lunedì 18 novembre 2019

I Saw the Devil


"I Saw the Devil" è un film di Kim Jee-Woon del 2010. Thriller crudelissimo, che si rifà all'abusato aforisma di Nietzsche sull'abisso che ti guarda quando osi guardare in esso, in modo non scontato. I film sulla vendetta privata non si contano, e la Corea del Sud ha già avuto parecchio da dire sul tema. Kim Jee-Woon realizza un film molto diverso dai precedenti, forse con meno virtuosismi fotografici evidenti, ma con una regia che scatta come una trappola. Si chiude e fa un male cane. Un serial killer uccide la donna (incinta) di un agente dei servizi segreti. Questi promette che quando lo avrà trovato gli farà diecimila volte più male. E lo fa. Con una modalità, però, che lascia disorientati. E non solo per il contagio di mostruosità che ancora una volta si realizza tra criminale e agente dell'ordine, ma per una modalità narcisistica (e terribilmente ottusa) nel piano generale dell'uomo assetato di vendetta. Una vendetta che deflagrerà, facendo tracimare ulteriormente il male che si sarebbe voluto punire. Un film violento come pochi, e recitato benissimo (uno dei due protagonisti è Choi Min-Sik, quello di "Old Boy"). Una storia noir che è anche un esame anatomico dell'idea di vendetta, in termini pragmatici oltre che etici. E una parabola sulla frustrazione, sull'insensatezza del male, e sulla sua fondamentale stupidità. Perché il male non è mai nobile o frutto di ragionamenti elaborati. Molto spesso nasce da pulsioni venali, egoistiche, superficiali. Ed è il genere di male che fa più danno in assoluto.

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