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mercoledì 24 ottobre 2012

Gay Web Project: una chiamata alle armi (artistiche) da parte di Pab Fuxia


Pab Fuxia, sempre più vivace, sempre più vulcanico, continua la sua battaglia contro l'omofobia con i suoi video spiritosi e la sua travolgente simpatia. Stavolta ci propone un progetto creativo (il Gay Web Project) che possa coinvolgere proprio tutti, in modo trasversale. Il progetto per una webserie a tematica LGBT a costo zero rivolta all'uditorio più largo possibile (a prescindere dall'orientamento delle persone che vorranno esserne coinvolte). Nel video, Pab vi spiegherà dettagliatamente il suo progetto e come aderire mentre passeggia per l'incantevole Villa Borghese a Roma. Buon lavoro, Pab, e in bocca al lupo. Continua così.










lunedì 13 agosto 2012

Flash Mob contro l'omofobia alla Vucciria di Palermo


Una grande partecipazione, sabato 11 Agosto, per il Flash mob organizzato presso la Vucciria di Palermo, piazza Caracciolo, dove qualche giorno prima il giovane Fulvio Boatta aveva subito un’aggressione omofoba, venendo insultato e schiaffeggiato, all’interno della Taverna Azzurra,  locale del quartiere storico molto frequentato anche da un pubblico omosessuale. La Palermo LGBT ed eterosolidale ha invaso la piazza della movida palermitana e, al suono delle sirene, si è accovacciata a terra per qualche minuto per poi scattare in piedi al grido di «Palermo libera tutta!»

La disavventura di Fulvio ha del surreale. Trascorrendo una normale serata con gli amici, si era recato nel bagno della taverna e, uscendone, si è trovato di fronte un uomo sulla sessantina che gli ha chiesto perché non avesse risposto al suo bussare. La risposta del giovane che, scusandosi, ha affermato semplicemente di non aver sentito a causa dell’alto volume della musica, non è servita a evitare quella che sembrava essere una rissa già programmata. L’uomo lo ha infatti strattonato, accusandolo di non aver risposto nella speranza che lui lo raggiungesse all’interno del bagno, in quanto… frocio. Alla risposta ironica, ma pacifica del giovane, è seguito un violento schiaffo e altri insulti. La confusione successiva ha permesso all’aggressore di sparire, e tuttora si sta cercando di risalire alle sue generalità in modo da non far partire la solita, inutile denuncia contro ignoti.

Ciò che più ci fa più indignare, però, non è tanto l’atto violento di un ignorante, la cui logica – ci piace pensare – risulta incomprensibile alla maggior parte di noi. Ma la frase chiodo (in quanto parte di un sentire superficiale troppo diffuso) di chi, una volta fuori del locale, ha cercato di placare Fulvio dicendo che “se la stava prendendo troppo per uno schiaffo e un insulto”. Personaggi che non hanno capito nulla, e che difficilmente capiranno, proprio perché mai hanno vissuto sulla propria pelle un’aggressione o del disprezzo per il solo fatto di esistere ed essere presenti. Questa miopia e queste insensate parole, sono la ragione principale per cui manifestazioni come quella di sabato in Vucciria, vanno organizzate e sostenute. La densa partecipazione, anche dei commercianti del quartiere, fa ben sperare. Nel frattempo, l’amministrazione comunale della città, su proposta delle associazioni Articolo Tre e Arcigay, ha investito Carlo Verri (ricercatore storico presso l’Università di Palermo e attivista di Articolo Tre) del ruolo di consulente alle politiche LGBT e anti omofobia. Un altro seme gettato di cui attenderemo, speranzosi, i frutti.

Il Flash Mob è uno strumento aggregante e dimostrativo molto duttile e di sicuro effetto. La presenza massiccia di palermitani che hanno pubblicamente espresso il loro rifiuto a episodi come quello che ha visto come protagonista Fulvio Boatta è un tassello di una costruzione complessa che richiederà ancora tempo e fatica, e che proprio per questo non va sottovalutato. In quanto cittadini, esseri umani, in quanto democratici, idealisti, forse sognatori, magari anche un po’ nerd, ci piace usare qui la frase del protagonista di una popolarissima serie di fantascienza britannica, il quale afferma che «Il torto fatto a uno è un torto fatto a tutti. Quando l’umanità capirà questo, si evolverà oltre ogni aspettativa.»
Lo ricordiamo, soprattutto, a quel signore che, aprendo le braccia, ha detto a Fulvio,  nell’immediatezza del fatto, che se la stava prendendo troppo. Per fortuna, esistono anche persone pronte a reagire e che ricordano ancora il significato della parola solidarietà. Il Flash Mob di sabato in Vucciria è un piccolissimo passo verso l’evoluzione auspicata. Il giovane gambero di Gianni Rodari che contro tutto e tutti decise di saltare in avanti. E ancora salta, salta, salta. Nonostante l'incomprensione e il disprezzo dei suoi simili, continua a saltare.
In avanti. Sempre.


lunedì 25 giugno 2012

Gay Pride Palermo 2012



Un Gay Pride (o solo Pride, come spesso lo sentiamo definire oggi, quasi la parola gay abbia iniziato a venire stretta allo stesso movimento) di successo ormai annunciato. Voci entusiaste (forse un po' troppo) parlano di 40.000 partecipanti alla parata del 23 giugno 2012 a Palermo. Non importa se i numeri non corrispondono al millimetro. E’ stata una bella festa (perché bisogna ricordarlo: il Gay Pride è anche una festa), che la comunità lgbt palermitana (in compagnia di tutte le realtà eterosolidali, associate e singole) ha dimostrato ormai di attendere con fervore. E’ stato un carnevale (perché, al di là dell’uso dispregiativo che spesso viene fatto di questo termine, è il caso di ricordarlo: il gay pride è anche un bellissimo carnevale, dove l’estro personale è liberato da freni censori, e la creatività, il senso del favoloso (anche qui non solo di omosessuali e lesbiche) può finalmente esprimersi.



Da quel non troppo lontano 2010, in cui la città di Palermo, da sempre chiusa in una bolla di provincialismo, ha fatto il balzo in avanti e ha conquistato un momento di lotta e di festa che azzeri le differenze, è passata un po’ d’acqua sotto i ponti. Per qualcuno non abbastanza, ma il giro di boa è avvenuto. Per parlare di imperfezioni, scelte infelici, idee mediatiche da raddrizzare, ci sarà domani. La parata del Pride, anzi, del Gay Pride (che significa “gioia”, e la gioia è un diritto di tutti, etero e omo) è un momento dionisiaco che suscita ebbrezza, nuovi entusiasmi e desiderio di fare meglio e di più.
Per una volta, rimandando ai prossimi giorni le pur necessarie critiche, celebriamo questo momento inclusivo, questa ricorrenza che azzera le differenze più che celebrarle, invitandole a raccogliersi in un caleidoscopio dove tutto ha pari dignità, con un applauso. E quanti hanno scelto ancora una volta di restare a casa, convinti che il Gay Pride non li rappresentasse proprio in quanto festa, in quanto carnevale, in quanto manifestazione sfrontata di libertà, riflettano sul muro che hanno edificato intorno a sé. Il Gay Pride non prevede vergogna né paura, non discrimina nessuno, e per quanto fatto da realtà umane, di per sé fallaci, rimane uno dei momenti più puri, più fanciulleschi e panici che la lotta politica per il diritto a essere ciò che si è abbia prodotto da quella storica notte allo Stonewall del 1969.