venerdì 8 maggio 2015

Rom e Cinesi: dal Tubo con Furore

 

Oggi faccio coming out.

Spesso, quando si parla di Rom, o meglio, sento parlare della gente Rom da persone che li frequentano, se ne occupano in base al proprio attivismo sociale, a loro modo ne sono amici... mi scopro a pensare che probabilmente, dentro di me, c'è ancora un residuo di razzismo con il quale non sono ancora riuscito a fare i conti. Non dico questo perché covi avversione nei confronti del popolo Rom, ma perché non riesco a fare a meno di provare tuttora una certa diffidenza. Qualcosa di radicato, che disturba me per primo... che per primo vorrei non avvertire.

La mia frequentazione dei centri sociali mi ha di recente avvicinato ad alcune famiglie di questa etnia, (ormai stanziali e non più nomadi come un tempo) e persino a partecipare con grande interesse ed emozione a un loro rito di passaggio simile, per certi versi, al battesimo. La kumaria (è molto probabile che lo scriva in modo errato). Il lavaggio simbolico e la vestizione di una bambina che viene affidata a una persona di fiducia (per l'appunto la comare) che ne diventa di fatto la madrina, responsabile per il suo futuro. Una festa che per un giorno ha abbattuto delle frontiere culturali e mi ha in qualche modo fatto star bene. Non ho superato i miei limiti. Continuo a interrogarmi, voglio sapere di più. Forse mi manca la predisposizione naturale a vincere il pregiudizio, non lo so. Mi sforzo di barcamenarmi tra le mie contraddizioni, tenendo sempre occhi e orecchie aperte... e controllando spesso che la spina del cervello non sia accidentalmente staccata.

Ma non è di questo che voglio parlare oggi. Non davvero.

Oggi circola un video su Youtube in cui una ragazza Rom, minorenne, è stata filmata mentre (dopo essere stata sorpresa a tentare un borseggio su un bus di Milano) viene immobilizzata e ripetutamente malmenata da due turiste cinesi. La ragazza piange disperatamente mentre le due giovani orientali, palesemente incazzate, continuano a colpirla con pugni, schiaffi e calci, tenendola immobile. Non manca (direi a questo punto... per fortuna) l'intervento di un signore italiano che cerca di contenere la violenza, dice loro di non lasciarla scappare, se credono, ma di smettere di picchiarla. E' a quel punto che sul video si visualizza automaticamente una nota che recita queste stolide parole: "Il solito buonista di sinistra cerca di far smettere le due ragazze cinesi..."

Il coglione di destra (ritengo sia legittimo, o quanto meno metta equilibrio, a questo punto definirlo così) che ha pubblicato il video commenta lo stesso con il tag "Godo". Beh, il video sta girando sui social network, dal tubo a Facebook, e le due "eroine" orientali stanno diventando delle star. Si sprecano i riferimenti al "furore della Cina" e ad altre icone del Kung Fu cinematografico, mentre nei commenti monta l'onda di piacere masturbatorio di chi osserva questa scena di violenza come l'azione di angeli vendicatori, contrapposti agli smidollati italiani (alcuni dei quali, ricordiamo "buonisti", "di sinistra" e "dalla parte dei malviventi"). Commentare a propria volta su uno dei citati social equivale a saltare in una piscina piena di piranha. I social sono fatti per intrattenere, non per dibattere davvero. Ricordiamocelo. Su determinati argomenti, non ci sono molte speranze di ragionare in modo civile da quelle parti.

E' con un senso di grande imbarazzo che vedo molti dei miei contatti prendere parte a questo rito squallido e triste. Cosa dovrei fare? Cancellarli dagli amici? Rimproverarli? Servirebbe a qualcosa? Serve a qualcosa scrivere questi pensieri su un blog?

No. Questo video e questi commenti, oggi servono A ME. Mi fanno sentire meno sporco. Meno ignorante, e un po' meno razzista. Per questo ringrazio tanto i miei compatrioti quanto le due virago cinesi, legittimamente arrabbiate, ma decisamente fuori controllo.

A proposito. In Cina c'è tuttora un governo che più di sinistra (storicamente parlando) non si può. E vige ancora la pena di morte. Fino a pochi anni fa comminata anche agli omosessuali. Lo tengano presenti i "politologi" che inseriscono note a video.

Ma tanto si sa... lo so anch'io. Ho anch'io la mia piccola fetta di razzismo, e dovrò trovare il modo di conviverci.

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