L'Amore
bugiardo – Gone Girl è il nuovo film del regista statunitense
David Fincher, premiato nel 2011 con il Golden Globe quale
miglior regista per la direzione del film The Social Network.
Candidato due volte all'Oscar per Il Curioso caso di Benjamin
Button e il già citato The Social Network, Fincher è
ricordato anche per altri titoli magistralmente diretti, come Fight
Club e Seven (due autentici cult movie), ed è noto
per il suo perfezionismo. Con L'Amore bugiardo-Gone girl, ci
propone un trhiller malriuscito... o meglio: riuscito a metà.
L’amore bugiardo potrebbe essere accostato a tutto tranne
che ad un film che porta la firma di un autorevole regista (quale è
Fincher). Infatti non somiglia a niente nello specifico (nemmeno
forse al libro da cui è tratto, quello di Gillian Flynn). Un po' di
mistero, un po' di commedia e... un po' di cosa? (oserei scrivere: ma
de che?). Solo per rimanere all’interno della filmografia
fincheriana: Gone Girl è noir come lo è Seven, ed è
lungo e accativante come Benjamin Button.
La
storia è quella di Nick (Ben Affleck) e Amy Dunne (Rosamund Pike),
marito e moglie apparentemente felici. Lei, un'affermata e famosa
scrittrice. Anche lui è uno scrittore, ma è in cerca di una nuova
vita degna di nota. Tutto esplode, o per esser precisi implode, nel
giorno del loro quinto anniversario di matrimonio, quando Amy
scompare senza lasciare traccia. La scena del crimine in casa dei
Dunne rivela tracce di sangue e colluttazione e presto Nick si
ritrova accusato di omicidio. Il suo atteggiamento troppo spensierato
lo rende un bersaglio perfetto dei media, ma Nick è davvero
colpevole? Tutte le televisioni e i giornali svolgono un ruolo
fondamentale nella storia, che almeno nella sua prima parte ruota
attorno alla rottura del sottile equilibrio dell'immagine di Nick,
pubblica e privata, con il dubbio che sia implicato nella sparizione
della consorte.
L'amore
bugiardo gioca con la struttura del thriller, e senza dubbio
l'abilita di Fincher sta nel costruire qualcosa di imprevedibile, ma
impelagando il film nella dozzinalità di sequenze da telefilm
polizieschi, tutto l'ingarbugliato rapporto matrimonial,tra il reale
e il surreale, tra la verita' di uno e la bugia dell''altra e
viceversa.
Ben
Affleck è per una volta in gamba nel ruolo del bamboccio
americano che si ritrova in una relazione più grande di lui, con
tutta l'aria del colpevole a tutti costi. La protagonista femminile,
Rosamunde Pike, ricorda tanto Kim Novak nel film la
Donna che visse due volte. Apprezzabile e sicuramente
encomiabile nel suo ruolo bizzarro,un'autentica rivelazione bionda.
La
pellicola di Fincher, inserisce in questa messinscena elementi quali
il sospetto, il rimorso, la fama ad ogni costo, stornando lo
spettatore da facili previsioni, dove l'assasino diventa vittima e la
vittima si fa carnefice. Non mancano scene lunghe e noiose, risvolti
grotteschi e un'ironia a tratti davvero fastidiosa, al punto quasi da
far rimpiangere le stucchevolezze dei cinepanettoni
di
qualche settimana fa.
Detto
questo, resta senz'altro un film da vedere... e rivedere, nel bene o
nel male.
Sarò
bugiardo?
Buona
visione
[Articolo
di Salvo D'Apolito]
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