Ci ha appena lasciati Alfredo Castelli. Un gigante nel panorama del fumetto italiano.
I
più giovani lo ricorderanno per Martin
Mystère
e la forte impronta lasciata sulle edizioni Bonelli nel corso degli
ultimi quarant'anni. I meno giovani, come il sottoscritto, lo
ricordano in prima istanza per le sperimentazioni umoristiche quali
Scheletrino,
striscia demenziale pubblicata in appendice a Diabolik, e a l'Omino
Bufo,
che disegnava in prima persona firmando con lo pseudonimo sgangherato
di "Il Pitore di Santini". Una sfida culturale che avanti
nei tempi presentava uno stile abborracciato per portare avanti
invenzioni e provocazioni, nonché l'idea del fumetto come linguaggio
integrato, che va fruito nella sua complessità e non come una mera
somma delle parti.
Altra pietra miliare è rappresentata dalla storie di Otto Kruntz, inventore tedesco sosia di Adolf Hitler, sempre disegnato da Fagarazzi, e delle sue devastanti macchine.
Negli anni 70, sul Corriere
dei Ragazzi, Castelli creò numerosi personaggi destinati a mettere radici nella memoria di più generazioni. Ricordiamo tra i tanti, l'Ombra,
giustiziere a metà strada tra The Shadow e l'Uomo Invisibile di HG
Wells, e Gli
Aristocratici,
indimenticabile clan di ladri gentiluomini. Due opere fondamentali che diedero inizio alla la sua storica collaborazione con il disegnatore
Ferdinando Tacconi.
Odio scrivere coccodrilli. Si cede sempre alla tentazione di compilare delle cronologie se non degli sterili elenchi. E anche stavolta non è stato diverso. Perciò mi fermo qui.
Aggiungerò solo che Alfredo Castelli è stato un personaggio immenso, come autore, come saggista, come sperimentatore in tempi non sospetti, come curatore e storico della Nona Arte. E chiuderò ribadendo l'ovvio, ma anche la verità. Cioè che lascia un vuoto incolmabile.
Ciao, Pitore di Santini. Il mondo del fumetto sarà più grigio senza di te. Grazie di tutto.
Alfredo Castelli – 1947 - 2024
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