L'ennesimo detestabile coccodrillo. Così si chiamano, in gergo giornalistico, gli articoli scritti per commemorare la scomparsa di qualcuno. Hans Rudolf Giger è stato un pittore, uno scultore e un designer influenzato dal surrealismo. Prolifico e dotato di una personalità caratteristica che rendeva le sue opere inconfondibili. Proverbiale la contaminazione carne-metallo che è riuscito a rendere in modo plastico più di chiunque altro, superando i confini del mostruoso e regalando alle sue creazioni disturbanti qualcosa di molto vicino alla più pura forma di bellezza. Il pubblico generalista, però, lo ricorderà sicuramente per avere creato graficamente il mostro di Alien (realizzato meccanicamente da Carlo Rambaldi) e per avere ispirato l'intera estetica del capolavoro di Ridely Scott e di tutto l'universo narrativo che avrebbe fatto seguito al primo, fortunato film.
Se da allora, la parola alieno non è suonata più nello stesso modo, una ragione c'è. E quella ragione era proprio H.R. Giger. Qualcosa di alieno, Giger lo aveva sicuramente. Un linguaggio, il suo, che non era di questo mondo, capace di far scaturire sensualità da ciò che è per sua natura freddo, forse persino minaccioso. E di dare corpo all'angoscia e all'immensità che tutto avvolge. Insomma, un genio.
Signori... H. R. Giger (1940-2014).
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