Il Web 2.0 non ha solo cambiato la faccia della rete, facendo evolvere la pura navigazione internautica e lo scambio di mail in vere e proprie comunità dinamiche, dove l'interazione è semplice quanto veloce. Sta modificando sostanzialmente le nostre abitudini e i normali meccanismi di comunicazione, a volte con esiti costernanti. Immaginate di essere informati tempestivamente di un evento familiare serissimo solo perché una lontana nipote, residente in America, aggiorna il suo stato su Facebook. La telefonata di prassi, quella fatta con tatto e destinata personalmente a voi, arriverà molti, molti minuti, se non ore più tardi. E questo con buona pace dei rapporti umani e della delicatezza. Alle meraviglie della tecnica, insomma, si intrecciano gli orrori. Siamo uomini e donne, in fondo, in balia dei venti del progresso, e usiamo questi moderni strumenti secondo il nostro personale bagaglio, secondo la nostra peculiare sensibilità. A volte in modo ponderato, altre purtroppo meno.
Un aspetto prezioso (chi l'avrebbe detto!) del Web 2.0 è il potenziale palcoscenico che fornisce al talento individuale. Blog, Youtube, Social Network, rappresentano una sterminata palude di contenuti condivisi e facce anonime in cui è facile affondare come nelle sabbie mobili. Per questo, quando casualmente, dando bracciate nella melma, ti trovi in mano una gemma, non puoi fare a meno di fermarti a tirare il fiato, e di lustrarla per scoprire quanto possa brillare. L'oasi sorge all'interno dell’arcipelago Youtube, e la bandierina porta scritto sopra il nome: Willwoosh.
Di lui non sappiamo nulla, se non che è giovanissimo, che vive a Roma e che si chiama Guglielmo. Il suo può essere definito un blog video, animato dai pensieri in libertà del suo autore. Ma in realtà il gioco si è spinto oltre, sconfinando dal semplice status di blog aperto ai commenti e trasformandosi in un vero e proprio canale di spettacolo. Un spazio di cabaret dalla potenza irresistibile, tanto più che ad animarlo è una sola persona capace di farsi letteralmente in quattro... cinque... e anche di più. I mille personaggi che vediamo sfilare, interagire e scontrarsi sono la medesima istrionica persona: Willwoosh-Guglielmo. Un piccolo genio del trasformismo, armato di un’arguzia e di una duttilità teatrale che lasciano senza fiato.
Partendo da riflessioni semplici e leggere (le pene d'amore nel giorno di San Valentino, i paradossi del cinema contrapposti alla vita di tutti i giorni, gli atteggiamenti molesti della gente) si salpa per una serie di esibizioni imprevedibili quanto deliziose. Willwoosh è un attore (non professionista) benedetto da una straordinaria vitalità artistica. Bastano pochi tocchi, una parrucca, una sciarpa, e il camaleonte Guglielmo cambia letteralmente pelle, mutando tono, voce, aiutato da una mobilità facciale che darebbe dei punti anche a un pezzo da novanta come l'attore Jim Carrey. I ruoli “in drag”, che tanto ricordano (e senza sfigurare!) le performance di Marcello Cesena, sono sicuramente il suo cavallo di battaglia. Andiamo dalla pulzella romantica e languida alla fatalona protagonista di soap opera che ripete come un disco rotto la stessa, stolida battuta. Dalle squinzie pettorute decise a sfondare in TV alle reginette del cinema horror incapaci di maneggiare una pistola anche se prossime a una morte orribile. Una galleria di maschere, macchiette e lazzi, condite da un copione frizzante e da una recitazione divertita in grado di travolgere come un’onda anomala.
Fate una visita al Canale di Willwoosh, e sottoscrivetelo. Scoprirete i problemi sessuali di Harry Potter, condividerete il trauma delle prime mestruazioni di una ragazzina, e riderete fino alle lacrime dinanzi alle cronache di ordinari imbarazzi quotidiani. E’ davvero difficile non essere conquistati da questo improvvisato ma curatissimo luna park. Esilarante la descrizione della scena di sesso cinematografico, in cui entrambi i protagonisti, incitati da un supponente regista, sono il solo scatenato Willwoosh, qui impegnato in una performance in cui il suo Io maschile si accoppia voluttuosamente con il suo alter ego femminile. Alla recitazione spontanea (ma efficace e coinvolgente) si affianca un uso furbo e competente della videocamera. I piccoli stacchi, i montaggi e i finti doppiaggi, sono quella spezia che rende i video di Willwoosh dei veri gioielli da conservare accanto alla collezione di Holliwood Party dei Broncoviz. Senza scordare l’ottima conoscenza della lingua inglese e i video, sottotitolati in italiano, destinati a un pubblico internazionale (qualcosa ci dice che il nostro amico non sia esattamente privo di ambizioni). Vedere per credere la videorecensione del film “Twilight” e la parodia tagliente delle sue scene chiave (inutile aggiungere che anche in questo caso, sia Bella che Edward, gli innamorati della pellicola sono entrambi Guglielmo).
Il canale Youtube di Willwoosh conta attualmente un numero spropositato di iscrizioni. I video che lo vedono protagonista sono condivisi su Facebook e altri social network. Di lui si parla sui forum, i commenti piovono, e persino le dichiarazioni d’amore. Willwoosh forse non se n’è ancora accorto, ma ci manca tanta così che diventi un fenomeno di culto. Sarei molto sorpreso se, tra qualche tempo, non vedessi Guglielmo fare il suo ingresso nel circuito dello spettacolo ufficiale. E sarei anche un po' triste nel non vedere tanta genialità valorizzata come merita. Davanti a fiumi di mediocrità televisiva, è dunque al web e alle iniziative spontanee che dovremo rivolgerci per cercare una ventata di aria fresca? Una presenza come quella di Guglielmo, con la sua comicità, starebbe bene in un programma della Gialappa’s Band. Ma anche in certi show di MTV. Certo, molto dipende anche dai sogni dello stesso Willwoosh e dalla portata della sua passione. La totale gratuità dei suoi show conferiscono al divertimento che suscita un gusto speciale, vivo e gratificante. Proprio perché animato da una naturalezza così libera e selvaggia. Possiamo solo ringraziare Guglielmo per i momenti di sano divertimento che ci regala (caspita se ne abbiamo bisogno!) e augurarci che tra le tante asperità la sua stella continui a brillare. Non importa come, non importa dove. La comicità, il divertimento, è arte. E Willwoosh ha già dimostrato di essere un artista completo, che il tempo e l’esperienza potranno solo arricchire.
Un delitto, ma soprattutto un assurdo autogoal, da parte di chi, pur potendo, non gli darà l’attenzione che merita.
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