domenica 24 aprile 2011

Dalla parte di Ikea!


E' probabile che il sottosegretario Carlo Giovanardi non si renda conto che con la sua tristissima uscita su questa pubblicità, a suo dire "offensiva" e "incostituzionale", ha regalato un'ulteriore fetta di visibilità alla campagna Ikea. Così come ha infuso un'ulteriore spinta mediatica alla loro politica commerciale aperta all'idea di famiglia moderna, basata cioè sugli affetti e sulla costruzione di una vita insieme, nell'ottica della naturale evoluzione dei costumi. Tutti elementi naturalmente sgraditi a chi affonda le mani nei meccanismi di potere. Resta il sapore sgradevole del veleno sparso una volta di più su un pacifico segnale di accettazione. Una sortita infelice e non necessaria, destinata ad alimentare il rinnovato clima di odio omofobico che (quello sì come una malattia schifosa) appesta l'Italia ormai da diversi anni a questa parte. La Costituzione è ormai uno strano feticcio, fatto per essere violentato o vestito da bambola secondo i deliri più retrivi e in funzione di interessi personali. Diventa (ma che miracolo!) qualcosa cui appellarsi quando si parla di un concetto mutevole nel tempo e nella cultura come quello di "famiglia". Vogliamo ricordare (evidentemente ce n'è bisogno) l'Articolo 3 della nostra Costituzione? Esso recita che: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distizione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali". Principi ispiratori così nobili dovrebbero essere i primi a essere ricordati, meditati e applicati da chi ha ricevuto la responsabilità di governare un paese. Invece sono da sempre tra i più disattesi e ignorati, in un parlamento non interessato a produrre alcuna legge contro l'omofobia. Non sorprende, dunque, che definire famiglia una coppia gay suoni offensivo a persone abituate a reggere il moccolo al bunga bunga nazionale. Del resto, come dicono gli antropoidi che sostengono l'italico sultano: «Perché non dovrebbe? Non è mica recchione?» E subito dopo: «Io lo voterò sempre. Anche se è colpevole. Anche se è un delinquente.»
Se ne desume che i delinquenti possono formare una famiglia (certo, mica sono recchioni!). I delinquenti possono fare quel che vogliono (e che sono recchioni?). I delinquenti sono onorevoli (non come i recchioni!). I delinquenti sono da votare e sostenere in quanto "non recchioni", e tanto a certo elettorato sembra bastare.

Brava Ikea. E' un'idea pubblicitaria, ma il contenuto è tutto. Quindi grazie.

 

La notizia su La Repubblica
 

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