venerdì 3 maggio 2024

The Spider


L'idea di trasporre le origini di Spider-Man in chiave horror, mostrando un Peter Parker che morso dal ragno radioattivo, invece che in un vigilante mascherato, si trasforma in una creatura mostruosa è tutto fuorché nuova.

Una delle prime intenzioni per l'adattamento cinematografico sulla storia del tessiragnatele era stata proprio quella di una versione dark e orrorifica. Il produttore Menahem Golan, fresco dell'acquisto della Cannon Film, accarezzava l'idea di un Ragno Umano a quattro braccia le cui tragiche e paurose avventure avrebbe voluto affidare a Tobe Hooper, il regista di "Texas Chainsaw Massacre" ["Non aprite quella porta"]. Comprensibilmente, la Marvel Comics cestinò questa proposta, e si mostrò più interessata al piano B di Golan, un altro progetto (anche quello mai realizzato) che avrebbe dovuto vedere James Cameron alla regia.

Nei fumetti, lo spunto dell'Uomo Ragno mostruoso fu ripreso più volte in storie per lo più ipotetiche. Nel racconto
"I, Monster" scritto da Tom DeFalco su "Amazing Spider-Man" nr. 437 nel 1988, e nell'episodio di "What If... ?" intitolato "Arachnamorphosis" del 1996, giusto per citarne un paio. Dopotutto dobbiamo ammetterlo, la declinazione horror della nascita di Spider-Man emerge quasi spontanea nella fantasia di chiunque.
Il regista Andy Chen ripropone questa variante al mito fumettistico con un cortometraggio in cui vediamo i primi passi di Peter come ragno umano e la direzione differente (parecchio differente) che avrebbero potuto prendere alcuni momenti fondativi del suo cammino di supereroe. Un pauroso rovesciamento di prospettive, mentre sfioriamo personaggi iconici il cui destino non sarà lo stesso visto nei comics. Gwen Stacy, J. J. Jameson, zia May, zio Ben...

Nei fumetti, il ragno fatale arriva per Peter in un momento in cui la sua vita sta attraversando una crisi cruciale per l'adolescenza. Isolato, schernito dai compagni di scuola, incarnazione del perdente secondo la visione più stereotipata della società (non solo) americana. Il ragno che lo morde è interpretabile come un intervento trascendente nell'ottica del mito. Il dono di una divinità capricciosa che gioca con le sorti umane, e fornisce allo sfortunato Peter, il sottovalutato Peter, qualità che ad altri sono negate, per poi metterlo davanti a un bivio morale in cui la scelta di diventare un eroe sarà soltanto sua, indipendente dai poteri che ha acquisito in modo fortuito.


La lettura presente in "The Spider" va subito al dunque e glissa sullo squallido quotidiano di Peter Parker, lo dà per scontato e si concentra subito sull'istante fatale del cambiamento. Una trasformazione che nel cortometraggio non è una "grazia", ma piuttosto una definitiva condanna. La conferma a essere per sempre un outsider, un escluso, un mostro. L'esatto rovescio del riscatto in tre tappe (acquisizione del potere, trauma formativo e ricerca di redenzione) narrato nel fumetto originale. Stavolta Peter, interpretato da Chandler Riggs, che in "The Walking Dead" è stato Carl Grimes, avrà modo di scoprire le sue nuove capacità in modo meno epico di come ricordavamo, e soprattutto di passare da un momento di entusiasmo a una vertiginosa caduta nel baratro.


Se "Brightburn", il lungometraggio diretto da David Yarovesky nel 2019, portava in scena una versione malvagio di Superman sconfinando nello slasher soprannaturale, "The Spider" di Andy Chen è affine al dramma fantascientifico de "La Mosca" di David Cronenberg per estetica e progressione narrativa. All'eroismo si sostituisce una veloce disumanizzazione in cui parlare di responsabilità (e succede) lascia il tempo che trova. Niente che non potevamo immaginare da soli, in realtà, ma l'esercizio è interessante. Almeno nella forma, considerati anche i mezzi limitati. Forse uno sviluppo maggiore, e un gioco più attento con le icone che si intendono infrangere, potrebbe condurre a una variante horror che lasci veramente il segno. Una riletture cinica, sporca e cattiva dell'archetipo supereroistico. Chissà!


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