Le dinamiche cinematografiche sono spesso incomprensibili, né è sufficiente la sola logica commerciale per spiegare storture e occasioni mancate. Se parliamo di cinema italiano, poi, e soprattutto di cinema di genere, abbiamo proprio detto tutto. Un esempio significativo è dato da La notte eterna del coniglio, film d’esordio del regista Valerio Boserman. Pellicola coprodotta dalla RAI nel 2006, presentata al Pesarohorrorfest e subito dopo scomparsa dalla circolazione. Mai distribuito al cinema, mai prodotto in vhs o dvd, mai graziato da un passaggio televisivo, del film di Boserman non esiste neppure una locandina ufficiale e il titolo non figura neanche nell’archivio dell’Internet Movie Database. Un vero film fantasma, tratto dal romanzo omonimo (anche quello un esordio) di Giacomo Gardumi edito da Marsilio, di recente ristampato e diventato un piccolo cult. Il film è una lettura piuttosto fedeledel libro di Gardumi. Un fantahorror a basso costo, ma di confezione tutt’altro che spregevole, che il regista Boserman ha deciso di rendere disponibile per il download gratuito (e quindi legale) su Internet. Una scelta che se da un lato conferma il triste pantano in cui il cinema di genere di casa nostra sembra stagnare senza speranza, da un altro rende possibile al pubblico della rete valutare di persona come titoli interessanti vengano condannati all’oblio mentre al botteghino impazza il ciarpame peggiore.
Sostanzialmente televisivo (non tanto per l’ambientazione claustrofobica in interni angusti, quanto per il registro della recitazione e del ritmo narrativo), il film di Valerio Boserman è un riuscito esercizio di suspence, affidato ad attori anonimi (il più noto è il comico televisivo Michelangelo Pulci), ma ognuno funzionale al proprio ruolo. L’attesa angosciante di nuove informazioni, affidata al sistema limitato di comunicazione informatica che tiene in collegamento i vari bunker dei superstiti, è il vero veicolo del racconto, che parte come una vicenda apocalittica convenzionale, blandamente fantascientifica, per virare decisamente sull’horror, insinuando terrori ancestrali e sorprendendo con inattesi sviluppi da film slasher.
L’enigmatica creatura assassina mascherata da coniglio diventa emblema di una morte imminente, ma anche di un nemico allegorico che tutto sommato fornisce nuove motivazioni alla precaria sopravvivenza di un pugno di uomini e donne alla fine del mondo. Un dramma agorafobico dalle tinte metaforiche ed esistenzialiste, che riesce oggettivamente a trasmettere più di un brivido. La figura del coniglio omicida, già vista altrove, ma resa in modo efficace, resta nella memoria anche dopo il termine del film. Simbolo della vigliacca ferocia umana, in grado di continuare a seminare inquietudine nonostante le risposte giunte a svelare l’arcano non siano tra le più soddisfacenti.
Un vero peccato che l’esordio di Boserman, imperfetto ma lodevole, abbia dovuto subire questa sorte. Se ne gioverà il popolo dei cinefili della rete che attualmente sta scoprendo questo piccolo, intrigante film messo gratuitamente a disposizione del regista. Una scelta coraggiosa che ci induce a guardare con sempre maggiore sospetto quanto giunge sui nostri schermi o passa sul video della nostra televisione. La notte eterna del coniglio di Valerio Boserman non sarà un capolavoro, ma è un prodotto di genere dignitoso, discretamente interpretato e di efficace intrattenimento che sicuramente meritava più attenzione. Auguriamoci che il regista non getti la spugna e produca nuovi titoli, magari più maturi e altrettanto interessanti.
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