Lucky Luke è tornato. Il cow boy più veloce della propria ombra, l’eroe del west che tutti i bambini hanno conosciuto e amato. Nemico giurato dei fuorilegge e amico dei deboli, il leggendario pistolero è di nuovo in città. Ritornato dopo un lungo viaggio, Lucky scopre però che qualcosa è cambiato. Un nuovo eroe ha preso il suo posto nel cuore degli abitanti della contea. L’implacabile e ambiguo uomo di legge noto come Pinkerton. Risoluto ed esperto nelle più moderne tecniche di lotta alla criminalità, Pinkerton si dimostrerà un osso molto duro per il pistolero più veloce del west. Anche perché potrebbe non essere esattamente quel che sembra...

Allan Pinkerton, quello storico (1819-1884), fu un poliziotto statunitense ricordato soprattutto per avere fondato la prima agenzia investigativa privata del mondo. La Pinkerton Agency si sviluppò da Chicago in tutti gli Stati Uniti, ed era consuetudine che i presidenti in carica ricorressero come guardie del corpo proprio agli uomini di Pinkerton. Fu Allan Pinkerton a salvare Abramo Lincoln da un attentato a Baltimora (prima di quello definitivo di Washington). Episodio ampiamente citato nell’avventura di Lucky Luke, sia pure trasfigurato in modo comicamente mostruoso. Quel che c’è di interessante nella storia raccontata da Pennac è la scelta della figura di Pinkerton come icona di una legge viscerale ed evoluta, ma inevitabilmente autoritaria e per questo destinata a sconfinare nell’infamia. Idea della giustizia totalmente avversa all’eroe senza macchia che agisce per puro idealismo. Pinkerton è presentato come l’uomo del domani, abile nell’uso delle più moderne tecnologie ed esperto nella pratica dello spionaggio. Ed è questo il secondo elemento che rende interessante per noi il Lucky Luke di Daniel Pennac. Per i francesi, il personaggio di Pinkerton è una lettura satirica della politica di Nicolas Sarkozy nei confronti dei Rom, ma per uno strano paradosso, acquista un forte impatto anche per noi lettori italiani, in un periodo in cui siamo abituati a sentire parlare spesso di dossieraggio e macchina del fango. Il Lucky Luke di Daniel Pennac è politico, e nello stesso tempo leggero come una piuma. Un virtuosismo di ironia confidenziale, tagliente quanto lieve.

Questa recensione è stata pubblicata anche su Fumettidicarta.
[Articolo di Filippo Messina]
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