L'ultimo (per ora) appuntamento con Il
Sipario di Cartone è
per il 3 Maggio ore 19 presso la Biblioteca
Salvatore Rizzuto Adelfio.
Vedremo insieme "Heavy Metal", film d'animazione diretto da
Gerald Potterton nel 1981. Una narrazione fantascientifica a scatole
cinesi, in cui un racconto fa da cornice a più episodi, ambientati
su pianeti diversi e diverse epoche, ma in qualche modo tra loro
collegati. Una sarabanda di autori e storie che provengono
dall'esperienza della rivista Metal Hurlant e dai tanti artisti del
movimento de Les Humanoids. Prima della proiezione, la consueta
performance teatrale sarà affidata alla voce e alla grinta di Mario
Clames,
che reciterà un monologo da "Devilman" manga capolavoro di
Go Nagai. Per il fumetto, per il teatro, per il cinema e per una
condivisione delle arti... venite a trovarci. L'ingresso è gratuito.
Abbiamo deciso di intitolare questa
rassegna “Il Sipario di Cartone” con l'intento di presentare due
linguaggi, anzi tre, accomunati dalla componente dell'arte grafica.
Vedremo insieme tre film di animazione, scelti con un criterio che
potremmo definire... non dico anticommerciale, ma volto al recupero
di opere particolari, alcune vintage, ma in grado di fornire spunti
di riflessione che vadano oltre l'attuale trend di intrattenimento.
Ma prima di vedere il film, stasera, il
sipario di cartone di aprirà su una performance di stampo teatrale.
Un teatro applicato al media fumetto. Quindi, la viva voce
dell'attore e il suo gestire per passare poi alle immagini animate
sullo schermo.
Perché?
Noi di Altroquando abbiamo da sempre
fatto vivere i fumetti in contiguità con qualcosa che apparentemente
c'entrava poco. Quando avevamo la libreria, i fumetti erano accanto
alle produzioni underground, all'antiproibizionismo, alle battaglie
per i diritti LGBT e alle mostre di artisti con attitudini variegate.
Nella nostra nuova forma di associazione culturale, attraverso anche
l'attività sul canale Youtube, abbiamo recuperato l'interesse per il
teatro. Una delle poche forme d'arte che si possono veramente
definire viventi. Il teatro è arte viva perché raggiunge la sua
espressione massima durante la performance attoriale, davanti a un
pubblico che fruisce il lavoro di chi sta facendo spettacolo nel
momento stesso in cui questo si attua. Il fumetto, dal canto suo, è
una forma d'arte... la nona... tuttora ambigua e soggetta a
mutamenti. Da un lato è ancora fortemente sottovalutata da molti. Da
un altro, lo sdoganamento del mondo nerd sta dando vita a una nuova
forma di omologazione. E di casta. E sta portando a un generale
appiattimento, dove il potenziale creativo del linguaggio
fumettistico si arena nelle mode correnti e in dinamiche
autocelebrative che girano a vuoto, macinando soldi e poco altro.
Decenni fa, i più maturi se lo
ricorderanno, i fumetti furono portati in televisione con un
esperimento rimasto isolato. Oggi noi cerchiamo di raccogliere quel
testimone e di usare le opere a fumetti come strumento per dimostrare
che la narrazione per immagini può essere veicolo di una forza
testuale che va oltre il mezzo. Non solo per la moda dilagante dei
cinecomics, ma come un immaginario comunicante con altre forme
espressive, altre discipline. Un crocevia mediatico che può aprire
porte impensate e condurre alla conoscenza e all'amore per altre arti
(o produrne di ibride e di nuove). Oggi cominceremo con la forma del
monologo. Domani, se l'esperimento susciterà risposte adeguate,
potremmo progettare uno spettacolo più complesso. Chissà.
Iconic ! ;-)
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