prendendo troppo per uno schiaffo e un insulto”. Personaggi che non hanno capito nulla, e che difficilmente capiranno, proprio perché mai hanno vissuto sulla propria pelle un’aggressione o del disprezzo per il solo fatto di esistere ed essere presenti. Questa miopia e queste insensate parole, sono la ragione principale per cui manifestazioni come quella di sabato in Vucciria, vanno organizzate e sostenute. La densa partecipazione, anche dei commercianti del quartiere, fa ben sperare. Nel frattempo, l’amministrazione comunale della città, su proposta delle associazioni Articolo Tre e Arcigay, ha investito Carlo Verri (ricercatore storico presso l’Università di Palermo e attivista di Articolo Tre) del ruolo di consulente alle politiche LGBT e anti omofobia. Un altro seme gettato di cui attenderemo, speranzosi, i frutti.
Il Flash Mob è uno strumento aggregante e dimostrativo molto duttile e di sicuro effetto. La presenza massiccia di palermitani che hanno pubblicamente espresso il loro rifiuto a episodi come quello che ha visto come protagonista Fulvio Boatta è un tassello di una costruzione complessa che richiederà ancora tempo e fatica, e che proprio per questo non va sottovalutato. In quanto cittadini, esseri umani, in quanto democratici, idealisti, forse sognatori, magari anche un po’ nerd, ci piace usare qui la frase del protagonista di una popolarissima serie di fantascienza britannica, il quale afferma che «Il torto fatto a uno è un torto fatto a tutti. Quando l’umanità capirà questo, si evolverà oltre ogni aspettativa.»
Lo ricordiamo, soprattutto, a quel signore che, aprendo le braccia, ha detto a Fulvio, nell’immediatezza del fatto, che se la stava prendendo troppo. Per fortuna, esistono anche persone pronte a reagire e che ricordano ancora il significato della parola solidarietà. Il Flash Mob di sabato in Vucciria è un piccolissimo passo verso l’evoluzione auspicata. Il giovane gambero di Gianni Rodari che contro tutto e tutti decise di saltare in avanti. E ancora salta, salta, salta. Nonostante l'incomprensione e il disprezzo dei suoi simili, continua a saltare.
In avanti. Sempre.
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