sabato 7 maggio 2011

Chiesa e Omofobia: Non si prega per le vittime!


La chiesa lo ha fatto ancora.
Potremmo dire in modo... impenitente.

Le gerarchie ecclesiastiche hanno scelto ancora una volta di dichiarare con i fatti la loro estraneità agli insegnamenti cristiani. Senza vergogna. Senza alcun senso di misura né di umanità.

A essere negata, stavolta, è stata la possibilità di pregare. O meglio, di pregare in chiesa, secondo i crismi cari a quanti professano una religione che si rivela, a ogni giorno che passa, ormai troppo inquinata da ignoranza e dinamiche reazionarie. A esprimersi è stato il cardinale di Palermo Paolo Romeo, vietando, con una nota ufficiale, la veglia ecumenica di preghiera per le vittime dell’omofobia che avrebbe dovuto svolgersi il 12 Maggio presso la chiesa di Santa Lucia a Palermo. Incontro di preghiera organizzato dal gruppo di omosessuali cattolici Ali d’Aquila, e che si svolgeva regolarmente già da qualche anno, finora senza suscitare alcuna reazione da parte delle autorità religiose. Quest’anno, forse, è diverso. Si avvicina il secondo Pride della città, e dopo il successo dell’anno passato, è probabile che qualcuno abbia fatto più attenzione a cosa si stava muovendo e a che cosa andava fermato prima che alzasse troppo la cresta. Il Pride è manifestazione volta ad abbattere le differenze e a rifiutare ogni forma di discriminazione. Tanto è sufficiente perché chi è omosessuale e cattolico abbia riconosciuto il suo spazio e la possibilità di vivere liberamente la propria fede come la propria identità sessuale.

Non funziona così per la chiesa. Gli aspetti più progressisti del Vangelo (che pure esistono) sono sempre stati ignorati con cura certosina. Cristo si rivolgeva spesso alle donne, rivelando a loro per prime importanti concetti spirituali, come nell’episodio della Samaritana, e dimostrando di non essere schiavo del pensiero dei propri tempi, che vedevano lo status sociale delle donne livellato a quello delle bestie. Non parliamo del concetto di misericordia, inteso come solidarietà e amore globale. Non c’è posto per tutto questo. Se qualcuno viene perseguitato, discriminato, picchiato o addirittura ucciso solo perché omosessuale, pregare per lui non si può. Almeno non in chiesa, non in via ufficiale, non con l’autorizzazione della curia di Palermo.

I commenti si potrebbero sprecare. Ma forse non è neppure il caso di sforzarsi. La scelta del cardinale Romeo basta e avanza, tanto è eloquente. E’ l’azione più palesemente anticristiana (e mediaticamente eclatante) che la chiesa potesse scegliere di compiere. Certo non è una sorpresa. La stessa nota che pone un veto alla veglia di preghiera richiama il documento del 1986 dedicato alla “Cura pastorale delle persone omosessuali”, soggetti buoni per essere affidati alle cure degli psichiatri, e che porta la firma del futuro papa Joseph Ratzinger. La chiesa non può, secondo questa linea di pensiero, manifestare solidarietà a una categoria la cui condotta non è conforme ai principi etici su cui si fonda la religione cattolica.

Molto meglio, dunque, vietare l’uso del tempio. Non sarà cristiano, ma certamente molto più cattolico. Importa poco che negare a una comunità la possibilità di pregare in chiesa per le vittime di violenze ispirate da insensato odio razziale, ratifichi e assolva automaticamente i comportamenti omofobi. Peggio, che possa contribuire a ispirarne di nuovi. Quelle persone non chiedevano altro che riunirsi e pregare. Pregare perché un fenomeno sociale odioso e pericoloso come l’omofobia abbia termine. Ed è stato detto loro: Questa non è casa vostra. Fuori di qui.
Questa la risposta della chiesa.

Chi è cattolico in buona fede, dovrebbe essere il primo a vomitare davanti a una notizia simile. Chi cattolico non è, o non lo è più, o ha avuto finora un atteggiamento distratto e tiepido verso certe tematiche, farebbe meglio a riflettere. A informarsi e soprattutto a ricordare. Ricordare che esistono confessioni religiose, come la chiesa protestante Valdese, che applicano un concetto di carità meno ristretto, e hanno dimostrato nel tempo una grande apertura nei confronti delle persone omosessuali.

Si dovrebbe ricordare. Soprattutto quando si sceglie a chi destinare il proprio otto per mille.

Il potere di questa gente, ipocrita e dispotica, che protegge i pedofili nel suo seno, ma condanna la comunità lgbt, oggi negandogli addirittura la possibilità di pregare in chiesa,  risiede nel portafoglio. Il loro autentico tallone d’Achille, dal momento che contraddirsi e oltraggiare gli insegnamenti del Cristo che si vantano di adorare, non sembra scalfire minimamente la loro granitica sicurezza.

Ricordatelo. Non dimenticate questo episodio. Mai.

Per questo: grazie, cardinale Romeo.




ULTIM'ORA:

Su La Repubblica di oggi (pagine di Palermo, articolo "La differenza tra dogma e tabù"), a proposito del veto da parte della curia di Palermo alla veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia: Augusto Cavadi, pur prendendo le distanze dalla decisione del vescovo Romeo, scrive: “Pretendere che un arcivescovo consenta una veglia di preghiera per le vittime dell’omofobia sarebbe, per certi versi, incomprensibile come se si autorizzasse una veglia pubblica di preghiera per tutti i mafiosi caduti sotto i colpi della polizia o di altri mafiosi,” (...questo per dire che la posizione sarebbe coerente).

Ma... CAVADI! MA CHE CAZZO DI PARAGONI FAI?!!!

Possibile che non si capisca che negare la possibilità di pregare in chiesa (leggi: rifiuto di solidarietà) equivale a ratificare la condotta di chi è omofobo? E vai a mettere in mezzo i mafiosi caduti sotto i colpi della polizia, ritenendo che sia un espediente retorico NON OFFENSIVO che dovrebbe spiegare l'ovvio: cioè che l'istituzione cattolica si fonda su una mentalità reazionaria e su alleanze politiche adeguate?
Vogliamo ricordare che per Giovanni Paolo II "In Polonia ERA PEGGIO" che nel Cile languente sotto la dittatura sanguinaria di Pinochet, semplicemente perché "c'erano i comunisti"?
E' INCOMPRENSIBILE pretendere (da credenti o anche solo da persone razionali) una coerenza con i concetti fondamentali cristiani quale la carità?

E' una pretesa così stupida, così ignorante, così stolidamente utopistica, che la chiesa si comporti secondo un'ottica che sia realmente cristiana?

Dal tono del suo articolo, sembrerebbe di sì.


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