Ed ecco un'altra infornata di numeri uno attinti dal faraonico reboot messo in atto dalla DC Comics già da qualche mese. In America, l'evento chiamato The New 52 sta prevedibilmente tenendo banco. Noi leggiamo i titoli che ci incuriosiscono di più, e forniamo concise impressioni senza nessuna pretesa di completezza. Al nuovo editore italiano detentore dei diritti DC, la RW-Lion, spetterà il compito, l'anno prossimo, di tenere a battesimo questo evento, facendoci finalmente scoprire quali e quante di queste serie vedremo approdare nel nostro paese.
Batman - The Dark Knight nr. 1 -
Potremmo dire che il Cavaliere Oscuro (che dà il titolo a questa ulteriore testata dedicata all'Uomo Pipistrello) è assistito più che discretamente nell'attuale rilancio DC. Infatti un po' tutte le nuove serie a lui dedicate sono generalmente godibili. Lo sceneggiatore Paul Jenkins e il disegnatore David Finch, pur senza particolari guizzi creativi, dimostrano di saper attingere al mito di Batman in modo diligente, fornendoci una lettura magari non memorabile (almeno in questo primo albo), ma che ha il sapore di una qualità una spanna sopra la media.
Red Hood and the Outlaws nr. 1 –
La storia di Jason Todd, ex Robin (che sono una trafila nonostante i soli cinque anni di attività dell’Uomo Pipistrello) che ha intrapreso una sua personale crociata contro il crimine, inizia a essere riscritta. Come? Si spera che nel caos testosteronico, magari negli albi seguenti, diventi più chiaro. Quel che emerge da questo primo numero è la lettura maschilista e stucchevole del personaggio di Starfire (in precedenza membro dei Titans e compagna di Dick Grayson), qui trasformata in una pin up volante che pratica il free love con chiunque le aggrada. Sembra un prodotto pensato per adolescenti in piena esplosione ormonale.
Blue Beetle nr. 1 - Lo sceneggiatore Tony Bedard riscrive l'origine dele terzo Blue Beetle, Jaime Reyes, marcando la relazione tra lo scarabeo e l'attività secolare del corpo delle lanterne verdi. Un reboot vuoto, dove i personaggi proprio non riescono a bucare la pagina e il ritmo del racconto risulta troppo fiacco per interessare veramente. Inoltre, riavvio a parte, sulla caratterizzazione dell'eroe protagonista pesa un opprimente senso di già visto. Evitabile.
Frankenstein - Agent of SHADE nr. 1 – Dalla rivisitazione del mostro di Frankenstein operata da Grant Morrison nel 2005 sulla miniserie Sette Soldati della Vittoria, arriva questa nuova testata con protagonista il mostruoso Frank. Una versione più sofisticata e militarmente addestrata della celebre creatura uscita dalla penna di Mary Shelley. Scienza impazzita, agenzie segrete che si occupano di misteri occulti, mostri, mostri e ancora mostri. Il risultato è un’imitazione sbiadita di Hellboy (c’è persino un compagno di squadra anfibio), lontana anni luce dal carisma della serie firmata da Mike Mignola. Una menzione d'onore per la versatilità del nostrano Alberto Ponticelli. Ma detto questo, ogni altro commento è inutile.
Justice League International nr. 1 - In un mondo dove la gente diffida dei supereroi, i governi della terra decidono di fondare una propria squadra governativa, sotto il proprio diretto controllo, affidata alla discutibile leadership di Booster Gold. Una carrellata di personaggi noti e meno noti, ma poco mordente e poco interesse. Noiosetto.
Continuando a leggere...
Justice League nr. 3 – Questa nuova JLA continua a ispirarci una certa simpatia. E’ ormai chiaro che la DC ha scelto questa serie per introdurre e definire i nuovi caratteri di alcuni personaggi di punta. Entra in scena Wonder Woman disegnata da Jim Lee, e la folla impazzisce. L’amazzone eredita qualcosa della caratterizzazione della Zarda del Supreme Power di Strackzinski (ma senza la feroce follia). La lettura è sempre piacevole e stimola a seguire la testata.
Teen Titans nr. 2 –
Si respira ancora aria “Ultimate”. La riscrittura dei titani a opera di Lobdell potrà fare storcere il naso ai puristi, ma tutto sommato, in questo nuovo universo dove i superumani hanno uno status vicino a quello dei mutanti Marvel, le figure di Tim Drake, Wonder Girl e di Superboy (che trova in questa testata la sua personale origine rinnovata) non mancano di simpatia. Teniamolo d’occhio e vediamo come evolve.
Si respira ancora aria “Ultimate”. La riscrittura dei titani a opera di Lobdell potrà fare storcere il naso ai puristi, ma tutto sommato, in questo nuovo universo dove i superumani hanno uno status vicino a quello dei mutanti Marvel, le figure di Tim Drake, Wonder Girl e di Superboy (che trova in questa testata la sua personale origine rinnovata) non mancano di simpatia. Teniamolo d’occhio e vediamo come evolve.
In definitiva...
Possiamo concludere che, a nostro modesto parere, il temuto (e atteso) reboot della DC Comics non è quell'abominio che alcuni paventavano, né uno sfavillante rinascimento, e neppure un male necessario. Alcune serie (e relative innovazioni) sembrano destinate a far discutere più di altre (come il nuovo Superman, per look e caratterizzazione, e probabilmente anche i Titans), ma il loro successo è praticamente certo. I pezzi da novanta della Distinta Concorrenza (leggi: Superman, Batman, Lanterna Verde e compagnia) sono trattati piuttosto bene, ed è scontato che in Italia li vedremo tutti. La stessa cosa è incerta per quei personaggi che nel nostro paese hanno fatto solo sporadiche e limitate apparizioni. Non conoscendo nel dettaglio i programmi del nuovo editore, ci sentiremmo di suggerire attenzione per la bella serie contemporanea di Animal Man, per Resurrection Man, e di dare una chance anche all'attuale Swamp Thing, magari sotto un'etichetta comune. Tutto il resto è mera speculazione. Ma è stato divertente, e qualcuna di queste serie continueremo a leggerla ancora per un po'. Sia tradotta in italiano che in lingua originale.
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