
Sono tornati. E tutto brucia. Anche gli eroi.
Dopo cinque anni di assenza nel nostro paese, il detective Christian Walker e la sua partner Deena Pilgrim sono di nuovo in strada, a frugare nel marcio di una metropoli dove

Nel volume intitolato Supergruppo (il quarto della serie edita dalla Magic), Christian Walker denunciava pubblicamente le responsabilità governative nella morte violenta di una squadra di supereroi (o “poteri” come Bendis ha scelto di chiamarli) rinunciando al distintivo e sparendo dalla circolazione. Se per i lettori italiani è trascorso un lustro da quell’ultima avventura, per i protagonisti di Powers è passato solo un anno. Un tempo sufficiente perché tutti i pezzi tornino sulla scacchiera e si chiedano quale ruolo è stato loro assegnato. Qualcuno ha ripreso a uccidere i vigilanti. E il suo modus operandi si va definendo sempre più come una vera e propria strategia terroristica. Il marchio Kaotic Chic, dipinto sul luogo di tutte le uccisioni, suggerisce l’esistenza di un piano preciso. E come nel caso di Retro-Girl, prima vittima eccellente di questa mattanza di eroi, indagare è compito di chi tiene i piedi sull’asfalto e una pistola in pugno. L’ordinaria forza di polizia, spesso adombrata dalle imprese di personaggi in calzamaglia. L’assenza di Christian Walker non ha giovato al caratteraccio dell’agente Deena Pilgrim, più acida che mai. E quando un sospettato dichiara che confesserà soltanto in presenza del detective Walker, Deena non aspetterà un istante per correre a cercarlo.
Powers: An

Il punto di forza iniziale di Powers consisteva nell’aver spostato il punto di vista dell’azione dallo straordinario all’ordinario. Ai coloratissimi supereroi, stavolta, sarebbe toccato muoversi sullo sfondo, mentre la ribalta sarebbe stata dominata da disincantati agenti di polizia. Anche se il personaggio di Walker rivelava di essere appartenuto, in passato, alla categoria dei vigilanti in tuta, la sua perdita di poteri e il riciclaggio come poliziotto lo rendevano un interessante ponte tra due mondi. Una partenza atipica, quindi, e decisamente controtendenza rispetto alla pletora di storie con supereroi in uscita all’inizio del nuovo secolo.
Discendente diretto della miniserie (quasi omonima) Marvels, di Kurt Busiek e Alex Ross, che si

Sotto questo aspetto, l’importanza di Powers nell’evoluzione del genere supereroistico è notevole. Certamente, quasi tutti i semi narrativi trattati erano già presenti nel fondamentale Watchmen, ma il definitivo sdoganamento dell’occhio alieno (in questo caso diverso in quanto privo di poteri) è da attribuire alla serie ideata da Bendis. Non a caso, Powers ha dato il la a una folta generazione di epigoni (non ultimo Gotham Central della Dc Comics), e ha contribuito a imporre la lettura hard-boiled delle avventure supereroistiche.
Esiste, tuttavia, un Ma.


Non è chiaro se la metafora è questa, o se semplicemente il punto di vista scelto abbia finito con l’indebolire le logiche di un racconto che forse avrebbe bisogno di un sottotesto più solido. L’avventura, ad ogni modo, rimane. E il divertimento è assicurato. Sono trascorsi cinque anni... Pardòn, soltanto uno. Ed è il momento che Christian Walker torni al lavoro. Nessuno aveva mai creduto a una sua definitiva defezione. Men che meno Deena, uno dei personaggi meglio caratterizzati della serie.
Con tutti i suoi difetti, Powers rimane un titolo che si difende bene. Se invecchierà in gloria o si affloscerà del tutto, è un’incertezza che i fans italiani, da oggi grazie alla Panini Comics, dissiperanno poco per volta.
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