lunedì 22 novembre 2010

Planetary: Archeologia Spaziotemporale


Per l’organizzazione Planetary e i Quattro si avvicina la resa dei conti. All’umanità sono state negate conoscenze meravigliose che avrebbero potuto rendere il mondo un posto migliore. Molti superumani considerati di ostacolo sono stati metodicamente eliminati, e il pianeta langue sotto il tacco di una tirannia invisibile che limita lo sviluppo della scienza e la diffusione delle verità più scomode. Ma Elijah Snow ha recuperato finalmente i suoi ricordi perduti, e sa che per sconfiggere i quattro predoni sarà necessario cambiare le regole. Dovrà diventare imprevedibile, e superare in crudeltà i suoi nemici, in modo da chiudere la partita una volta per tutte...

Dopo una lunga pausa, durata qualche anno, si conclude anche in Italia Planetary, celebrata serie creata da Warren Ellis per l’etichetta Wildstorm che si giova delle illustrazioni raffinate e psichedeliche di un John Cassaday al meglio della sua arte. Quattro volumi (tutti editi dalla Magic Press) e una raccolta di speciali. Circa un decennio per completare un’epopea labirintica e ambiziosa. Il rondò finale orchestrato da Ellis non delude. Riesce, anzi, a recuperare tutti i fili narrativi lasciati in sospeso e a intrecciarli in un ultimo arazzo risolutore. Planetary è una serie a fumetti difficile da classificare. In essa, infatti, troviamo svariati elementi narrativi che spaziano dalla fantascienza al noir e alla cultura pop, tenuti insieme da un denso tessuto connettivo metafumettistico e metacinematografico. Planetary ha per protagonisti degli individui con superpoteri, ma si tratta di supereroi dalle caratteristiche abbastanza inconsuete. Non sono vigilanti, né agenti militari, ma archeologi. Il loro compito è raccogliere, classificare e proteggere le meraviglie nascoste nel corso della storia umana, tesaurizzandole e condividendole con la comunità scientifica. Le avventure di Elijah, Jakita e Drummer esplorano molti moderni miti della cultura popolare, fornendo intriganti rivisitazioni e angolazioni narrative insospettabili. Questo spunto di partenza serve a Warren Ellis per sbizzarrirsi in una serie di affascinanti riletture che fanno sfilare sotto gli occhi dello spettatore una schiera di personaggi e situazioni apparentemente sconosciuti, ma in realtà ben radicati nell’immaginario collettivo non soltanto statunitense. In Planetary è possibile, dunque, ascoltare la vera storia di qualcuno che avrebbe potuto chiamarsi Doc Savage, come l’eroe pulp degli anni trenta. Fare la conoscenza di figure speculari a icone come Tarzan, Sherlock Holmes e Lone Ranger. Scoprire avvincenti controfigure di John Constantine, il mago fumatore della Vertigo, dei supereroi della JLA, e di creature mostruose come Hulk e Godzilla.

Planetary può essere considerata come una saga sui retroscena delle storie più note. Un amaro, disincantato “dietro le quinte”, che omaggia affettuosamente numerosi archetipi della cultura popolare, riverniciandoli secondo un’ottica dark, spesso decisamente satirica. Ma uno degli aspetti più affascinanti di Planetary consiste proprio nei villains della saga. I Quattro. Un piccolo gruppo di moderni pirati senza scrupoli che, guidati da un ambizioso e brillante scienziato, acquista straordinari poteri durante un viaggio sperimentale in un’altra dimensione. Le loro imprese hanno fruttato loro una conoscenza senza pari cui corrispondono ricchezza e potere. Una sapienza insospettabile, in grado di cambiare la faccia della terra. Un privilegio che i Quattro custodiscono gelosamente, falciando senza pietà chiunque gli attraversi la strada. E i loro poteri, che sembrano ispirati dai quattro elementi: fuoco, aria, terra e acqua, sono sinonimo di terrore tra i pochi che sanno della loro esistenza e ancora vivono. Questa versione malvagia dei Fantastici Quattro, la famiglia di eroi più amata di casa Marvel, è il vero perno e il cuore della saga metafumettistica firmata da Warren Ellis. Pur comparendo di rado, tramando nell’ombra, i Quattro permeano con la loro presenza l’intera trama e costituiscono forse la visione più pessimista sul mito del superuomo nell’età contemporanea.


Il tema principale di Planetary è la possibilità di conoscere l’elemento meraviglioso presente nel nostro mondo per poterne far parte e crescere collettivamente. I Quattro possono essere considerati una metafora del capitalismo, visti come un’oligarchia che nega la conoscenza alle masse, tenute proditoriamente nell’ignoranza e sfruttate come bestiame. Ogni scoperta potenzialmente sovversiva viene distrutta o accuratamente occultata. Stessa sorte tocca agli esseri con poteri che potrebbero rivelarsi ossi troppo duri, o portatori di culture aliene troppo progressiste su un pianeta la cui sorte è nelle mani di soli quattro individui. I protagonisti di Planetary, misteriosi all’inizio, sempre più umani strada facendo, sono stati tutti toccati dalla spietata mano dei Quattro. Adesso, però, il gelido Elijah Snow ha deciso di reagire. La sua vendetta sarà terribile, e susciterà nuovi, pesanti quesiti etici.

Prodotto sotto l’etichetta Wildstorm, Planetary ha il pregio di appartenere allo stesso universo di Authority e Gen¹³ (in certi casi espressamente citati) ma di riuscire a conservare un’identità indipendente, che ne allarga i confini di lettura. I disegni di John Cassaday sono espressione ideale delle trame surreali create da Ellis, e con queste si amalgamano in modo pressoché perfetto, regalando al lettore un’esperienza totalizzante e onirica. Planetary è un fumetto sui supereroi, più che un fumetto di supereroi. In grado di guardare oltre il genere, e a volte anche oltre il semplice intrattenimento, forgiando una saga con più livelli di lettura che si eleva al di sopra della media attuale. Una lettura sulle letture, sui sogni e sulle possibilità derivanti dalla conoscenza. Un inno alla fantasia e alla capacità dell’immaginazione come strumento volto alla conquista della vera libertà.


Questa recensione è stata pubblicata anche su Fantasymagazine.


[Articolo di Filippo Messina]

Nessun commento:

Posta un commento