martedì 18 ottobre 2011

Black Jack Neo


Contrariamente a quanto avviene nel mondo letterario, cinematografico e delle serie televisive, in quello del fumetto è raro trovare opere che abbiano come argomento la medicina. Soprattutto negli ultimi anni, e soprattutto in televisione, infatti, si è assistito a una vera e propria invasione di storie che hanno come protagonisti i medici e il loro mondo, sia lavorativo che personale, i quali tra l’altro quasi di regola si intrecciano a doppio filo. Invece, nel panorama dei fumetti, le storie di questo tipo rappresentano rarissime eccezioni. Black Jack è una di queste.

Mi sono sempre chiesto, facendo parte di questo mondo, come mai la medicina susciti tanto interesse. Molti pensano che sia perché il nostro è un lavoro che prevede un contatto con il lato umano molto profondo. In realtà non credo sia questo. In fondo, anche gli avvocati che gestiscono le liti ce l’hanno, o i nostri insegnanti a scuola, così come, anche se indirettamente, gli architetti che progettano le nostre case e i palazzi dove lavoriamo, o gli ingegneri delle autostrade su cui viaggiamo. Forse la risposta sta nel fatto che i medici si trovano a confrontarsi con una dimensione umana che raramente, e mai serenamente, viene condivisa: quella del dolore. Il dolore di una persona è il suo universo privato, e nessuno dovrebbe entrarci se non invitato. Credo quindi che sia la particolare relazione che deve instaurarsi tra i medici e tutti gli altri a suscitare l’interesse e la curiosità di chi legge o guarda, così come le situazioni particolari con cui i medici si confrontano.


Black Jack Neo è una miniserie manga in due volumi che si configura come rielaborazione e omaggio alla precedente e ben più corposa serie Black Jack di Osamu Tezuka. Purtroppo, pur avendone sentito parlare, non ho mai avuto il piacere di leggere quella serie, da tempo conclusa, anche se è una di quelle cose che andrebbero recuperate in quanto costituiscono un classico della letteratura a fumetti. Ma la miniserie da poco pubblicata (realizzata graficamente da quel Masayuki Taguchi già disegnatore di Battle Royale e autore della miniserie Lives!) risulta godibilissima e molto interessante anche nella sua brevità.

Il dottor Black Jack è un medico, ma un medico molto diverso dagli altri. Lo si potrebbe definire un dio della medicina, un chirurgo per cui quasi niente è impossibile. La sua non è solo una manualità fuori dall’ordinario, che gli consente operazioni ai limiti del sovrannaturale, ma una vera e propria arte. Ricercato in tutto il mondo per le sue prestazioni, chiede compensi esorbitanti per la sua opera, sebbene effettuata senza alcuna licenza, ma non è per nulla avido, visto che, quando lo ritiene opportuno, interviene anche gratuitamente. Il denaro gli serve per mantenere in efficienza il luogo dove lavora, una sala operatoria attrezzata con tutte le più moderne tecnologie nei sotterranei della sua casa. Ma c’è molto di più in questo personaggio taciturno ed enigmatico. Per lui, la conoscenza delle persone che ha di fronte, della loro storia personale e familiare, delle loro paure e delle loro speranze, è fondamentale tanto quanto e forse più di una diagnosi corretta o di una perfetta sutura. I due volumi contengono storie tutte molto belle e intense, ma quella che a mio parere è la migliore è “Una pepita d’oro”, in cui emergono con forza e passione tutte le sfaccettature del personaggio, dal contatto con i pazienti alle motivazioni che lo spingono, dalle sue tariffe milionarie al suo rifiuto per le autorità mediche ufficiali.

Nelle storie c’è spazio anche per qualche scena ironica, come la presenza della piccola Pinoko (sebbene la sua origine sia tutt’altro che comica), e per una quantità enorme di citazioni di opere storiche del fumetto giapponese, tutte dettagliatamente riportate in calce ai volumi. Infine, un cenno particolare meritano i sempre più curati disegni di Taguchi, che dalla qualità già molto alta di Battle Royale ha spiccato il volo in queste ultime miniserie (Lives! e Black Jack Neo, appunto) verso soluzioni grafiche di livello eccezionale. Una lettura che consiglio a tutti coloro che conoscono i manga e a tutti coloro che vorrebbero conoscerli e non sanno da cosa cominciare.




[Articolo di Filippo Longo]

Questa recensione è stata pubblicata anche su Cose Preziose

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