venerdì 29 agosto 2014
Il nome di... In nome di...
Dare un nome alle cose, o conoscere il loro nome, dà potere su di esse. Una frase, questa, che si incontra spesso in testi esoterici, legati al concetto di magia e quindi di manipolazione della realtà.
La frase ha però un sottotesto simbolico che è potente. Dare un nome alle cose equivale a comprenderle, a riconoscerle, e quindi (eventualmente) smettere di temerle, saperle affrontare, metterle al posto giusto. Se è il caso, buttarle via.
Insomma, è un traguardo dell'anima.
Credo di avere finalmente trovato la parola che cercavo (e che non dirò, perché questo blog non ha la funzione di insultare nessuno, neppure chi se lo merita). Ho dato un nome a una dinamica di eventi, ho compreso cosa c'è dietro, ho compreso la loro vera, banalissima natura, e che il nome dato da altri era una comoda bugia. Ho fatto pace con me stesso. Riconosciuto il mio vero ruolo, che mi rende orgoglioso, e mi è stato chiaro - una volta di più - che se l'Italia ha votato ripetutamente un personaggio come Berlusconi è perché il senso critico e la capacità di vedere oltre le apparenze latita in casa di molti. Anche presso chi si ritiene progressista, chi si ritiene anarchico. L'amicizia stessa, spesso è vissuta come una sorta di appartenenza mafiosa che ripudia razionalità e correttezza. Ho capito come funziona una certa chimica, che continua a mischiare determinati composti e a produrre... fumo. Non m'interessa praticarla. E' un argomento ripugnante, noioso, che non produce nulla di serio. Soprattutto quando vuol passare per quello che non è, e che non potrà mai essere omettendo una larga fetta di verità. Ma ormai ho capito. La bugia è svelata, e per quanto suoni offensiva non c'entra proprio nulla con me o la mia famiglia. E questa è una conquista.
E sto bene.
Ciao, Salvatore, a un anno dalla tua nuova nascita. Questo ti avrebbe fatto sorridere:
«I am the Doctor! Weather You like it or not!»
Ci vediamo da Altroquando. Il tuo. Il nostro.
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