martedì 2 agosto 2022

60 anni di Uomo Ragno: teniamoci forte alla tela

 



60 anni.

Ufficialmente Spider-Man (che per me resterà sempre l'Uomo Ragno, come lo chiamavamo un tempo da queste parti) è apparso nelle edicole americane nell'agosto del 1962. In realtà, la Marvel Comics aveva l'abitudine di postdatare di un paio di mesi i suoi albi in uscita, pertanto la data del compleanno dovrebbe risalire al mese di giugno. Ma il calendario della storia – e dell'editoria – dice così, e pertanto ci adeguiamo.

In Italia sarebbe arrivato molto più tardi, nel 1970, pubblicato dal glorioso editoriale Corno. Primo albo di un supereroe Marvel a giungere nel nostro paese (sorvolando su una fugace apparizione dei Fantastici Quattro sulle pagine della rivista Eureka, avvenuta qualche tempo prima) e segno di un cambiamento epocale. Una mutazione che nella cultura pop – che ancora non si chiamava così – avrebbe profondamente influenzato l'immaginario degli eroi in costume e la formazione di piccoli lettori desiderosi di crescere.





Avevo sette anni quando acquistai il primo numero de L'Uomo Ragno della Corno. Sì, lo identificai tra le altre pubblicazioni esposte, mosso quasi da un istinto ancestrale, e lo divorai subito. Avevo imparato a leggere da poco, e fino a quel momento il mio eroe dei fumetti preferito era stato Batman. Vigilante tenebroso, altro uomo mascherato da animale, anche lui protagonista di avventure pittoresche, ma... profondamente diverso. C'è da dire anche che la mia fruizione delle storie dell'Uomo Pipistrello (che peraltro aveva avuto una pubblicazione molto discontinua in Italia) era ancora filtrata dall'aiuto degli adulti, visto che le mie capacitò di lettura erano in fase di sviluppo. Per L'Uomo Ragno era diverso. Potevo leggerlo da me, capire tutto, stupirmi e amare quel che leggevo parola per parola.


Oggi può suonare strano parlando di un albo supereroistico, ma è così. L'Uomo Ragno, nella sua versione più classica e archetipica, quella sbilenca e spigolosa disegnata (e in parte anche scritta, solo che allora non si sapeva) da Steve Ditko, era veramente un capolavoro nel suo genere. Il primo di una generazione di eroi problematici, in cui noi lettori avremmo seguito più l'essere umano dietro la maschera che il supereroe in costume. Peter Parker era un protagonista giovanissimo, addirittura minorenne, in controtendenza rispetto ad altri personaggi blasonati, quando ancora la parola “teen” non era in uso, e non rappresentava il modello stereotipato che si sarebbe fatto strada anni dopo. L'Uomo Ragno era un eroe con un'origine articolata in due atti. L'acquisizione dei suoi poteri da aracnide grazie al morso del ragno radioattivo era solo l'innesco per il twist successivo, molto più importante per il destino del personaggio. L'assassinio dello zio Ben e il senso di colpa per non averlo evitato. Vero momento fondativo che rendeva Peter e il suo alter ego ragnesco una figura tormentata in cerca di redenzione, laddove la maggior parte degli altri super erano figure assetate di riscossa se non vendetta o benevoli divinità venute da altri pianeti.

No, Peter Parker, al di là dei suoi poteri, era uno di noi. Un ragazzo normale, fallace, persino pasticcione. Impopolare, bullizzato dai coetanei e baciato da un inatteso dono, iniziava un percorso di rivalsa sociale che a un tratto veniva bruscamente interrotto. Un colpo di scena per i tempi impensabile, e uno shock che lo spingeva a cambiare strada per intraprendere un cammino volto al riscatto. Usare le proprie capacità per impedire accadimenti che altri non potrebbero fermare.

Può sembrare poco, ma all'epoca era tutto. Per questo non può esistere un Uomo Ragno senza il dramma dello zio Ben, senza il trauma iniziale e la sua trasformazione psicologica. Senza questi elementi fondamentali, diventa un balocco come tanti, privo di significato e reale spessore. Un prodotto “teen”, appunto, come li si intende oggi. Qualcosa di giovane pensato per i giovani, ma con la consistenza di una bibita gasata che evapora senza lasciare traccia.



60 anni fa, invece, quello che oggi anche in Italia chiamiamo Spider-Man (seguendo l'evolversi di una subdola e inesorabile colonizzazione culturale che passa attraverso i brand commerciali), rappresentava una significativa scossa al modo di narrare le gesta degli eroi mascherati. Era una storia che ci diceva che anche essi sbagliano. Anzi, nascono sbagliando e possono continuare a sbagliare, come ragazzini allo sbando, alla scoperta di se stessi. Entusiasti, ma anche impauriti, confusi.

Gli anni stemperano le emozioni, e i miti a volte si appannano. Oggi vanno forte gli eroi fighi, risoluti, che menano le mani senza tanti scrupoli. Sembrano più moderni, quando in realtà rappresentano un passo indietro, e il ritorno a una narrazione semplificata, fatta di soluzioni schematiche e semplicistiche, simili a quelle proposte da certe realtà politiche.


Questo mese, nel 2022, L'Uomo Ragno compie 60 anni, ma la sua idea di base rimane fresca e attualissima. Non tutto può essere risolto con la forza, e non è un potere superiore a renderci migliori. Tutto quello che possiamo fare è sforzarci di imparare dai nostri errori, e anche se a volte li ripeteremo, quel che conta è sforzarci di fare sempre meglio e compiere le scelte giuste. Rialzarci dopo che siamo caduti. E aiutare chi ci è vicino a fare altrettanto.

Un vero uomo deve lavare i piatti. Si è un eroe perché si lotta a tutte le ore. E prima di Caparezza, Peter Parker ce lo insegnava a modo suo. Oltre la maschera, oltre la capacità di aderire alle pareti. Perché senza quelle intenzioni, quel vissuto, non ci sarebbe mai stato nessun Uomo Ragno.

Fategli questo regalo di compleanno, dunque. Non lasciate che sia solo un brand commerciale per un target sempre più giovane e svagato. Ricordatene il senso profondo e tessete la vostra personale tela, affinché anche altri vi si possano reggere.

Lunga vita a Spid... No. All'Uomo Ragno.






2 commenti:

  1. Bellissimo articolo, l'analisi è impeccabile sebbene, temo, possa raggiungere solo chi ha già maturato i super poteri necessari per farla sua, per gli altri continuerà ad essere spider-man.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie. Può darsi. Ma vale per qualunque idea, dalla più elementare alla più nobile. Dal canto nostro, si fa quel che si può.

      Elimina