mercoledì 26 dicembre 2018

"Christmas Evil" - You Better Watch Out (1980)



Christmas Evil” (noto anche con il precedente, più evocativo titolo di “You Better Watch Out”), è un piccolo film del 1980, inedito e ignorato dalle nostre parti, ma divenuto nel tempo oggetto di culto, guadagnandosi il plauso di personaggi abituati a sguazzare nel weird come il regista John Waters. Diretto da Lewis Jackson e interpretato dall'eterno caratterista Brandon Maggart (qui alla sua unica prova da attore protagonista, credo), “Christmas Evil” è la prima pellicola a inaugurare il filone dei Santa Claus assassini, cui sarebbe seguito il più celebre (e trascurabile) “Silent Night, Deadly Night” (slasher che avrebbe dato inizio a una vera e propria serie) e un nugulo di babbi rossovestiti impegnati a fare mattanza in quel della vigilia. Solo che “Christmas Evil” (“You Better Watch Out”) non è soltanto il capostipite. E' diverso. E' qualcosa di particolare. E merita una riflessione in più.


Il film prende spunto (così come quelli successivi) dai fumetti dei mitici “Racconti delle Cripta”, in cui la figura di Santa Claus fu più volte dissacrata da celebri storie horror. Non un adattamento, ma solo uno spunto, e per di più labile. Sì, perché sarebbe improprio definire “Christmas Evil” un film horror, per quanto i momenti disturbanti nella pellicola non manchino. Ci troviamo, in realtà, davanti a un film drammatico, introspettivo, con escursioni nell'orrore e nello splatter. Ma soprattutto davanti a una parabola oscura che fa della pellicola diretta da Lewis Jackson qualcosa di ambiguo e affascinante. Forse il film antinatalizio per antonomasia, o forse la più crudele difesa dello spirito delle feste che sia mai stata narrata.

Da bambino, Harry ha subito un trauma durante le feste di Natale. Niente di così terribile, in realtà. Dopo aver spiato l'arrivo in casa di Babbo Natale, impersonato dal padre in uno spettacolo a beneficio dei due figlioletti, lo sorprende a fare sesso con la madre con ancora addosso il costume rosso e bianco rimanendone profondamente turbato. Certo, il suo trauma oggi risulta eccessivo, ma il film per procedere non ha bisogno di questo. All'evoluzione di Harry non serve un (unico?) trauma scatenante per seguire il suo cammino di perdizione. Concluso il prologo, lo ritroviamo dopo molti anni, adulto e palesemente disturbato. Ci viene lasciata sottintendere una vita di solitudine e frustrazione, all'ombra di un fratello maggiore che non gli ha mai mostrato solidarietà e che lo percepisce solo con fastidio. Harry lavora in una fabbrica di giocattoli ed è ossessionato dal Natale, ma soprattutto dalla figura di Santa Claus, con la quale ha sviluppato una forma di identificazione. Infatti trascorre il tempo spiando un gruppo di bambini (in modo totalmente casto), annotando in due libri i loro desideri, le loro attitudini e comportamenti. Le due liste dei bambini buoni e cattivi del mito diventano reali nella pratica annuale di Harry, che progetta di trasformarsi una volta per tutte in Babbo Natale. In fabbrica il rapporto con gli altri operai è al limite del bullismo. Harry non tollera che la festa più importante dell'anno sia oltraggiata, e la produzione di giocattoli destinati ai bambini per lui è sacra. La vigilia di Natale, Harry vestirà il costume rosso e bianco dei suoi sogni per distribuire doni ai bambini che ritiene meritevoli. Farà anche visita a un ospedale pediatrico portando gioia e ricevendo simpatie. Ma il mondo adulto, che guarda al Natale in modo prosaico e cinico, come sempre guasterà tutto. L'incanto di un Babbo Natale altrimenti gentile e dolce si incrinerà. E sarà un massacro.


Christmas Evil” è paragonato da qualcuno a “Taxy Driver” di Scorsese, e il personaggio di Harry a una sorta di Travis Bickle natalizio. Paragone forzato, in quanto sì, ci troviamo davanti a una discesa nella follia dettata da un delirio moralista, ma le somiglianze si esauriscono qui. Christmas Evil” è un film che possiamo definire antinatalizio in quanto porta in scena il lato più materialista del Natale (la speculazione, il consumismo) contrapponendolo al bisogno di magia di un'anima che tutto sommato è rimasta candida. Anche quando sconfina nell'omicidio, utilizzando giocattoli come armi letali, Harry dimostra una furia infantile, da bambino deluso che non vuole disturbato il suo rituale festivo. E le sue vittime, sono tutte pericolosamente antipatiche e irritanti. Il mondo adulto, irrimediabilmente corrotto, percepisce il suo costume da Babbo Natale come un giullare da schernire, laddove i bambini conservano l'approccio tenero e incantato al personaggio che Harry interpreta. Un mondo innocente al di là di ogni evidenza, rappresentato nella scena (la più inquietante del film) in cui un gruppo di bambini protegge il Babbo Natale assassino cui la città sta ormai dando la caccia, facendogli scudo con i loro piccoli corpi e persino disarmando gli adulti e consegnandogli le armi che questi volevano usare contro di lui.


Il raccapriccio suscitato da “Christmas Evil” va oltre il canonico splatter da film horror. E' psicologico e insinuante. Gli atti criminali compiuti da Harry sono realizzati con malinconia, in modo quasi candido. Intensa e tristissima la sequenza in cui Harry tenta di entrare in una casa in cui tutti dormono passando dal camino come farebbe Babbo Natale, ma rimane incastrato nella canna fumaria e si tira fuori con molta fatica, dolorante e sporco. L'archetipo del mostro di Frankenstein (con allusioni al classico di James Whale) braccato dai villici imbestialiti rivive in questa pellicola, dove il mostro (reietto, incompreso e bisognoso di aiuto) veste i panni di Babbo Natale. In un balletto etico in cui lo spettatore non è sicuro da che parte stare.
Il finale del film di Jackson ha fatto discutere, spiazzando il pubblico per la sua natura surreale e allegorica. Potremmo dire che è la chiusa perfetta alle buone intenzioni (e ai crimini) di Harry. Harry forse è davvero l'incarnazione di Babbo Natale. Non quello voluto dalla tradizione e dai meccanismi commerciali, ma dall'immaginario infantile, dolce con i buoni, severo con i cattivi, e comunque magico. Potremmo intendere “Christmas Evil” come una lettura metaforica e visionaria del monito evangelico: gli innocenti non vanno scandalizzati, o guai a voi. E concludere che il Natale è un sogno che appartiene all'infanzia, a dispetto della crudezza del mondo reale, e che le illusioni (i sogni) di innocenti piccoli e grandi andrebbero comunque rispettate, nella peggiore delle ipotesi come un atto di pietà, volto a concedere una tregua incantata dalla crudeltà della vita quotidiana.

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