martedì 6 dicembre 2016

Vedute: Richard Corben

 

Richard Corben. Un autore fuori dagli schemi, incredibilmente caratteristico, anche per quell'ondata indipendente e sperimentale che è stato l'Heavy Metal statunitense degli anni 70. Il mistero dell'arte di Corben consiste proprio nell'avere assimilato le influenze dei grandi illustratori europei ed essere riuscito a ibridarla attraverso uno stile americano che si colloca in modo bizzarro tra il pop e l'underground.
In Italia è ricordato soprattutto per le sue incursioni marvelliane (“Hulk: Banner” e “Cage” nella linea Max e “Punisher: The End”). Di sfuggita su Hellblazer, in qualche episodio speciale dedicato al mondo di Hellboy e il relativamente recente “Ragemoore”. De “I racconti del diamante nero”, purtroppo, dopo la serializzazione sulla rivista antologica “L'Eternauta” non abbiamo più trovato traccia. Non che il discorso sia diverso per i suoi lavori più fantascientifici, dove dimostra anche il suo personalissimo uso del colore, tra cui la serie di “Den” (anche questa pubblicata dalla Comic Art ai tempi della rivista suddetta) e cui è ispirato uno degli episodi del celebre film d'animazione “Heavy Metal”. Del resto, per il suo stile esplicito e provocatorio, in passato Corben ha dovuto difendersi anche dall'accusa (decisamente esagerata) di pornografia. Le sue produzioni più vecchie e meno commerciali oggi sono difficili da trovare. E' comunque uno degli artisti di maggiore rottura e dalla personalità invasiva, che buca la pagina e la fa sua anche con sceneggiature scontate. Un pennello nato per trascendere le epoche e vivere tanto in scenari barbarici che in costume o avveniristici.  










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