Trascorsi ben 4 anni
tra teatro (Ammutta muddica) e spot televisivi per una
famosissima azienda telefonica, Aldo, Giovanni & Giacomo tornano
sul grande schermo con il loro ottavo lungometraggio: il quinto,
diretto, sceneggiato e interpretato. Il Ricco, il Povero e il
Maggiordomo. Una così lunga lontananza dal grande schermo che ha
finito con l'amplificare ancor di più l'attesa nei confronti di
questo ritorno al cine-panettone, evidentemente “deviato” proprio
da quell'impianto comico pubblicitario che ha messo in luce il trio
negli ultimi anni.
La storia, se
vogliamo, è tragicomica, sebbene se nel film ci sia poco da ridere,
quindi definirlo un film comico mi sembrerebbe fuori luogo. Si basa
su un tema assai più che attuale, ma poco originale, ovvero il
Fallimento, sempre piu comune in questi anni di crisi e catastrofi
finanziarie.
Nel film è Giacomo
(Poretti) lo sventurato che ha una moglie fascinosa, una megavilla
con piscina, svariate Maserati e un fidato maggiordomo (Giovanni
Storti) a ritrovarsi da un giorno all'altro senza il becco di un
quattrino. Così, per un incauto investimento in Burundi, diventa
povero senza fissa dimora, senza più auto e lussi. L'unico a non
voltargli le spalle e a seguirlo in povertà è così il fidato
maggiordomo. Durante una rocambolesca fuga dai vigili, impegnati a
controllare le licenze degli ambulanti in un mercatino rionale, Aldo
(Baglio) viene investito con l'auto dal "povero" e dal
"maggiordomo", che dopo averlo soccorso gli propongono una
ricompensa forfettaria per il risarcimento dei danni e lo portano
nella villa, non ancora sequestrata, del neopovero Giacomo. Ma le
cose degenerano perche' la megavilla e le auto di lì a poco vengono
poste sotto sequestro.
Così, Aldo dal
cuore d'oro, propone ai due sciagurati di trasferirsi nella sua umile
casetta che divide assieme alla burbera mamma Calcedonia,
interpretata in maniera encomiabile da Giuliana Lojodice,veterana
attrice di teatro, la quale rappresenta il comparto femminile del
film oltre a Francesca Neri (che interpreta Assia, un'addetta ai
finanziamenti in banca) e Guadalupe Lancho (la focosa cameriera di
Giacomo, innamoratissima del maggiordomo Giovanni). Mentre un ottimo
Massimo Popolizio, reduce di Romanzo criminale (2005), veste i
panni di un sacerdote .
Aldo Baglio,
Giovanni Storti e Giacomo Poretti che in passato, dietro la macchina
da presa e con le loro interpretazioni hanno sempre saputo deliziare
ed accontentare tanto la critica quanto il pubblico con film come Tre
uomini e una Gamba, Così è la vita, Chiedimi se sono
felice e in parte anche Tu la conosci Claudia
e il recente La Banda dei Babbi Natale, con quest'ultima
fatica hanno perso smalto ed energie da veri mattatori, rompendo
quasi un giocattolo che tante soddisfazioni aveva regalato al trio
comico.
Nel film poche gag,
ma sopratutto riciclate e di estrema imbecillità, al di sotto di
tanti spot pubblicitari, banali e flebili nei contenuti. Il fulgore
comico del trio si è notevolmente affievolito. La storia di Il
ricco, il povero e il maggiordomo è avara di momenti riusciti, e
sembra palese che i tre faticano a ripercorrere i fasti dei tempi
migliori, mettendo in scena una pellicola lontana anni luce da quella
travolgente comicità che li ha resi famosi. Sia la trama che gli
schetch sono scopiazzati da diversi filoni di film anni 80 e 90 e
molte gag sono debitrici della saga fantozziana. Non vorrei essere
troppo drastico con questa critica, anche se del trio ho grande stima
e a loro tre si vuol sempre bene. Ma a parte questo, la generosità
di Aldo non riesce proprio a piacermi o catturarmi, e a dispetto del
periodo natalizio che ci vorrebbe più buoni, non riuscirei manco per
niente ad avere una parola di elogio per questa commedia che poteva
essere, senza ombra di dubbio, piu incisiva e divertente.
Buona visione.
[Recensione di Salvo
D'Apolito]
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