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venerdì 29 ottobre 2010

Il Bunga Bunga di Edika



Bunga-Bunga, il tormentone del momento, sdoganato dal premier con le sue barzellette e gli exploit sempre più boccacceschi della sua vita privata, ha origini remote. Nei paesi anglofoni è conosciuta come Bunga Joke (la barzelletta del Bunga). La versione raccontata da Silvio Berlusconi vede come protagonisti due ministri del governo Prodi vittime di una metafora feroce quanto scontata. In realtà, questa storiella in Italia la sentiamo da tempo nella sua versione originale, quella che racconta di due comuni esploratori che hanno sconfinato inavvertitamente in un territorio proibito del continente nero, cui i nativi impongono una scelta tribale. Molti cabarettisti, tra cui Claudio Bisio, vi hanno attinto (come visto anche a Zelig) per imbastire delle gag comiche più ampie e spiritose che non si limitassero allo shock volgare della storiella di base. Ma cosa significa Bunga Bunga? Questa misteriosa, esotica parola? Beh, il significato è decisamente vietato ai minori come il cartone animato che accompagna questo post.

Urban Dictionary:  bunga bunga - Savagely brutal anal gang-rape. Fabled punishment for trespassing on the tribal land of a fictitious African tribe. [Un selvaggio stupro anale di gruppo. Riferito a una storiella popolare, in cui qualcuno è punito per aver violato il territorio di una immaginaria tribù africana.]


Edika (Edouard Karali) è un autore di fumetti francese noto per i suoi racconti scorretti, sordidi, spesso ai limiti dell'oscenità. In Italia ha pubblicato sulla rivista Totem. Molti dei suoi fumetti sono stati raccolti nel volume Racconti Scellerati. Edika racconta la Bunga Joke con il suo caratteristico stile sporco e graffiante, qui trasposto in una versione animata del tutto fedele a quella su carta. Nella versione di Edika (francese) il bunga bunga si chiama tchi tchi. Ma garantiamo che si tratta della stessa, identica cosa.
Tenere lontani i bambini. Bunga Bunga (anzi... Tchi Tchi).