martedì 13 febbraio 2018

Significati che tornano: omosessuale è un insulto?



Vado subito al dunque. Non è per la mia persona. Ma non vorrei fosse il sintomo di un clima generale.
In un momento storico in cui imperversa la caccia al diverso e le destre rialzano la testa, mi chiedo se devo tacere o se la mia lotta quotidiana deve imporsi oggi con maggiore forza.
Era da molto tempo che non mi sentivo dare del “frocio” in termini realmente offensivi.
Sia chiaro. Io SONO omosessuale. E ormai da parecchi anni, anche accanto al mio compagno oggi scomparso, ho fatto la scelta di vivere il mio orientamento alla luce del sole e farne una testimonianza civile. Cosa della quale non mi pento in nessun modo.
Ora, da qualche giorno, in un video su Youtube vengo definito “omosessuale” con un tono marcato, ripetuto ossessivamente e in modo ridicolo (non ho potuto fare a meno di pensare allo sketch della coppia omosessuale all'interno della striscia TV de “I soliti idioti”). Non sono le accuse sottintense. Ho la coscienza pulita, e sono consapevole che Internet produce diatribe infantili come questa ogni giorno. Nella fattispecie, non la comprendo. Non mi interessa, mi sento estraneo. E mi sono chiesto se dovevo restare in silenzio. Ma alla fine no. E non si tratta di rispondere all'ennesima, insulsa faida da social. Si tratta di quella parola (omosessuale), rigirata in bocca con gusto e cantata più volte come se fosse un insulto. Una qualifica volta a deprezzare la mia persona e la mia credibilità. Questo è quello che mi fa infuriare. Quel (neppure tanto) sottinteso che significa “come puoi andare dietro a una creatura simile?”.
E' fin troppo facile minimizzare. Ma come ho detto all'inizio, non è l'episodio in sé a essere grave. E' l'uso generico di quella parola, sfrondata dal tempo e dall'evoluzione dei costumi del suo retrosignificato negativo, restituita alla valenza di offesa. Di minimizzazione. Al sottinteso: “chiunque è migliore di uno così”.
Spero fortemente che sia davvero un episodio isolato, non influenzato da una mentalità che morde il freno per tornare. Ma un momento di riflessione, credo, fosse necessario.


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